Bagno di folla per Max Pezzali a Lucca. Il cantante si è presentato sul palco del Lucca Comics & Games 2023 per presentare il suo fumetto Max Forever, realizzato con la complicità di Roberto Recchioni. L'incontro è servito, in realtà, come scusa per parlare un po' di tutto, dalla capacità di Pezzali di farsi cantore del quotidiano della nostra generazione alla sua passione per i fumetti che ha radici antiche.
"Il mio personaggio preferito è sempre stato Ghost Rider" ha esordito Max Pezzali. "Ma il brano che mi ha reso celebre con gli 883 l'ho dedicato all'Uomo Ragno perché per me era il supereroe umano per eccellenza. Vive nella parte sfigata di New York, ha problemi di soldi, deve occuparsi di Zia May. In una società che premiava i vincenti non potevo non identificarmi nella figura dello sfigato". Parlando della sua adolescenza a Pavia, il cantante spiega: "Per la mia generazione il fumetto era l'unica via di fuga. All'epoca in tv c'era pochissimo, ma c'erano i fumetti Corno, che pubblicavano Marvel con tutti i nomi italianizzati".
Chi ha ucciso l'Uomo Ragno? I manga
L'uscita dell'album Hanno ucciso l'Uomo Ragno, nel 1992, ha sancito il successo degli 883, composti all'epoca da Max Pezzali e Mauro Repetto. A chi si chiede che cosa significhi il titolo di una delle hit più popolari degli 883, Pezzali rivela che a "uccidere l'Uomo Ragno" è stata l'invasione dei manga giapponesi, che negli anni '90 hanno preso il posto dei fumetti americani con cui era cresciuto. "L'arrivo dei manga, per me, ha rappresentato il crollo dei miti dell'infanzia, ecco perché ho scritto la canzone".
Oltre a dichiarare il suo amore assoluto per Ghost Rider ("ne sono malato") e per Punisher, Max Pezzali confessa che l'uscita del Batman di Tim Burton nel 1989 e dello Spider-Man di Sam Rami, visto in anteprima a New York nel 2002, hanno rappresentato 'momenti storici' della sua esistenza. "La cosa più bella dopo la nascita di mio figlio Hilo è stata proprio l'anteprima di Spider-Man a Times Square. Me ne stavo con la testa in su a guardare i grattacieli sperando di vederlo apparire, è stata la realizzazione di tutte le mie fantasie".
All'amore di Max Pezzali per i fumetti Marvel non corrisponde l'interesse per DC Comics, a eccezione di Batman, "che al cinema ha raggiunto vette incredibili". Le critiche del cantante si concentrano soprattutto su Superman. "Avrebbe dovuto fare sfaceli, era il più potente di tutti, ma per me si impegnava un po' poco per i poteri che aveva. Se Spider-Man avesse avuto i suoi poteri sai dove eravamo adesso. Ma Superman non mi ha mai convinto. si travestiva infilandosi un paio di occhiali... ma cazzo non lo vedi che è Clark Kent?"
Hanno ucciso l'Uomo Ragno - La vera storia degli 883, trama e foto della serie di Sydney Sibilia
La vita di provincia ti fa tenere i piedi per terra
Pur non amando troppo la DC, Max Pezzali deve ai fumetti molto del suo stile, come ammette lui stesso. "Colori primari, immagini vivide, questo per me è l'unico modo per raccontare me stesso. Ho sempre avuto difficoltà a scrivere testi astratti. Agli inizi non riuscivo a scrivere qualcosa che non potessi visualizzare, avevo in testa una specie di storyboard. Se non vedo cosa succede non riesco a metterlo in parole. In questa logica i personaggi sono veri".
Ed è vera la figura di Cisco, amico di Max Pezzali nella vita reale, che compare in alcuni brani. "Cisco è un amico concreto mi riporta alla realtà. I miei personaggi mi permettono di rimanere attaccato al mio mondo" spiega. "Sono diventato famoso abbastanza giovane, ma mi sono sempre tenuto lontano dallo stile di vita di chi è popolare perché sono timido e rifuggo l'attenzione. Mi sono sempre ritagliato pezzi di assoluta normalità e anonimato". A contribuire senza dubbio è la sua Pavia, la città delle "due discoteche e 106 farmacie": "Nelle piccole città come Pavia hai rotto le palle, non sei più la novità. Sei sempre quello che va al bar, all'autolavaggio, in lavanderia. All'inizio non mi prendevano sul serio. Questo mi ha aiutato a restare sul pezzo e a non illudermi mai. La precarietà è un dono per un artista. Quando ti senti arrivato sei morto".