Ne è passata di acqua lungo il pontile di Capeside da quando Michelle Williams è scesa da un taxi giallo vestendo i panni di Jennifer "Jen" Lindley. Quella ragazza bionda, dai toni angelici e animo frammentato e fragile, si è imposta ben presto nell'immaginario collettivo. Parte integrante di un prodotto seriale destinato a lasciare un proprio lascito nella formazione sentimentale e visiva di intere generazioni, finito Dawson's Creek per Michelle Wllliams giunse il momento di scrollarsi di dosso il peso di un tale personaggio. È innegabile che nel momento in cui ruoli di una tale portata come quelli portati in scena in Dawson's Creek vanno a intaccarsi nelle fondamenta dei propri spettatori, risulta spesso difficile per i loro interpreti scindere il proprio essere da quello dei loro personaggi. C'è bisogno di una forte dose di talento per compiere tale scisma, e per fortuna Michelle Williams di talento ne ha da vendere.
Lo ha dimostrato subito, da quel ruolo a fianco a un attore imponente come Heath Ledger ne I segreti di Brokeback Mountain. Poteva essere schiacciata dal peso attoriale di Ledger, scomparire rimpicciolendosi. E invece Michelle Williams fiorisce, prende il suo ruolo e lo carica di sentimenti quasi tangibili. Un passaggio di testimone da piccolo a grande schermo che farà scattare la scintilla primordiale di una carriera pronta a regalarci performance mai uguali a se stesse, perché sempre diverse, capaci di adattarsi ai generi più disparati. La carriera di Michelle Williams si è elevata a galleria di donne eterogenee, madri di figli rapiti (Tutti i soldi del mondo), perduti (Manchester by the Sea), amanti di uomini sognatori (The greatest showman), ambiziosi, schizofrenici, o dotati di super-poteri, protagoniste fragili, o determinate. Dal suo debutto sul grande schermo in Lassie (1994) al secondo capitolo di Venom, la carriera di questa attrice, nata il 9 settembre 1980 a Kalispell, Montana, è un continuo mettersi in gioco, osando senza paura negli spazi di ogni genere cinematografico: seppur con fatica, abbiamo selezionato per voi i 5 migliori film di Michelle Williams, tra piccolo e grande schermo.
1. ALMA DEL MAR - I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN (2005)
Un talento come quello di Heath Ledger è un tempio dell'arte imponente, che avvolgerebbe nell'ombra chiunque tenti di avvicinarsi a lui, se non dotato della stessa padronanza interpretativa. Uscita dall'esperienza di Dawson's Creek, Michelle Williams ha dimostrato che dietro a quell'aria da ragazzina fragile e ribelle portata sullo schermo nei panni di Jen, si nasconde un talento sopraffino, che non ha paura di affiancarsi a interpreti come Ledger, o Jake Gyllenhall, per tenere loro testa. In I segreti di Brockeback Mountain la sua Alma è una rappresentazione tangibile della donna che ama e allo stesso tempo soffre, chiusa nel guscio della delusione e del doloroso tradimento. La sua performance modella una donna che cammina a testa alta in mezzo alla gente, per poi abbassarsi per il peso delle lacrime superato l'uscio di casa. Razionale e sensibile, Michelle Williams buca lo schermo, complice un'affinità elettiva con il suo partner fuori e dentro lo schermo, Heath Ledger. Il risultato che ne consegue è una prima pietra miliare lungo un percorso cinematografico perennemente in ascesa.
2. MARILYIN MONROE - MARILYN (2011)
Arduo il cammino di chi decide di caricarsi sulle spalle il fardello di riportare in vita icone immortali e senza tempo. Michelle Williams nel 2011 accetta la sfida, riportando sullo schermo LA diva per eccellenza: Marilyn Monroe. Ispirato a The Prince, The Showgirl and Me e My Week with Marilyn, due diari scritti da Colin Clark sul set de Il principe e la ballerina, nel film Marilyn la Williams lascia che il proprio corpo diventi contenitore e replicante delle fragilità e di quel carattere a tratti irresistibile dell'attrice di A qualcuno piace caldo. Un mito senza tempo, il suo, un'immagine che ha superato i confini dello schermo per elevarsi a icona e come tale imprimersi nell'immaginario collettivo e culturale. Un personaggio che la Williams è riuscita a cogliere con delicatezza e riportarlo nel mondo degli umani, rendendo Marilyn Monroe ancora una volta reale, umana, svestita di quella patina di perfezione e iconicità che l'aveva avvolta, per indagare l'essere frammentato, fragile, che la attanagliava. Il risultato è una performance encomiabile.
