"Fumata bianca, fumata bianca". Mentre Matteo Paolillo è sul palco del talk a lui dedicato al Riviera International Film Festival le campane di una vicina chiesa iniziano a suonare a festa. Dal pubblico qualcuno informa che il nuovo Papa è stato eletto. Poco prima l'attore aveva commentato una storia pubblicata pochi giorni prima dedicata proprio a Bergoglio.

"Ho riflettuto su cosa significa per un uomo così importante e potente mostrarsi in un certo modo. Se il Papa sceglie di fare questa cosa sta lanciando un messaggio forte", commenta l'attore riferendosi alle sue rinunce in un mondo di apparenze. "In un'epoca dove mostrare e ostentare quello che si ha è la cosa che funziona, rinunciare a dei privilegi per me è stato un messaggio molto importante".
Il rapporto con il successo

Una carriera iniziata giovanissimo, appena tredicenne, in una compagnia teatrale della sua città natale, Salerno. Un diploma nel 2019 al Centro Sperimentale di Cinematografia e un ruolo, ottenuto solo un anno dopo, che gli ha cambiato la vita. Quello di Edoardo Conte in Mare Fuori. "L'affetto del pubblico è una cosa bellissima. È un qualcosa arrivato all'improvviso. Ormai sono tanti anni e ci sono persone che mi seguono sempre. È bello sapere che c'è qualcuno pronto ad ascoltarti".
"Il successo invece può essere anche un'arma a doppio taglio quando arriva così prepotentemente", riflette Paolillo. "Ci pensavo recentemente. La mia è una generazione venuta su con genitori che ci hanno sempre detto: 'Ce la puoi fare'. Siamo cresciuti con l'ambizione di puntare sempre in alto, di fare qualcosa che ci faccia sentire realizzati. Però poi non c'è mai un punto d'arrivo. Sento che abbiamo la pressione di dover raggiungere il successo. Qualcuno che mi vede da fuori può dire: 'Tu ce l'hai fatta'".
"Specialmente dopo il boom iniziale non ho capito nulla, poi ho cominciato a riflettere, a prendere consapevolezza", continua l'attore. "Sono stato molto fortunato e sicuramente mi ha dato la possibilità di far conoscere quello che sono come artista a tante persone. Penso che quello che è successo per me è un punto di inizio e non di arrivo. E soprattutto non è lo scopo della mia vita. È importante comunicare che le cose che contano nella vita sono altre. Sono le passioni da coltivare, al di là del successo o del fallimento che è fondamentale e fa parte della nostra vita".
L'esperienza in Mare fuori
Archiviata la sua esperienza in Mare fuori con l'uscita di scena sul finire della quarta stagione, per Matteo Paolillo si è aperto un nuovo capitolo professionale. "Ho visto l'inizio della quinta stagione, non ho avuto il tempo di finirla", ammette l'attore. "Voglio farlo anche perché ci sono i miei colleghi e mi fa piacere sostenerli".

Il grande successo ottenuto dalla serie ha portato alla realizzazione di un musical e alla produzione di un prequel dedicato a Rosa Ricci che vedremo nei prossimi mesi. Tutta questa popolarità rischia di trasformare il titolo solo in un prodotto commerciale? "Questo conflitto tra il lato commerciale e il lato artistico c'è sempre stato", riflette Paolillo. "È anche normale che se un prodotto funziona cerchino di venderlo il più possibile"_.
Io+Te
Tra i progetti ai quali si è dedicato Matteo Paolillo c'è anche Io+Te, esordio alla regia di Valentina De Amicis in cui condivide lo schermo con Ester Pantano, Eva Cela e Antonio De Matteo. "Ho girato questo film ormai più di un anno fa. I tempi del cinema sono molto più lunghi, specialmente per le opere prime. E con la crisi che stiamo affrontando legata al tax credit lo è ancora di più", spiega l'attore. "Ci sono stati molti problemi negli ultimi anni, tra regole e punti da rispettare. Tanti fondi non sono stati stanziati e di conseguenza le produzioni sono molto meno propense a investire nel cinema. Anche perché è più difficile stanziare milioni di euro sapendo che ne incasserai poche centinaia di migliaia".
"Tornando al film, spero possa uscire il prima possibile", confida Paolillo. "Interpreto un personaggio molto diverso da quello che si è visto in Mare fuori. È un ragazzo sensibile, molto più maturo della sua età. Si tratta di una storia d'amore in cui vengono affrontati temi poco trattati come l'aborto e l'infertilità maschile. Questo mi ha permesso anche molto di ragionare su cosa significa essere un uomo oggi in questa società. Siamo pieni di preconcetti e diamo molte cose per scontate. Mi sono chiesto come ci si sente a scoprire di non essere fertile. Ci concentriamo su tante cose però poi lo scopo della nostra vita è portare avanti la specie. È un film in cui credo molto".
La passione per la musica
Come abbiamo imparato grazie alla sigla di Mare fuori, Matteo Paolillo è anche un talentuoso cantautore. Dopo il platino di Origami all'alba, l'attore ha pubblicato un nuovo singolo, "Sotto la pelle". "Sono sempre stato un attore. "È sempre stato il mio sogno e la mia passione", ammette. "Però ho anche coltivato quella per la musica come hobby e sfogo personale. Alla fine queste cose si sono unite quando ho cominciato a scrivere le canzoni per Mare Fuori e ho continuato a portarle avanti. La differenza con la recitazione è che sono più libero di esprimere quello che voglio. Ora come attore ho la possibilità di scegliere i progetti, però sei all'interno di una storia che viene raccontata. Mentre nella musica posso raccontare quello che voglio io. C'è più creatività".
Il nostro futuro immaginato in "2045"
Nel 2024 l'attore ha debuttato anche come scrittore con 2045, romanzo edito da Solferino in cui racconta la storia di Zyon, un ragazzo che ha perso le gambe in un incidente e la cui unica salvezza per non restare disabile a vita sono le UltraGambe, una nuova tecnologia prodotta dai laboratori del magnate Mr Elyiah. Ma sua sorella maggiore, l'Amazzone, non si fida della tecnologia, tanto da essersi unita a un gruppo di ribelli. "È come mi immagino il mondo con la tecnologia, come andrà avanti e trasformerà le persone", spiega Paolillo.
"Si è sempre meno abituati a mostrare le proprie emozioni e a guardarsi negli occhi. Stiamo perdendo in qualche modo l'umanità. L'ho scritto prima che uscisse sul mercato ChatGPT. Stiamo entrando in un mondo in cui siamo sempre meno abituati a vederci come individui, ma come prodotti e dove le emozioni devono essere messe da parte perché sono un ostacolo per la società performante. Quando in realtà le emozioni sono tutto quello che ci rende umani. L'ho proiettato in avanti di vent'anni perché secondo il mio pessimismo andrà sempre peggio. Però l'ho scritto adesso perché spero che riflettendoci non ci arriviamo a quella condizione. In un mondo dove tra pochi anni i robot potranno fare qualsiasi cosa noi cosa faremo? I video su TikTok?".