Laddove gli adattamenti animati di manga, light novel e persino videogiochi vanno moltiplicandosi a vista d'occhio, negli ultimi tempi il numero di anime originali prodotti ogni anno è calato molto, e la causa va ricercata non tanto nella mancanza di idee, quanto nella carenza di fondi. Assieme a A-1 Pictures, Bones, Sunrise e Trigger, WIT Studio è ormai uno dei pochissimi studi d'animazione che producono regolarmente produzioni originali, anche grazie ai sempre più frequenti investimenti effettuati dalle principali piattaforme di streaming.
Dopo opere del calibro di Great Pretender e Vivy: Fluorite Eye's Song, senza dimenticare i meno recenti The Rolling Girls e Kabaneri of the Iron Fortress, lo studio che diede forma alle prime tre stagioni della trasposizione animata de L'attacco dei giganti si è cimentato a questo giro con un anime fantascientifico originale, coinvolgendo per l'occasione un team di artisti semplicemente strepitoso. Ciononostante, il risultato finale è ben diverso da quello che ci si poteva aspettare.
La rivolta della Luna

Approdato in esclusiva su Netflix lo scorso 10 aprile, Moonrise è ambientato in un lontano futuro in cui l'uomo dipende totalmente da Sapientia, avanzatissima intelligenza artificiale creata dalla Shadow Corporation che, tra le altre cose, ha unificato i governi di tutto il mondo e portato una duratura pace ai suoi abitanti. Sempre a Sapientia e alla Shadow Corporation va attribuito il merito di aver costruito gli imponenti ascensori orbitali per l'invio di persone sulla Luna, invenzione che ha risolto in un colpo solo sia il problema della sovrappopolazione del pianeta azzurro che il rapido esaurimento di minerali e materie prime.
Vi è tuttavia un'enorme disparità tra le condizioni di vita dei terrestri, che appunto conducono un'esistenza agiata, e quelle degli abitanti della Luna, che al contrario patiscono la fame e sono spesso vittime di soprusi e discriminazione da parte dei primi. In occasione dei festeggiamenti tenuti per celebrare il completamento del quarantesimo ascensore orbitale, il "Demonio della Luna" Bob Skylum e le forze ribelli note come Moon Chains fanno precipitare sulla superficie terrestre diversi ascensori orbitali, provocando milioni di morti, per poi dichiarare la propria indipendenza dalla Madre Terra, colpevole di aver saccheggiato il satellite per tanti anni.

Protagonista della vicenda è il giovane Jacob "Jack" Shadow, figlio adottivo del presidente della Shadow Corporation, che dietro la maschera del playboy spensierato e fannullone nasconde una personalità piuttosto insicura, dovuta alla radicata convinzione di non essere all'altezza del nome che porta. In seguito al disastro provocato da Moon Chains, un Jack rimasto nuovamente orfano si ritroverà immischiato in un terribile complotto, motivo per cui lui e i suoi amici non avranno altra scelta se non quella di diventare soldati e infiltrarsi sulla Luna per eliminare il leader dei ribelli, Bob Skylum. La già difficile missione di Jack si complicherà ulteriormente quando un vecchio legame seppellito tra i suoi ricordi riaffiorerà di colpo, collegandolo al subdolo Demonio della Luna.
Tanto potenziale sprecato

Scritto da Ubukata Tou, sceneggiatore di Ghost in the Shell: Arise, Psycho-Pass 2 e Psycho-Pass 3, e Koizuka Masashi, già direttore delle prime tre stagioni di Attack on Titan, Moonrise affronta tematiche estremamente attuali come il capitalismo, il classismo e la natura pericolosamente invasiva delle intelligenze artificiali, raccontando nel mentre la storia di due ragazzi bruscamente separati quando erano molto piccoli e destinati a ritrovarsi su fronti opposti. Una premessa non proprio originale, che quantomeno nelle prime puntate dello show riesce comunque a catturare l'attenzione dello spettatore attraverso una serie di eventi imprevedibili e a dir poco sconvolgenti.

