Doveva essere il giorno di Nanni Moretti e di Caos Calmo, è stato invece il D-day di Madonna. C'era grande curiosità intorno al debutto della cantante dietro la macchina da presa, ma la proiezione mattutina riservata alla stampa, con la sala esaurita in pochi minuti e numerosi accreditati rimasti fuori, aveva lasciato alquanto perplessi gli addetti ai lavori. La delusione per un film poco convincente non ha però fermato una schiera di illustri critici dallo sgomitare per entrare alla blindatissima conferenza stampa per la presentazione di Filth and Wisdom, perché Madonna è diventata l'evento nell'evento, l'unica vera stella di un festival un po' avaro di grandi nomi che attraessero il pubblico e solleticassero l'interesse dei media. Il suo film, presentato nella sezione Panorama Special, è la storia di tre amici, un ragazzo e due ragazze, che condividono lo stesso appartamento e che lottano insieme per sopravvivere nella metropoli londinese, tra lavori insoddisfacenti e voglia di emergere. Biondissima e con un sorriso raggiante, Madonna si presenta in conferenza, accompagnata dal cast del film e accolta da un'autentica ovazione, per parlare di questa sua ennesima sfida, della sua nuova vita da regista.
Filth and Wisdom nasce in origine come un corto. Perché ha deciso di farlo diventare un lungometraggio?
Madonna: Il film è cresciuto perché ho cominciato a lavorare con Eugene Hutz, il protagonista, che mi ha dato tante idee e suggestioni che hanno fatto evolvere il progetto iniziale. Mi sono innamorata gradualmente dei personaggi e volevo che avessero una vita più lunga. In più ho voluto crearne di nuovi e tutto questo mi ha fatto capire che non mi bastavano più venti minuti per il film, ma dovevo regalare ai miei personaggi un film intero tutto per loro.
Quanto c'è di Madonna nel film?
Madonna: Una delle cose che esploro in Filth and Wisdom è questa continua lotta per il raggiungimento dei propri obiettivi, qualcosa che è successo anche a me in passato. Se guardo agli inizi della mia carriera, infatti, posso ricordare quei momenti come se fosse ieri. Ci sono aspetti di Holly, Juliette e AK, i tre protagonisti del film, che mi rappresentano totalmente e che mi richiamano alla mente buona parte dei ricordi della mia vita. Forse dall'esterno quella che potrebbe sembrarmi più vicina è Holly perché come lei ero un'aspirante ballerina che si ritrova in una grande città, dove tante altre ragazze hanno il tuo stesso sogno e il problema di non potere pagare l'affitto a fine mese. La mia realtà attuale non è molto diversa da quella di venticinque anni fa, quando ho cominciato, e da quella del film. Sto ancora combattendo con le contraddizioni della vita, per capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, e non essere fregata dalle illusioni, cercando il mio giusto posto tra la luce e il buio.
Quando ha cominciato a pensare a questo progetto?
Madonna: Ho vissuto buona parte della mia adolescenza nel Midwest, un posto piuttosto convenzionale, ma sono cresciuta in un mondo che incoraggiava ad essere diversi. Ho scoperto che il mio maestro di danza era gay e mi sono trovata per la prima volta a confronto con questa realtà. Una sera mi ha portato in un pub gay e lì ho capito che c'era un altro mondo, un mondo dove le diversità erano la norma e mi sono riconosciuta in questo modo di vivere. E da questa dualità sono cominciate per me tante cose che mi hanno portato oggi ad essere qui con questo film.
Nel film è forte l'influenza della cultura zingara. Cosa l'attrae del loro stile di vita?
Madonna: Ho sempre voluto segretamente essere una zingara per il loro modo spontaneo di affrontare il mondo e la vita di tutti i giorni, aspetti che invidio e che cerco di mettere nella mia musica.
Ha chiesto consigli ad altri registi per questa sua nuova esperienza?
Madonna: Ho avuto tanti buoni consigli nel periodo in cui lavoravo, ma alla fine della giornata devi metterli tutti da parte e fare da sola. Quando sei tu il regista deve uscire fuori la tua visione del mondo.
Si è trovata a suo agio a dirigere per la prima volta degli attori?
Madonna: Amo dirigere, collaborare, lavorare con gli attori e non c'è nulla di paragonabile alla magia che si crea quando degli attori dicono le cose che hai scritto, interpretandole a modo loro.
Qual è la differenza rispetto alla regia dei suoi show dal vivo?
Madonna: Dirigere i miei show e poi realizzarli sul palco è un'esperienza viscerale che ti assorbe tante energie. Ero un po' gelosa di vedere Holly ballare e Eugene cantare ed era splendido per me poterli dirigere, ma mi mancava quella liberazione che non puoi sentire quando non sei tu che ti esibisci. Perciò mi sono dovuta adattare a questo lavoro dal collo in su.
Come ha scelto le musiche per il film?
Madonna: Molte musiche che ho voluto inserire in Filth and Wisdom mi sono state suggerite da Eugene e molto delle canzoni della sua band, i Gogol Bordello, sono entrate a far parte della colonna sonora. Mentre giravamo, Eugene mi portava continuamente dei cd e quelli che preferivo erano quelli contenenti certe musiche composte da suo zio, che sono state fonte di grande ispirazione perché si sposavano perfettamente con quello che volevo comunicare. Inoltre, ho utilizzato pezzi di artisti che sono miei amici, tra i quali Britney Spears, perché sapevo che non mi avrebbero fatto causa per averli inseriti nel film.
E' vero che distribuirà il film via internet?
Madonna: Internet rappresenta una strada non convenzionale per essere visti e penso che sia la forma di distribuzione migliore per un film come Filth and wisdom.
Cos'è la felicità oggi per Madonna?
Madonna: Trenta anni fa essere felice significava per me poter sopravvivere a New York e far sì che la mia voce venisse ascoltata. Oggi la felicità è far sì che mi accadano altre cose.
Sogna un giorno di poter essere considerata una vera regista?
Madonna: Sono qui a Berlino solo come regista, perciò non devo sognare, sta già accadendo.
Eugene Hutz, com'è stato lavorare con una regista come Madonna?
Eugene Hutz: Ero abbastanza stanco di tutte le offerte che mi arrivavano e ho accettato questo progetto perché mi ha particolarmente entusiasmato. No scherzo, erano anni che nessuno mi proponeva niente e sono stato felice di passare un anno con Madonna per realizzare Filth and Wisdom. E' stata una sorpresa non litigare con lei, perché io ho una propensione naturale per la regia e non è facile dirigermi. La prima esperienza da attore, in Ogni cosa è illuminata, è stata devastante per me, ma ogni volta che lavoro con un regista cresco un po' di più.
Come ha lavorato alla costruzione del suo personaggio?
Eugene Hutz: Ho cercato di portare nel film quell'umorismo tipico ungherese che rappresentasse per il mio personaggio un arcobaleno nel suo torpore ubriaco. In AK è finito tutto quello che di buono c'è nella mia cultura ed io sono stato felicissimo di poter suonare la mia musica.