'Ma che ci faccio qui!': l'estate giovane dopo gli esami

Il regista Francesco Amato e due protagonisti raccontano il film, primo lungometraggio uscito dal Centro Sperimentale di Cinematografia

Realizzata dagli allievi diplomandi del Centro Sperimentale di Cinematografia, una nuova commedia adolescenziale dal sapore estivo sfida il mercato e l'arrivo nelle nostre sale del più famoso supereroe in calzamaglia. Costato 800.000 euro e girato nel corso di otto settimane tra Anzio e Roma, Ma che ci faccio qui! è il frutto di un lavoro collettivo, il saggio di diploma di un gruppo di giovani studenti che dalle aule di una scuola si ritrova ora a fare il passo fatidico e ad affrontare la prova più difficile, quella del mercato. Una scommessa che Rai Cinema e Istituto Luce, tra i produttori del film, si augurano di poter vincere. In conferenza stampa il ventisettenne regista Francesco Amato e due tra i protagonisti, Chiara Nicola e Paolo Sassanelli, ci parlano della passione profusa nella realizzazione di questo nuovo film dedicato ai più giovani, che approderà nelle nostre sale il 1° settembre, quando il profumo di salsedine non sarà ancora un ricordo ormai sbiadito.

Francesco Amato, come è nato questo suo primo lungometraggio? Francesco Amato: Il film nasce da un'idea di Andrea Agnello, che è un mio compagno del Centro Sperimentale col quale avevo già lavorato in passato. Quando mi ha passato questo soggetto, che aveva scritto durante il secondo anno di corso, non ero inizialmente convinto, poi l'interesse da parte dei produttori mi ha spinto a rileggerlo e ho capito, grazie a loro, come va letto un progetto cinematografico, perché quei fogli avevano potenzialità che non avevo colto prima. Questo film mi ha fatto crescere da molti punti di vista, dal punto di vista del testo, che ho contribuito a scrivere in fase di sceneggiatura, e da quello degli attori, con i quali ho avuto uno splendido rapporto basato sul dare e ricevere.

Cosa non la convinceva del soggetto? Francesco Amato: Non riuscivo a risolvere il fatto che per me fosse giusto l'abbattimento dello stabilimento balneare dove è ambientata la storia, mentre nel film ci sono persone che lo vogliono salvare. Poi ho capito che l'amicizia tra Alessio, il protagonista, e Tonino, il proprietario, doveva essere più importante delle ragioni degli ambientalisti.

Come pensa che sarà accolto quest'ennesimo ritratto generazionale? Francesco Amato: Qualche giorno fa, per gioco, ho cercato su Google qualche sito che parlasse del mio film e mi sono imbattuto in un blog di un ragazzo che, senza aver visto il film, ma avendone soltanto letto la sinossi, si dichiarava stufo di questi "soliti film" sui ventenni in crisi. E' chiaro che non bisognerebbe mai giudicare un film senza averlo visto. Quello che abbiamo cercato di fare nel nostro lavoro è stato il creare uno spirito diverso, una generazione entusiasta che non si ferma di fronte ai fallimenti, che parte, all'interno del film, con una grande ingenuità e cresce scoprendo l'amicizia e i sentimenti.

Quali sono stati i suoi modelli nella realizzazione del film? Francesco Amato: Il nostro film non è solo una commedia adolescenziale, ma è anche una commedia all'italiana in senso classico. I nostri modelli non sono stati solo Muccino e Virzì, ma anche Risi, Monicelli, Truffaut e certi film sudamericani come I diari della motocicletta e Y tu mama tambien.

Chiara Nicola, questa è stata la sua prima esperienza da attrice. Com'è avvenuto l'incontro col cinema? Chiara Nicola: E' una cosa che è successa per caso, sono stata avvicinata mentre andavo all'università e il destino ha voluto che quel giorno fossi conciata come un maschiaccio, proprio come il mio personaggio nel film, e così sono stata scelta. Ho scoperto che recitare è un'arte, che fa godere, e a me è piaciuto tantissimo, mi ha cambiato la vita, ma mi ha cambiata anche come persona e se quest'esperienza continuerà sarò ben felice.

Paolo Sassanelli, finalmente, dopo tanta fiction e teatro, torna sul grande schermo con un'opera prima. Com'è stato lavorare con questo gruppo di giovani al loro primo film, un'esperienza che per lei non rappresenta una novità? Paolo Sassanelli: Ho fatto tante opere prime e cinema indipendente, e ne sono felice, ma sicuramente sarei anche felice di fare altro. Mi sento fortunato ad aver lavorato con Francesco perché penso sia un regista molto capace. Lavorare con tutti questi ragazzi pieni di entusiasmo è stato fantastico, anche se mi sentivo terribilmente vecchio. Il film mi ha sorpreso per com'è, la regola è che un film così dovrebbe incassare e quindi sono fiducioso. Usciamo lo stesso giorno di Superman Returns e sono convinto che noi saremo la kriptonite per il supereroe.