No way up - Senza via di uscita, la recensione: uno shark-movie tra cielo e abissi

I protagonisti di No way up - Senza via di uscita sono i sopravvissuti di un volo di linea precipitato nelle acque del Pacifico, ora braccati da un branco di squali affamati. Su Italia1.

Un'immagine promozionale di No way up

Un aereo di linea, pieno zeppo di passeggeri, si schianta nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico. Non per un guasto tecnico, né per un ipotetico attentato terroristico, bensì per una sfortunata (quanto irrealistica in tali condizioni e altitudini) collisione in volo con uno stormo di uccelli, che ha provocato il guasto e relativo incendio di uno dei motori.

Una Scena Di No Way Up
I protagonisti di No Way Up

In No way up - Senza via di uscita, la maggior parte di chi si trovava a bordo o è stata sbalzata fuori dal velivolo, che mentre ancora si librava tra i cieli si è letteralmente aperto in due, o è morta nell'impatto, mentre altri ancora sono annegati dopo pochi istanti. I pochi superstiti si ritrovano ora a lottare per la propria vita, intrappolati in una fortuita quanto improbabile sacca d'aria formatasi all'interno della fusoliera, ormai quasi completamente sommersa dalle acque. Come se la situazione non fosse già abbastanza disperata, i sopravvissuti dovranno anche vedersela con un branco di squali che è intenzionato a fare di loro un lauto banchetto.

No way up: negli abissi nessuno può sentirti urlare

Quando Titanic (1997) incontra Sharknado c'è poco da fare e il disastro annunciato non è soltanto quello a cui vanno incontro i malcapitati protagonisti di No way up - Nessuna via d'uscita, che va in onda stasera su Italia1 in prima visione tv. Certo abbiamo volutamente usato due titoli agli antipodi in maniera volutamente esagerata per enfatizzare i limiti - ma non solo - di un film che si insinua nella più classica serie B di genere, con tutti i pro e i contro del caso.

Sopravvivere Ad Ogni Costo In No Way Up
No Way Up: sopravvivere ad ogni costo

Perché se ci si approccia all'operazione senza particolari aspettative, i novanta minuti di visione possono anche regalare qualche momento divertente, pur facendo sempre e comunque i conti con tutti i prevedibili step che un survival-movie a tema deve necessariamente affrontare, da gesta eroiche e sacrificali a salvataggi dell'ultimo minuto e così via, in un racconto che quindi offre poche sorprese di sorta.

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Sangue e risate?

Fin dal suo titolo, No way up - Nessuna via d'uscita è dichiaratamente onesto e sfacciato e non ha paura di scadere nell'assurdo per offrire un intrattenimento all'insegna dell'horror-comedy, con alcune situazioni a dir poco paradossali che ci riportano alla memoria le soluzioni archetipiche degli shark-movie più leggeri d'ultima generazione. I fondali marini diventano non soltanto territorio di caccia per i famelici squali, ma anche un paesaggio insidioso nel quale il rottame dell'aereo rischia di spostarsi come una scheggia impazzita, con i movimenti subacquei del mezzo quale ulteriore insidia alla già difficile missione di sopravvivenza.

Pericolo Sui Fondali In No Way Up
No Way Up: pericolo sui fondali

C'è la figlia di un uomo ricco con fidanzato e bodyguard al seguito, quest'ultimo interpretato dal noto caratterista irlandese Colm Meaney nelle vesti di guest-star, l'anziana con esperienza in territori di guerra e nipotina da accudire, il coraggioso steward di bordo. Ognuno o quasi con qualche specializzazione pronta a tornare utile nel momento del bisogno, come d'altronde era ampiamente prevedibile.

Niente di nuovo sotto il mare

Un Immagine Di No Way Up
In No Way Up il pericolo è sia fuori che dentro

Va da sé che la sceneggiatura sfrutta quindi un intreccio altamente formulaico e che la tensione vada spesso di pari passo con un autoironia discretamente dosata, che evita sia di far propendere la storia su toni troppo seriosi sia di far "svaccare" definitivamente la rotta, anche pur contestualizzando il tutto in un'ottica di pura inverosimiglianza.

Dialoghi e personaggi restano in ogni caso accessori, pura carne da macello per la mattanza in divenire, seguendo la logica canonica degli slasher. L'ora e mezzo di visione scorre veloce e relativamente indolore, non nascondendo i suoi difetti ma sfruttandoli nell'ottica tipica della serie B, con la regia di Claudio Fah - che ricordiamo soprattutto per I Vichinghi (2014) - a fare il suo con funzionale e rozzo mestiere.

Conclusioni

Tra squali affamati, personaggi stereotipati e situazioni ai limiti del paradossale, No way up - Nessuna via d'uscita ci trascina nel fondo degli abissi per seguire la lotta per la sopravvivenza degli sfortunati passeggeri di un volo di linea, precipitato nel cuore del Pacifico. Un b-movie che scorre rapido e senza pretese, regalando qualche momento di tensione e una discreta dose di ironia. La sceneggiatura non brilla certamente per originalità né per finezza, ma grazie al ritmo serrato e alla breve durata, può intrattenere chi è disposto ad accettare l’inverosimiglianza come ingrediente per un intrattenimento fine a se stesso all'insegna di birra e pop-corn.

Movieplayer.it
2.5/5

Perché ci piace

  • Discreto equilibrio tra tensione e ironia.
  • Un film che scorre veloce...

Cosa non va

  • ...e si dimentica altrettanto velocemente.
  • Personaggi e storia in pieno stile b-movie, con tutti i pro e i contro del caso.