Mr. & Mr. Smith con una spruzzata di True Lies, ma in salsa sudcoreana. Potremmo definire già così l'interessante Mission: Cross dell'esordiente Lee Myung Hoon. Un'ora e quaranta di poche chiacchiere (o almeno, quelle che ci sono sembrano indirizzate verso lo scopo) e molta azione, in cui l'umorismo sembra prendersi il giusto spazio, tra indagini e gli equivoci del caso. Chiaro, deve piacere il genere, e soprattutto dovete essere amanti dei k-movies che, a guardar bene le offerte streaming, sembrano prendere sempre più spazio nei cataloghi digitali (in questo caso, almeno secondo gli screener rilasciati in anteprima, non c'è doppiaggio italiano, con la visione disponibile solo in originale sottotitolata).
Arrivato su Netflix, Mission: Cross ha la capacità di offrire una visione ispirata, e a suo modo originale nelle miscelate e argute trovate, sia registiche che narrative (anche grazie al rapporto tra i due personaggi principali). Un buon linguaggio e una semplicità di fondo, in alternanza ad uno spirito che mira al centro dell'intrattenimento veloce e senza troppi fronzoli.
Mission: Cross, missione segreta inaspettata
A scrivere Mission: Cross la stessa Lee Myung Hoon, che teorizza una storia di segreti, omissioni e rivelazioni, costruendo l'altalenante tensione attorno ai protagonisti, Kang-mu e Mi-seon (interpretati dalle star sudcoreane come Hwang Jung-min e Yum Jung-ah). Lui lavora come autista di scuolabus, lei invece è a capo della divisione investigativa di Seul, sezione omicidi. Una routine di ferro, che sembra però vacillare quando Kang-mu inizia a comportarsi in modo strano.
L'uomo, infatti, ha una passato come agente speciale. Un passato pericoloso, di cui la moglie ignora l'esistenza. Tant'è, che quando Kang-mu viene contattato da un'ex collega Hee-ju (Jeon Hye-jin) per il classico caso da risolvere, Mi-seon crede che dietro i loro incontri ci sia un comportamento fedifrago. Invece, volenti o nolenti, verrano trascinati in una missione segreta in cui ballano miliardi di won.
Azione ed umorismo in sala sudcoreana
Ed è ovvio che dietro gli ammiccamenti al genere, Mission: Cross giochi con una vecchia domanda dal sapore cinematografico: quanto davvero conosciamo chi crediamo di conoscere fino in fondo? Sceneggiatura pronta, ed un quesito che si attacca allo script di Lee Myung Hoon, generando una quantità di azioni e reazioni che si inseriscono al meglio nella storia. Dall'altra parte, la lettura romantica non sembra un orpello, bensì una seconda linea narrativa, ben angolata rispetto alla buona alchimia tra Hwang Jung-min e Yum Jung-ah. Un guizzo che apprezziamo, nella tridimensionalità di un film che corre veloce, puntando alla meta.
Niente di troppo, o di troppo celebrale, ma Mission: Cross ha dalla sua proprio una semplicità tonale che rende coerente ogni traccia e ogni ammiccamento, generando nello spettatore (anche quello poco avvezzo al mondo dei k-movies) un coinvolgimento non scontato (c'è pure una buona sequenza d'inseguimento). Anche perché lo sappiamo, in quel marasma che è la distribuzione streaming, è difficilissimo trovare un titolo che possa offrire qualità e sostanza. Dal canto nostro, sempre attenti a raccontarvi le migliori visioni (e pure le peggiori), quando questo accade, c'è un sincero e spassionato apprezzamento che tentiamo di trasportare a voi lettori: Mission: Cross, quindi, nella sua rivalutazione del romanticismo e dell'action, si piazza di diritto tra le sorprese da non perdere. Una sorpresa chiaramente dimenticabile, ma piacevolmente sostanziale nella sua immediatezza. Bene così, almeno per 'sta volta.
Conclusioni
Mission: Cross può piacere anche allo spettatore poco avvezzo al mondo dei K-Movies. Il motivo? Semplice: riesce a garantire un buon livello d'intrattenimento, cogliendo al meglio tanto le dinamiche action quanto quelle comedy. Tra inseguimenti, segreti e rivelazioni, una visione leggera e divertita, in grado di offrire un'ora e quaranta di spassionato trasporto.
Perché ci piace
- Un buon livello estetico.
- L'alchimia tra i protagonisti.
- L'azione è coerente con l'umorismo.
- Potrebbe piacere anche a chi non conosce il genere K.
Cosa non va
- Alla lunga, niente di memorabile.
- Alcuni concetti legati alla messa in scena streaming.