L'animazione occidentale è fatta di grandi colossi, aziende maestose che riescono a produrre i lungometraggi animati che anche il nostro pubblico ama guardare, tanto che nel periodo in cui scriviamo i primi tre incassi della stagione sono animati. Quello che gran parte del pubblico nostrano potrebbe ignorare è che uno dei suddetti colossi è italiano e che da solo rappresenta il 50% dell'esportazione del nostro paese nell'ambito dell'audiovisivo.
Si tratta della Rainbow di Iginio Straffi. Ed è proprio il fondatore dello studio e papà delle Winx ad aver incontrato il pubblico del Roma Fiction Fest per una masterclass che si è conclusa con la consegna dell'Excellence Award per la sua attività, un premio giustificato dai suoi successi e soprattutto dal modo in cui sono stati ottenuti, per quella capacità di guardare avanti che gli ha impedito di adagiarsi sull'annuale progetto da consegnare alla Rai e mirare a qualcosa di più e sempre più grande. Per quella voglia di adattarsi al mercato ed innovare, una spinta che ancora è viva ed evidente da quello che l'incontro ha evidenziato.
Chi è Iginio Straffi?
Ma chi è il fondatore della Rainbow? Chi è l'uomo che dal 1995 è partito dalle Marche per diventare così importante nel mondo dell'intrattenimento e, con le Winx, un vero e proprio fenomeno di costume diffuso in 150 paesi nel mondo? Potremmo definirlo un sognatore, ma forse anche un imprenditore furbo e capace, che all'inizio della collaborazione con la Rai per Tommy & Oscar ha voluto prendere una via diversa, concentrandosi sulla qualità più che sull'ampiezza della produzione, cercando piuttosto di declinare le proprie creazioni in altri media, che potevano essere videogiochi, libri, fumetti, "in modo da fargli avere una vita che andasse oltre la trasmissione televisiva." Da quel momento lo studio ne ha fatta di strada, arrivando a comprendere una decina di società, non per ultima la canadese Bardel Entertainment che ha realizzato lavori anche per grandi studi come la Dreamworks, oltre mille dipendenti a tempo pieno, 40 milioni di accessi unici su web, 30 milioni di lettori e spettatori e un catalogo di più di mille episodi. Numeri che ne fanno il dodicesimo licensor del mondo, primo europeo dopo i colossi americani e giapponesi.
Il successo Winx
Straffi ha parlato di una strategia, quella di pochi prodotti molto curati, che dopo una decina di anni ha pagato. E nel raccontare il successo delle Winx si è lasciato andare anche ad un aneddoto: con un episodio già pronto, Straffi è stato invaso dai dubbi. La storia era forte, anche grazie al tanto lavoro dedicatole, ma mancava qualcosa ed ha costretto i suoi collaboratori a ripartire da zero, tra disperazione, minacce di dimissioni ed altre proteste. "A livello grafico non lo trovavo rivoluzionario," ha spiegato, "abbiamo lavorato sugli occhi per dar loro quell'espressione unica, abbiamo assunto delle stiliste per farci dare idee e bozzetti, abbiamo aggiunto più musica." Ed è stata la svolta, in particolare grazie all'aver previsto che le fate protagoniste potessero cambiarsi d'abito, con tutto ciò che comporta in termini di lavoro, e costi, aggiuntivi visti che "l'animazione vive di ricicli." una serie di dettagli che il pubblico ha notato e premiato.
Mai fermarsi
Ma non bisogna adagiarsi nel mondo fatato delle Winx i prossimi anni avranno altre sorprese in cantiere. Una di queste è Regal Academy, una serie rivoluzionaria come storia e come grafica, per la quale è stato anche riscritto il software del Toon Shading, una tecnica che hanno voluto usare in modo originale. Un'altra è My American Friend (il titolo è ancora provvisorio), fiction per ragazzi sulla scia di Mia an Me, ambientato in un'accademia della moda con studenti di vari paesi e che permette di mostrare l'Italia in un prodotto con ambizioni internazionali. Infine l'annunciato spinoff delle Winx Winx Club WOW: World of Winx, realizzato con la produzione di Netflix e che rappresenta un esperimento sia a livello grafico che di scrittura.
World of Winx e l'evoluzione del format
Se Regal Academy (il titolo originario Royal Academy è stato cambiato per motivi di diritti) è innovativa dal punto di vista visivo, ma tradizionale perché pre de spunto dalle fiabe per creare un mondo originale, World of Winx rappresenta una rottura rispetto al passato e segna la volontà di seguire l'evoluzione del mondo dell'intrattenimento. Da Netflix arriva la richiesta di una serie che favorisca il Binge Watching caro alla rete streaming, quindi con cliffhanger per ogni episodio, ma anche la scelta di rivolgersi ad un target leggermente più adulto, 6-12 anni, una fascia d'età che normalmente già inizi ad allontanarsi dall'amimazione per rivolgersi alle serie live action a cui il Dinsey Channel sta abituando. Dal punto di vista narrativo, è un mix di comedy, mystery e detective story com le Winx sotto copertura sulla Terra. Per questo è cambiato anche il look, per renderle diverse dalla serie che si avvia ad un'ottava stagione già in produzione.
E il futuro?
Straffi ammette di avere ancora qualche idee nel cassetto, in attesa che i tempi siamo maturi per realizzarle. Una in particolare lo affascina, ma per realizzarla il pubblico occidentale dovrebbe avvicinarsi maggiormente a quello giapponese e non ritiene che possa accadere presto. Alla domanda riguardo un film live action delle Winx non esclude che possa essere realizzato e fa capire che richieste ci sono già state, ma da parte dei nomi sbagliati. "Le Winx sono un marchio che va salvaguardato" dichiara e fa spiega che nella sua mente il film dovrebbe essere un misto di Maleficente supereroi. Insomma, non una cosa da poco!