Messaggi e segreti, la recensione: quando i perfetti sconosciuti parlano arabo

La recensione di Messaggi e segreti, remake libanese di Perfetti sconosciuti e primo lungometraggio Netflix Original in lingua araba.

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Perfect Strangers: un'immagine del film

Non lasciatevi ingannare dal titolo italiano del film di cui si parla in questa recensione di Messaggi e segreti, disponibile in esclusiva streaming su Netflix: l'appellativo internazionale è Perfect Strangers, il che lascia intendere chiaramente che si tratta dell'ennesimo remake di Perfetti sconosciuti, il grande successo nostrano del 2016. E qui usiamo "ennesimo" senza particolari accezioni, perché è un dato di fatto: il film di Paolo Genovese è finito nel Guinness dei primati come lungometraggio con il maggior numero di remake. Siamo quasi alla ventina di rifacimenti, dalla Polonia a Israele al Messico passando per la Russia, dove non ci si è limitati al remake poiché nel 2020 è uscito anche il sequel. E nell'attesa di vederne altri (quello statunitense è stato bloccato per diverso tempo poiché i diritti appartenevano a Harvey Weinstein), in streaming è possibile scoprire la versione in lingua araba, girata in Libano e co-prodotta da Egitto ed Emirati Arabi, che inaugura un nuovo filone Netflix di lungometraggi realizzati in quella regione linguistica.

Amicizie messe alla prova

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Perfect Strangers: una sequenza del film

Non ci sono particolari sorprese in Perfect Strangers, che segue molto fedelmente il canovaccio di Perfetti sconosciuti: c'è il gruppo di amici, la cena, l'eclissi lunare. C'è la proposta del gioco che richiede che ognuno posi il suo cellulare sul tavolo e risponda a qualunque messaggio, chiamata o mail nel corso della serata.
E ci sono le tensioni, i segreti e i tradimenti che vengono a galla, con il clima che si fa sempre più teso man mano che si accumulano le missive compromettenti che mettono a nudo le bugie e l'ipocrisia dei vari partecipanti.

Perfetti sconosciuti, e la vita segreta degli smartphone secondo Paolo Genovese

Non vi è nessuna deviazione significativa, neppure per quanto riguarda la storyline dell'omosessualità che nei paesi arabi è tuttora illegale e punibile con il carcere o addirittura la morte (presumibilmente in questo caso incide la partecipazione di Netflix, che non è vincolato da regole di censura come quelle che colpiscono le uscite cinematografiche in quella parte del mondo). Non che questo fosse particolarmente sorprendente, come può immaginare chiunque abbia visto uno degli altri remake, alcuni dei quali affidati a registi di un certo peso (quello spagnolo è targato Álex de la Iglesia): anche chi non disprezza a prescindere l'idea di un rifacimento non può fare a meno di notare come qui l'approccio sia fastidiosamente pedissequo, con l'efficacia del singolo film che è dettata da fattori esterni alla sceneggiatura.

Perché ci riconosciamo in questi Perfetti sconosciuti

Messaggeria e sciatteria

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Perfect Strangers: una scena

L'intento è chiaramente quello di raggiungere un bacino d'utenza più ampio possibile, puntando anche sullo star power locale (nel cast c'è Nadine Labaki, attrice e regista che vanta un discreto seguito internazionale grazie alle sue partecipazioni a festival come Cannes e Venezia). Ma la voglia di essere popolari non è una scusante per giustificare un apparato tecnico davvero approssimativo, con un'estetica piatta che aderisce al luogo comune della cifra stilistica di Netflix e solo in pochi punti rende giustizia all'unione non banale tra copione e attori. Che si tratti di pressioni produttive o, forse più banalmente, di inesperienza registica (è il primo lungometraggio per Wissam Smayra, dopo un corto e due videoclip), il risultato - comunque notevole da un punto di vista storico per come espande linguisticamente il catalogo del servizio - sembra costruito a tavolino per chi si lascia distrarre facilmente da tutto ciò che appare nella sezione "Novità" della piattaforma. Chi invece fosse veramente curioso di sapere come altri mercati hanno adattato - per quanto pedissequamente - il campione d'incassi di Genovese farebbe meglio a ripiegare su altre trasposizioni, come ad esempio quella francese.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Messaggi e segreti, sottolineando come nel remake di Perfetti sconosciuti si senta la mancanza di originalità, che è messa in evidenza da una regia sciatta che penalizza a tratti le interpretazioni solide di un cast che sta al gioco.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il cast è molto efficace.
  • La sceneggiatura, per quanto ricalcata eccessivamente sul modello italiano, mantiene una certa solidità.

Cosa non va

  • La regia approssimativa smorza il potenziale comico dell'operazione.