Nell'immaginario collettivo è stata a lungo la bionda nevrotica del cinema italiano. In una curiosa imitazione tra arte e vita, Margherita Buy si è messa a nudo spesso e volentieri (metaforicamente parlando), tanto da convincere i registi a cucire addosso ai suoi personaggi le stesse fobie dichiarate a più riprese dall'attrice. Raramente si è orientata su ruoli che tradissero questa sua immagine fobica e un tantino isterica. Tanti anni fa ci aveva provato l'ex marito Sergio Rubini, ai tempi in cui lui e la Buy erano i Kenneth Branagh ed Emma Thompson della scena italiana, con film come La stazione o Prestazione straordinaria, ma è il campionario di nevrosi di Maledetto il giorno che ti ho incontrato a immortalare il personaggio che la Buy si porterà dietro a lungo.
Non che l'attrice, che non ha mai nascosto di soffrire di ansia, abbia mai preso le distanze da questo ruolo che l'ha resa celebre proprio perché le somiglia. Tutt'altro. Quando è arrivato il momento di esordire dietro la cinepresa ha scelto di affrontare una delle sue maggiori fobie, la paura di volare, ammettendo di aver dovuto rinunciare "a tante cose belle, festival internazionali che mi volevano ospite, film che non ho potuto girare perché il set era troppo lontano". Cinema come terapia per esorcizzare i propri demoni e per svelare un pizzico di sé, col beneplacito degli spettatori che hanno eletto la Buy uno dei volti più popolari del cinema italiano.
L'attrice più amata
Forte di una solida formazione teatrale, Margherita Buy è uno dei volti simbolo del cinema d'autore contemporaneo. Da Nanni Moretti a Daniele Luchetti, da Ferzan Ozpetek a Paolo Virzì passando per Marco Bellocchio, Giuseppe Tornatore, Giuseppe Piccioni e Maria Sole Tognazzi, l'attrice si è costruita una lunga e felice carriera che le ha fruttato sette David di Donatello e numerosi altri premi. L'esordio nel 1986, a ventiquattro anni, in La seconda notte di Nino Bizzarri, che le permette di conquistare il Globo d'oro come miglior rivelazione. Da lì in poi è un crescendo che, ben presto, attira anche l'attenzione del cinema internazionale come dimostra la chiamata della regista francese Nicole Garcia, che nel 1994 la vuole per Le fils préféré.
Oltre al teatro e al cinema, non può mancare la televisione. Margherita Buy affianca il collega Sergio Castellitto nel Maigret di Renato De Maria, dove interpreta la signora Maigret, e nella versione italiana di In Treatment, dove è nei suoi panni nel ruolo dell'attrice cinquantenne affetta da mancanza cronica di autostima. Più di recente l'abbiamo potuta apprezzare nell'acclamata miniserie Netflix Ripley, ennesimo adattamento del classico thriller di Patricia Highsmith. Insomma, tra drammi e commedie, la sua carriera è un successo dietro l'altro. Niente male per un'ansiosa cronica. E mentre vi invitiamo a scoprire la recensione di Una terapia di gruppo, sua nuova fatica, commedia corale remake della divertente pellicola spagnola Tic Toc, arrivata al cinema, scopriamo i 10 migliori film di Margherita Buy che abbiamo selezionato per ripercorrere insieme i ruoli più significativi dell'attrice.
Volare, Margherita Buy: "Era una storia così personale che alla fine mi sono buttata"
1 - Maledetto il giorno che ti ho incontrato
Il film simbolo della cinematografia di Margherita Buy è "tutta colpa di" Carlo Verdone, che dieci anni dopo farà il bis con Ma che colpa abbiamo noi? Dopo averla notata ne La stazione, Verdone fa della Buy la sua musa nella commedia con il livello di ansia più alto di sempre e l'alchimia tra i due nevrotici conclamati funziona a dovere. Verdone interpreta un musicologo depresso che lavora a un libro biografico su Jimi Hendrix che si imbatte in Billa, attrice psicotica invaghita del suo psicanalista che, guarda caso, è lo stesso terapeuta a cui si è rivolto il musicologo per superare le sue fobie e imbarcarsi per l'Inghilterra a fare ricerche sulla morte di Hendrix. L'incontro con la scoppiettante Billa movimenterà non poco la sua esistenza. Con una Margherita Buy qui all'apice delle nevrosi e del fascino.
