Jørgen Leth e Andreas Koefoed hanno collaborato per la prima volta per realizzare il film di cui vi parliamo nella recensione di Music for Black Pigeons, un nuovo documentario che esplora la vita di alcuni musicisti jazz del calibro di Jakob Bro, Bill Frisell, Lee Konitz, Paul Motian, Mark Turner, Thomas Morgan e Midori Takada, ritratti in anni e momenti diversi della loro vita.
Il progetto, presentato fuori concorso a Venezia 2022, regala così un ritratto affascinante di un gruppo di artisti che condivide anche le proprie idee ed esperienze mentre si incontrano per lavorare con il compositore Jakob Bro.
Il contenuto di Music for Black Pigeons
Music for Black Pigeons documenta senza particolare filtri i momenti trascorsi nello studio di registrazione, la preparazione, le riflessioni di chi ha dedicato la propria vita alla musica. Jørgen Leth e Andreas Koefoed hanno scelto un approccio molto semplice e diretto al lavoro dietro la macchina da presa, immortalando alcune jam session che permettono di scoprire cosa accade quando dei talenti si incontrano per la prima volta e lavorano per dare vita e forma a brani musicali arricchiti e valorizzati dall'istinto e dall'esperienza dei talenti coinvolti grazie alla collaborazione con Jakob Bro. I musicisti regalano così non solo le loro performance, ma anche aneddoti relativi alle loro esperienze e commenti sui brani che ascoltano.
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Un racconto scorrevole e coinvolgente
Le diverse dimensioni temporali scandiscono il tempo che passa, senza tralasciare i riferimenti alle tristi perdite subite nel corso degli anni e celebrando il ricordo proprio dei colleghi e amici che hanno perso la vita. Il documentario diventa progressivamente un racconto scorrevole in cui la bellezza dei brani e la saggezza degli artisti non mettono inoltre mai in secondo piano il senso dell'umorismo che contraddistingue i musicisti, sfruttando il montaggio di Adam Nielsen che segue in modo naturale la fluidità della musica per unire i vari segmenti di cui è composto.
Il susseguirsi di performance e dichiarazioni che regala Music for Black Pigeons permette di scoprire progressivamente ciò che accomuna tutti gli artisti, svelandone i punti di contatto e le idee che li animano.
L'esperienza del regista e poeta danese Jørgen Leth, che ha lavorato in passato anche con Lars von Trier, e del filmmaker Andreas Koefoed, che dal 2001 è attivo nel settore dei documentari, contribuiscono in modo significativo a delineare un'esperienza visiva che soddisfa il cuore, la mente e le orecchie degli spettatori, totalmente immersi nella realtà degli artisti jazz.
Sospeso tra dietro le quinte e ritratto collettivo, Music for Black Pigeons celebra con bravura i tanti artisti coinvolti, dando a ognuno di loro il giusto spazio per apprezzarne ciò che li contraddistingue.
Conclusioni
Come abbiamo visto nella recensione di Music for Black Pigeons, il documentario è un titolo imperdibile per chi ama la musica jazz e lo stile della narrazione riflette con intelligenza, e bravura, proprio le caratteristiche di questa forma d'arte. L'esperienza di Leth e Koefoed permette di gestire bene la struttura della narrazione, regalando dei brevi ritratti di talenti forse poco conosciuti a livello internazionale, ma che meritano attenzione e rispetto.
Perché ci piace
- La struttura dà il giusto spazio a tutti gli artisti.
- Il documentario regala aneddoti e curiosità imperdibili per chi ama la musica jazz.
- Nel film non mancano umorismo e un pizzico di commozione.
Cosa non va
- Chi non conosce la musica jazz potrebbe non conoscere gli artisti coinvolti.
- I salti temporali rendono un po' frammentata la narrazione.
- Se non si è fan del genere musicale si potrebbe avere difficoltà ad apprezzare le esibizioni.