Nel 1990 i fratelli Lauenstein vinsero il premio Oscar per il miglior cortometraggio d'animazione con il surrealista Balance. Da allora dei due interessanti fratelli non si è quasi sentito più parlare fino ad oggi, ovvero fino all'avvento nei cinema del loro primo lungometraggio animato: Luis e gli alieni.
Il film vede come protagonista il piccolo Luis del titolo, figlio di un ufologo che lavora di notte e presta poca attenzione al ragazzo che è costretto a crescere da solo dopo la prematura morte della madre. Luis è un bambino speciale e per questo emarginato, bullizzato dai suoi compagni. Un giovane antieroe archetipico che, in quanto tale, ben presto trova il suo riscatto nell'incontro con Mog, Nag e Wabo, tre alieni sbarcati sulla terra per acquistare uno stra-pubblicizzato materassino massaggiante che diventeranno i fedeli alleati del ragazzo, soprattutto nella sua battaglia contro la Sadiker, assistente sociale che vorrebbe mandarlo in un istituto per bambini abbandonati.
Leggi anche: Da Inside Out a Coco: cosa ci ha insegnato la Pixar sulla vita, la morte e l'importanza di ricordare
Oltre l'immagine
Luis e gli alieni è un opera graficamente non troppo accattivante, soprattutto se messa a confronto - come purtroppo viene istintivo - con i capolavori di major dell'animazione in grado di fare vere e proprie magie in CGI, eppure la pellicola dei fratelli Christoph e Wolfgang Lauenstein mostra fin da subito un gran cuore e un dinamismo narrativo (crescente) che fa passare in secondo piano l'imperfetta estetica del film.
Ironico e al contempo profondissimo, forte di momenti degni delle migliori commedie degli equivoci, Luis e gli alieni veicola tematiche importanti ed estremamente contemporanee come, prima su tutte, quella dell'accettazione del diverso e lo fa a più livelli, toccando con grazia, bellezza e leggiadria le giuste corde di adulti e bambini.
Leggi anche: Pixar: i 15 migliori film dello studio di Lasseter
Ci hanno messo sette anni i Lauenstein a coronare il loro sogno di realizzare un lungometraggio animato e nel farlo hanno deciso abbandonare i toni cupi del loro corto capolavoro, creando con passione e pazienza un piccolo gioiello da grande schermo "mainstream" ma dall'animo indipendente. La speranza, a questo punto, è che questi due cineasta non spariscano nuovamente perché c'è bisogno e spazio anche per artisti puri e tenaci come loro nel colorato mondo dell'animazione.
Movieplayer.it
3.5/5