2 - Le fate ignoranti
Ferzan Ozpetek regala a Margherita Buy uno dei suoi ruoli drammatici più intensi. Nei panni di Antonia, medico che dopo la morte improvvisa del marito si mette sulle tracce della misteriosa amante di cui non aveva mai sospettato l'esistenza, l'attrice romana lavora su debolezze e sfaccettature dando vita a una performance intensa e delicata. Antonia è una donna che vive un cambiamento a 360° scoprendo che il marito non sono aveva una relazione con un uomo, ma viveva una seconda soddisfacente esistenza tra le braccia di una folta e colorita comunità gay. La stessa che accoglierà Antonia, permettendole di scoprire che non esiste una sola forma di amore, ma tante e diverse. La varietà di sentimenti che attraversano la mente di Antonia viene resa sullo schermo grazie a una complessità emotiva di cui è capace solo un'attrice di spessore perciò la risposta della Buy allo stimolo del regista non sorprende affatto.
3 - Esterno notte
Quello della moglie di Aldo Moro è uno dei ruoli più delicati che Margherita Buy è chiamata a interpretare. Marco Bellocchio si affida a un grande cast per il suo film fiume/serie tv che racconta una delle pagine più tragiche della storia d'Italia. Nel ruolo di Eleonora Moro, la Buy abbandona qualsiasi vezzo attoriale per restituire tutta la dignità del personaggio di Eleonora Moro, una moglie e madre di famiglia trascinata nel vortice della politica dopo il rapimento del marito che fa di tutto per riaverlo a casa. La forza morale di questa donna, i tentativi di mantenere unita la famiglia nell'ora del dolore, le trattative aperte con Papa Paolo VI e il duro scontro con la DC sono le tappe dell'evoluzione di una figura storica spesso rimasta in secondo piano a favore del più celebre marito a cui Bellocchio dà finalmente centralità grazie alla sensibilità e alla maturità di una interprete duttile e dedicata.
4 - Habemus Papam
Dopo Il Caimano, Nanni Moretti consolida il rapporto lavorativo con Margherita Buy affidandole il ruolo di terapista del suo papa pazzerello, interpretato da Michel Piccoli. Un contrappasso non privo di ironia per l'attrice, regina dei fobici, passare dall'altra parte della barricata. Lo stesso Moretti interpreta un luminare della psicoanalisi che decide di indirizzare il delicato paziente alla ex moglie e collega, la Buy per l'appunto, senza informarla dell'identità del Pontefice in modo che lo curi senza pregiudizi. E mentre il neo Papa in piena crisi scorrazza liberamente per Roma, lo psichiatra di Moretti e i cardinali si concedono un memorabile torneo di pallavolo che sancisce come la piena sanità mentale, dentro e fuori il Vaticano, sia un fatto più raro del previsto.
5 - La stazione
Per il suo esordio da regista, Sergio Rubini regala alla moglie Margherita Buy un ruolo da dark lady portando al cinema il testo di Umberto Marino già interpretato a teatro. In fuga dal fidanzato violento, la ricca e sensuale Claudia irrompe nella piccola stazione pugliese sconvolgendo la routine del timido capostazione Domenico (Rubini), il quale si trova costretto a tirare fuori una forza d'anima inedita per difendere la giovane dalla furia del compagno che vuole mettere a ferro e fuoco l'ufficio del capotreno. Un'opera prima sulla solitudine, sull'amore e sul destino che non passa certo inosservata e che frutta alla Buy il David di Donatello, il Nastro d'argento e il Ciak d'oro come miglior attrice protagonista.
6 - Caterina va in città
Margherita Buy e Sergio Castellitto sono i genitori dell'adolescente Caterina, studentessa di un paesino di provincia catapultata nella realtà della Capitale dopo che la famiglia si trasferisce nella casa della nonna defunta. Paolo Virzì sfrutta l'espediente del trasloco per raccontare attraverso gli occhi di un'outsider il caos della città con tutte le sue difficoltà, amplificate dal fatto che il padre di Caterina, un insegnante di ragioneria frustrato, fa di tutto per inserire la figlia negli ambienti che contano iscrivendola a una scuola frequentata da figli di personaggi abbienti e costringendola a essere sottoposta al giudizio dei figli di papà con cui ha poco o niente in comune. Ma l'attenzione si concentra sulla performance di Margherita Buy, qui nei panni di una casalinga semplice e di poche pretese offuscata da un marito prepotente e velleitario che, nel finale memorabile, si ribellerà a tale pesantezza trovando la sua personale via di fuga.
