Che sia un genio assoluto è fuori di dubbio. Ma che Milo Manara abbia moltissimo in comune con il cinema, e che anzi abbia maturato negli anni un gusto raffinatissimo, non è così scontato. Il fumettista italiano più famoso nel mondo, forse il fumettista erotico più noto nel globo terracqueo non è una persona che ama far parlare di sé. A esprimersi per lui sono sempre state le sue immagini e colpisce scoprire come, a quasi settantadue anni, riescano ancora a parlare con freschezza e innovazione. Anche un lettore dei suoi volumi più belli può sorprendersi alla mostra attualmente al Macro di Roma, che espone fino al 9 luglio una bella selezione di sue opere. E quello che, visitandola, risulta lampante, è proprio il rapporto che il maestro dell'erotismo ha con la Settima Arte. Un rapporto che di certo non si esaurì nell'amicizia con Federico Fellini e con le locandine realizzate per lui. In pochi sanno, per esempio, che Manara è autore di diversi soggetti cinematografici. Ecco perché, quando lo abbiamo incontrato, gli abbiamo posto anche le domande più banali, per rispondere a quelle curiosità che milioni di fan in tutto il mondo vorrebbero sapere.
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Come nasce l'erotismo raffinato di Milo Manara
Maestro Manara, come si disegna l'eros, da cosa si parte?
Non mi propongo mai di disegnare l'eros, ma molto prosaicamente mi viene ordinato di illustrare qualcosa per un certo fine. La prima preoccupazione è come illustrare quella finalità, magari in modo erotico. Quindi già mi oriento verso immagini che non sono mai astratte. Tra queste tavole in mostra, per esempio, non ce n'è nessuna che si intitoli Eros.
Con questa affermazione lei seppellisce l'immagine del grande artista che disegna su ispirazione erotica...
Vede quella specie di Adamo ed Eva esposta lì? Mi fu chiesta da un canale televisivo che stava per cominciare un programma con due persone nude. Fu una richiesta per pubblicizzare la trasmissione, l'ho realizzata, ma poi non ho mai visto nemmeno una puntata. Come diceva Picasso, questo lavoro è fatto per il 10% da ispirazione e per il 90% da traspirazione. Dal sudore. Non siamo sempre colpiti dal fulmine dell'ispirazione, dobbiamo realizzare quello che ci viene richiesto. Da anni non ho più tempo di fare qualcosa per me.
Di donne e supereroine
Lei ha ritratto anche delle supereroine, il che l'ha legata a una forma di fumetto molto diversa dalla sua...
Ne ho realizzate una decina, da Wasp alle X-girls, a Gamora di Guardiani della Galassia, fino ad arrivare a Spiderrwoman. Evidentemente è stata giudicata troppo scandalosa, ed è così che ho finito di disegnare le copertine per Marvel. Non so perché mi abbiano chiesto solo le superoine e non i supereroi. Io sarei stato prontissimo a disegnare anche l'uomo invisibile!
Come è cambiata l'immagine che ha della donna attraverso gli anni della sua carriera?
Noto facilmente che, nel corso degli anni, la figura femminile è diventata sempre più androgina, sempre più atletica. Il modello che viene proposto è sempre meno quello della maggiorata del cinema anni Sessanta. Le donne sono più scattanti, più toniche, più inserite nel dinamismo della vita e della società. Le supereroine in questo senso rappresentano in un certo modo dei modelli. Le donne che disegno io non sono mai state queste grandi maggiorate. Se posso permettermi, senza scandalizzare nessuno, c'è una teoria per cui a un seno non propriamente rigoglioso corrisponde un lato B particolarmente apprezzabile.
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Milo Manara e il cinema: un legame indissolubile
Dalle tavole esposte in questa mostra, si nota immediatamente il suo legame con il cinema e con le serie televisive.
Ce n'è più di una dedicata a I Borgia, una è intitolata Ginger e Fred. Ecco, quest'ultima è tratta dal film di Federico Fellini e mi fu chiesta da un architetto americano che progettò la nave della Costa, Atlantica. Era intitolata a Fellini e ogni ambiente era dedicato a un suo film. Per renderli riconoscibili e far sì che i passeggeri non si perdessero, furono installate delle immagini. Per esempio, c'era un corridoio ispirato al film La strada, e anche le immagini per quell'ambiente le disegnai io. Con il disegno di Ginger e Fred realizzarono un mosaico a colori.
Del resto, lei si è sempre ispirato ad attrici per le sue illustrazioni...
Senta Berger è stata la mia prima musa, la mia prima modella a sua insaputa.
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E da lei, passando per Brigitte Bardot e molte altre, si arriva anche alle star di oggi.
Laggiù c'è esposta una Elle Fanning che ho realizzato per una rivista francese. Ogni mese devo ritrarre una giovane attrice. Piace molto la mia versione di Margot Robbie in Suicide Squad. L'ultima che ho disegnato è stata Kristen Stewart, che ho rappresentato con i capelli lunghi. Appena finito il disegno, lei si è mostrata con il taglio corto! Ma mi sono detto che l'immagine che ho realizzato appartiene ormai al passato e l'ho lasciata com'era.
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Di rapporto tra cinema e fumetto si parla da sempre, ma come vede lei questa unione, passando per l'erotismo? Del resto, ogni spettatore è per definizione un voyeur...
Il rapporto tra cinema e fumetto è strettissimo. Basterebbe pensare al cartone animato, che è l'anello di congiunzione tra le due cose. L'erotismo, sia al cinema che nel fumetto non è una questione di immagini. Non si tratta di una illustrazione o di un'inquadratura particolarmente seducente, che fa scattare eventualmente una situazione erotica. Bensì si tratta di narrazione. È la capacità affabulatoria che porta all'erotismo. Sia nel cinema che nel fumetto, si può arrivare ad avere una situazione anche molto erotica senza mostrare dei nudi, magari solo con un gioco di sguardi o di campi e controcampi, di particolari, o magari con delle battute. Se noi sappiamo che una certa signora sposata indulge in un'occhiata più lunga verso un giovanotto, ecco che si instaura una situazione piccante. Mentre in una foto lo stesso sguardo può anche lasciare indifferenti. Nel cinema e nel fumetto, non si ottiene mostrando, ma raccontando.
A un uomo così raffinato, forse non si dovrebbe chiedere, ma c'è qualcosa che non le piace?
L'arte concettuale: le performance, le installazioni. E non mi piace la carne, sono vegetariano.
E al cinema?
Non mi piace il cinema che potrebbe anche venir rappresentato in teatro, quello basato sui dialoghi. Mi piace invece molto il cinema di Fellini, ma soprattutto mi piace il cinema che concede molto all'occhio, cosa che si sta perdendo. Una volta i registi curavano moltissimo le immagini, ora c'è Paolo Sorrentino un po' sta riprendendo la scuola italiana. Ma anche quella tedesca ha dei fulgidi esempi di registi che ancora curano l'immagine. Mi piacciono Wim Wenders, Werner Herzog e mi piacevano le immagini splendide di Rainer Werner Fassbinder. E poi mi piace Terrence Malick.