3. CINDY - BLUE VALENTINE (2010)
È un pugno sferrato con millimetrica precisione, Blue Valentine. Scevro di retorica, il regista Derek Cianfrance si fa carico del ruolo di narratore di un romanzo senza lieto fine perché amaro, come amara è la fine di un matrimonio. Ad aiutarlo a tessere questa tela del reale, ci pensa una coppia di attori uniti da una chimica invidiabile. Michelle Williams e Ryan Gosling si spogliano della loro natura di attori per trasformarsi in Dean e Cindy. I loro personaggi sembrano veri, le loro esistenze attimi da spiare dal buco della serratura; le loro lacrime sono quasi tangibili, i loro litigi roboanti, il dolore percepibile e, soprattutto, dolorosamente riconoscibile e condivisibile dal proprio pubblico. Montagna russa lanciata sull'onda dei ricordi e di dolorosi ritorni al presente, i passi di danza di Cindy e le note di Dean sono il canto del cigno di un amore vissuto appieno, ma pronto a spezzarsi. Con grazia e naturalezza, il regista Derek Cianfrance dirige un Ryan Gosling magistrale e una Michelle Williams sorprendente. La performance dell'attrice, tutta giocata in sottrazione, è un sibilo che spezza il cuore, imprimendosi nell'anima dello spettatore senza lasciarla più.
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4. DOLORES - SHUTTER ISLAND
Ha raccontato il mondo del reale, degli abissi dell'essere umano, Martin Scorsese. Poi, con Shutter Island, ha voluto osare di più, orientando la propria cinepresa verso un universo dominato non solo dalla violenza, ma anche e soprattutto dalla dissimulazione. Un patchwork di allucinazioni, lasciato trasportare da un pensiero non più completamente razionale, perché ormai incapace di scindere il vero dall'immaginato. Quello creato dal regista in Shutter Island è un universo in cui tutto appare una ripetizione, un rifacimento, la copia di una copia, ormai sbiadita e priva di contorni netti. Il sonno della ragione non genera più mostri, ma fantasmi, e in questo pantheon di spettri dotati di corpi dalla forza di una mente malfunzionante, a farsi musa dell'immaginario frastagliato del protagonista è il personaggio di Dolores, interpretata da Michelle Williams. Ce lo aveva impresso nel nome il proprio nefasto destino, Dolores, Quella radice rimandante al concetto di dolore, si ritrova in ogni minima espressione dell'attrice che la riporta in vita, capace di rimandare un senso di lancinante disperazione, senza cadere mai nell'overacting, o nel ridicolo. La sua Dolores è una donna che prende per il polso lo spettatore e lo scuote, non lasciandolo più. Una performance indimenticabile, quella di Michelle Williams, al pari di quella del suo co-protagonista Leonardo DiCaprio, in un film sibillino e angosciante, ma proprio per questo da (ri)guardare più e più volte.
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5. GWEN VERDON - FOSSE/VERDON
Puoi essere cantante, ballerina, attrice, e pure musa ispiratrice, ma se il tuo cuore inizia a battere per il tuo partner dietro le quinte, lo spettacolo della vita sarà una giostra continua, scritta da un drammaturgo indeciso che la tramuterà ora in commedia, adesso in dramma. La vita di Bob Fosse e Gwen Verdon è stata alla fine figlia delle menti che l'hanno vissuta: colorata, oltre il limite, esagerata, vissuta in pieno. Un'esistenza così simbiotica nata sulla scena e sulla scena alimentata in tutte le sue sfumature, che non poteva che diventare materiale da tradurre in forma d'arte. Dall'alchimia e dal fuoco di accesi contrasti vissuti dai due amanti, nel 2019 prende vita sul canale FX la miniserie televisiva Fosse/Verdon. Un concentrato di debolezze umane, unite ad ambizione, lacrime, successi e tonfi tanto professionali che personali, portati in scena sul piccolo schermo con magistrale eleganza e veridicità dalla coppia Sam Rockwell e Michelle Williams. I due attori non si sfidano sulla scena; entrambi evitano di togliere spazio all'altro, ma anzi creano un legame simbiotico, lo stesso che univa i due protagonisti nella vita reale. La Williams grazie a questo ruolo ricorda a tutti la propria versatilità, ballando, recitando e cantando con grazia e naturalezza. Un ruolo preso in prestito dai fasti del passato, quello di Gwen Verdon; una donna elegante, posata e allo stesso causticamente sarcastica, che nella Williams trova la sua più perfetta interprete.