7 - Lo spazio bianco
Ancora un personaggio complesso, con un mondo interiore in subbuglio da tradurre sullo schermo. Nel film di Francesca Comencini, Margherita Buy è una donna che si ritrova sospesa in un limbo dopo aver partorito una bambina prematura. Maria è una madre single che si è ritrovata incinta dopo una fugace relazione e cerca un modo per affrontare l'attesa dei mesi in cui la vita della figlia è appesa a un filo. Donna energica, indipendente, abituata a decidere solo per se stessa, si ritrova confusa e impossibilitata ad agire. La performance sottile e sfumata di Margherita Buy, che oscilla tra incertezza, disperazione e speranza, è uno degli ingredienti essenziali del film insieme a un'inedita rappresentazione di Napoli, meno caotica e più plumbea rispetto al canone, quasi a riflettere il tormentato stato d'animo della sua protagonista.
8 - Fuori dal mondo
Un altro ruolo fuori dai canoni per Margherita Buy, quello di una suora costretta a fare i conti con un lacerante desiderio di maternità dopo aver rinvenuto un neonato abbandonato a Parco Sempione. Il dramma di Giuseppe Piccioni racconta l'incontro tra due anime impossibilitate a cambiare la propria esistenza per via dei ruoli imposti dalla vita o da loro stessi. Nella sua ricerca della madre del neonato, la suora si imbatte, infatti, nel proprietario di una lavanderia interpretato da Antonio Albanese con cui nasce un rapporto di affetto che non potrà avere nessun seguito. Una Buy dolente, introspettiva e misurata aggiunge un altro delicato e complesso personaggio alla sua galleria sempre più varia.
9 - Mia madre
Quando Nanni Moretti sente il bisogno di mettere una distanza tra se e la storia autobiografica che decide di raccontare sceglie proprio Margherita Buy come suo alter ego femminile. Senza allontanarsi troppo dalla realtà, affibbia al personaggio - una regista in crisi che deve barcamenarsi tra le difficoltà nel girare il nuovo film e la malattia della madre - il nome di Margherita e tiene per sé quello di Giovanni, fratello attento e premuroso. A un Moretti meno ironico e surreale del solito corrisponde una performance più intima, intensa e a tratti rabbiosa del suo doppio femminile, che catalizza il suo senso di inadeguatezza, la sua crisi personale e familiare, la perdita della madre, i problemi di coppia e le difficoltà creative. Durante una passeggiata Moretti si rivolge alla sorella fictional invitandola a "rompere un suo schema", invito che gli è stato ripetutamente rivolto nel corso della sua carriera e che qui diventa spunto di (auto)riflessione e forse perfino di autocritica.
10 - Giorni e nuvole
Ancora un personaggio costretto a un cambio radicale di vita nel dramma di Silvio Soldini. Abbandonata momentaneamente la vena poetica, Soldini affronta la crisi economica raccontando la caduta di una coppia altoborghese quando il marito dirigente d'azienda (Antonio Albanese) viene fatto fuori dai colleghi. Quando lo scopre, la moglie Elsa vede il suo mondo crollare. La sua passione per la storia dell'arte e il restauro, la totale ignoranza nella gestione della casa e delle spese domestiche. La Elsa di Buy è costretta a ricostruirsi da zero reinventandosi centralinista di call-center mentre il marito, incapace di reagire, oscilla tra euforia e depressione dedicandosi a lavori umili che gli insegnano cosa significhi lavorare davvero per la prima volta nella vita. Positivo ed energico, il personaggio di Margherita Buy non solo trova la forza di reagire invece di abbandonarsi alla nevrosi, ma lotta anche per proteggere il suo amore. L'attrice trova la sua verità in scene come il karaoke stonato sulle note di Ti stringerò di Nada.