Mia moglie è un fantasma, la recensione: Judi Dench fa la medium, ma Spirito Allegro era un'altra cosa

La recensione di Mia moglie è un fantasma: grazie all'imminente uscita dell'ottimo DVD abbiamo scoperto la rivisitazione cinematografica firmata da Edward Hall dello spettacolo teatrale Spirito Allegro; il film però, nonostante un gran cast, non ingrana.

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Mia moglie è un fantasma: Leslie Mann, Dan Stevens in un'immagine

Grazie all'imminente uscita in DVD targata Eagle Pictures, abbiamo potuto scoprire il recente adattamento per il grande schermo del classico spettacolo teatrale Spirito allegro di Noël Coward, già tradotto cinematograficamente nel 1945 da David Lean. Come vedremo nella recensione di Mia moglie è un fantasma, la rivisitazione firmata dal regista teatrale Edward Hall, all'esordio nel lungometraggio, non convince fino in fondo e delude un po' le attese, soprattutto considerato il notevole cast. Ottimo invece, come vedremo in seguito, il DVD Eagle.

Il blocco dello scrittore e due mogli da tenere a bada

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Mia moglie è un fantasma: Isla Fisher e Dan Stevens in una scena del film

In Mia moglie è un fantasma, il brillante scrittore di romanzi gialli Charles Condomine (Dan Stevens), che è ancora traumatizzato per la perdita della prima moglie Elvira (Leslie Mann) e ora è sposato con Ruth (Isla Fisher), deve trasformare un suo libro in una sceneggiatura ma soffre di un blocco che gli impedisce di portare a termine il compito. Pressato da Ruth per finire il lavoro e finalmente trasferirsi nell'ambita Hollywood, Charles, dopo aver visto lo spettacolo teatrale di una medium, ha l'idea di inserire il tema nella sua sceneggiatura e quindi contatta quasi per gioco una sensitiva, Madame Arcati (Judi Dench), pur scettico su questo genere di argomenti e di personaggi.

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Mia moglie è un fantasma: una scena del film

Ma la medium durante una seduta spiritica evoca addirittura il fantasma della sua prima moglie che a quel punto fa di tutto per restare insieme al marito. E visto che era anche la sua musa ispiratrice, anzi qualcosa di più, Charles riesce finalmente a sbloccarsi nella scrittura. Ma quando Ruth si accorge dell'invasiva nuova presenza, chiederà alla medium di riportarla indietro.

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Mia moglie è un fantasma: Leslie Mann, Dan Stevens in una sequenza

Un supercast non basta, manca lo spirito di Coward

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Mia moglie è un fantasma: Isla Fisher in una scena del film

La prima considerazione che si può fare su Mia moglie è un fantasma è che probabilmente il prodotto risente del fatto che Edward Hall è sostanzialmente un regista teatrale che al suo debutto cinematografico non è riuscito a cambiare registro e adattare l'opera a una versione che necessita di altri toni. Qui si ha sempre la sensazione di un prodotto ormai datato, quasi stanco, che solo a tratti ha qualche momento divertente ma non riesce a fornire nulla di avvincente e soprattutto è quasi privo dello spirito effervescente dello spettacolo teatrale di Coward, soprattutto nei dialoghi, che dovrebbero essere il pezzo forte di un lavoro di questo tipo.

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Mia moglie è un fantasma: Judi Dench in una scena del film

E questo nonostante un cast di primo livello. Sia chiaro, Judi Dench è sempre da guardare, ma probabilmente non è adattissima al ruolo dell'eccentrica Madame Arcati, mentre quella più in sintonia con la commedia originale sembra Leslie Mann, nei panni del fantasma della prima moglie, cinica, spietata e incurante dei sentimenti degli altri.

La difficoltà di portare il teatro al cinema

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Mia moglie è un fantasma: Leslie Mann, Dan Stevens in una scena del film

Da Elvira infatti arrivano i momenti più convincenti e frizzanti, il fatto che invece tutti gli altri personaggi siano alle prese con dei guai sui quali fanno poco più che lamentarsi e autocommiserarsi, alla lunga appesantisce quello che dovrebbe essere il passo di una commedia brillante. Non convince neppure il retroscena sulla storia di Madame Arcati, mentre l'alterna rappresentazione del fantasma è piuttosto schematica, a parte alcuni momenti in cui alcuni effetti CGI rendono quantomeno più vivace la messinscena, anche se non bisognerebbe ricorrere a questo quando dovresti avere a disposizione dialoghi effervescenti.

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Mia moglie è un fantasma: una scena del film

Insomma la sensazione finale è che il problema iniziale del protagonista Charles, quello di scrivere una buona sceneggiatura adattando un suo romanzo, sia diventato quello degli sceneggiatori del film, che per portare sul grande schermo lo spettacolo originale non hanno saputo cogliere fino in fondo lo spirito della commedia teatrale.

Il DVD: video al top del formato, audio frizzante

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Se il film lascia a desiderare, di ben altro spessore è il DVD Eagle Pictures grazie al quale abbiamo potuto vedere Mia moglie è un fantasma. Se il reparto extra è povero e contiene solamente il trailer, quello tecnico è davvero eccellente. Il video infatti è notevole per un DVD: il quadro è al top dello standard per solidità, compattezza dei fondali e perfino per dettaglio. Certo non è l'HD, ma è davvero uno spettacolo convincente, anche sotto l'aspetto della brillantezza del croma. L'audio è presente con le tracce Dolby Digital 5.1 sia per l'italiano che l'originale, e offre un ascolto piacevole e coinvolgente, riuscendo nei momenti più movimentati a mettere in modo l'asse posteriore, con un'efficace separazione dei canali. Sempre chiari e dall'ottimo timbro i dialoghi.

Conclusioni

A conclusione della recensione di Mia moglie è un fantasma, non possiamo che prendere atto che la rivisitazione cinematografica dello spettacolo teatrale Spirito allegro di Noël Coward, firmata da Edward Hall, a parte qualche buon momento non riesce a colpire nel segno, diverte poco e non coglie lo spirito dell’opera originaria, sprecando così un ottimo cast. Notevole invece la qualità tecnica del DVD.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
2.3/5

Perché ci piace

  • L’effervescenza di Leslie Mann e qualche buon momento della sempre brava Judi Dench.
  • Il DVD ha un reparto tecnico ottimo per il formato.

Cosa non va

  • La sensazione è di un prodotto datato, senza cambio di passo.
  • Alla fine i momenti divertenti sono troppo pochi.
  • Il vero spirito dell’opera teatrale non affiora quasi mai.