Temi dannatamente attuali come quelli della guerra e dell'esagerata dipendenza dall'intelligenza artificiale, che almeno inizialmente parevano le colonne portanti del racconto, sono però finiti ben presto in secondo piano, in quanto gli sceneggiatori hanno preferito concentrarsi sulle disavventure lunari di Jack e compagni, trascurando non solo la caratterizzazione dei loro numerosi avversari, ma anche le convinzioni che sorreggono lo stesso cast principale, che di puntata in puntata diventano sempre meno chiare.
Il conflitto fra la Terra e la Luna e il pericolo rappresentato dall'eccessivo potere che l'uomo ha scelleratamente conferito all'intelligenza artificiale, lasciando che questa assumesse addirittura il controllo della società e della politica, tornano con prepotenza soltanto nelle ultime tre puntate di Moonrise, che non riescono a chiudere in maniera efficace le svariate trame secondarie aperte durante la corsa, lasciando allo spettatore una marea di domande senza risposta.

A peggiorare la situazione ci pensano salti temporali e una narrazione non lineare, che spesso torna nel passato per far luce su importanti antefatti, ingarbugliando sempre più una vicenda inutilmente complicata e confondendo il pubblico. Dopo aver terminato la visione della serie animata, che si compone di 18 episodi soltanto, chi vi scrive ha provato la sensazione che questa dovesse essere in realtà molto più lunga e diversamente strutturata. Mentre i primi sei episodi sono semplicemente perfetti e ben ritmati, i successivi nove non fanno altro che mettere altra carne sul fuoco, faticando a bilanciare lo screen time dedicato ai vari personaggi e sprecando troppo spazio sui movimenti della L-Zone, per poi negare allo spettatore una chiara spiegazione su cosa sia di preciso.

Con un minutaggio diverso e magari più stagioni a disposizione, le penne di Ubukata Tou e Koizuka Masashi non avrebbero dovuto accelerare il passo a tre puntate dalla fine, e in generale il tragitto sarebbe stato senz'altro più godibile e attento ai dettagli. La necessità di contenere il numero degli episodi, e quindi i rischi e soprattutto i costi derivanti dalla produzione di un anime originale (che per giunta Netflix non sta promuovendo più di tanto), ha invece finito per soffocarne le grandi ambizioni.
Il dream team all'opera

Se non altro Moonrise vanta al proprio arco disegni e animazioni di altissimo livello, frutto di una direzione artistica sensazionale: mentre le animazioni sono state supervisionate da Kadowaki Satoshi e Yamada Ayumi, che in passato avevano posto le proprie firme sugli adattamenti animati de L'attacco dei giganti e Seraph of the End, il character design è stato affidato a Yamada Ayumi, che ha saputo riprodurre fedelmente l'inconfondibile e apprezzatissimo stile della maestra Arakawa Hiromu, autrice di capolavori quali Fullmetal Alchemist e The Heroic Legend of Arslan. Il fiore all'occhiello è in questo caso rappresentato dalle fluidissime scene d'azione, che tra ologrammi, proiezioni e scie luminose, regalano uno spettacolo visivo di altissimo livello.
Un'autentica sorpresa si è rivelata poi la ricca colonna sonora realizzata dal compositore e pianista Kawasaki Ryou, che dopo i memorabili accompagnamenti musicali di To Your Eternity e Fate/Grand Order -First Order- ci ha deliziati anche stavolta con brani capaci di guidare le emozioni dello spettatore e sottolineare con impeccabile precisione i momenti chiave della narrazione. Nulla da eccepire, infine, sull'ottimo doppiaggio italiano diretto da Valerio Sacco presso lo studio romano 3Cycle, al quale va riconosciuto il merito di aver effettuato accostamenti vocali molto azzeccati.
Conclusioni
Complice una direzione artistica invidiabile, che si è avvalsa persino della maestra Arakawa Hiromu, Moonrise aveva tutte le carte in regola per diventare un assoluto capolavoro del genere sci-fi, e lo sarebbe stato sul serio se la narrazione avesse conservato il ritmo, i toni e la qualità dei primi sei episodi. La fase intermedia dello show si è invece concentrata su elementi meno convincenti, perdendo di vista le motivazioni di protagonisti e antagonisti, e aprendo la strada a un finale raffazzonato e insoddisfacente, che purtroppo ha lasciato al pubblico più dubbi che risposte. Se amate il genere e il particolare tratto dell’autrice di Fullmetal Alchemist, dovreste comunque dare una chance all’ultima fatica di WIT Studio.