Love is not my only crime
Tanto per cominciare, vista la progressiva standardizzazione di una distribuzione italiana sempre meno attenta alle cinematografie minori, la presenza in sala di un film come Amore & altri crimini (Love & Other Crimes, 2008) è per sua natura evento al quale guardare con interesse. Anche perché la provenienza del regista, il serbo Stefan Arsenijevic, ci riporta ad un'area come quella balcanica, dalla cui tormentatissima storia discende un modo di fare cinema tendenzialmente sopra le righe, dai tratti inconsueti, votato spesso al grottesco e all'iperbole. Ecco, sulla base delle pur sommarie indicazioni fin qui esposte, il film del giovane Arsenijevic (classe '77, nato a Belgrado) può in parte rappresentare una delusione. Lo diciamo senza per questo rinunciare a un ricordo assai positivo, quello di Lost and Found.
Lost and Found è il titolo di un film collettivo, datato 2005, che tra l'altro servì a mettere in luce sei giovani registi provenienti dall'Europa Orientale, alcuni dei quali hanno poi ottenuto un rapido e meritatissimo successo. Tra gli autori dei cortometraggi che compongono il film troviamo infatti la bosniaca Jasmila Zbanic, in seguito vincitrice di un Orso d'Oro a Berlino grazie a Grbavica - Il segreto di Esma, e soprattutto Cristian Mungiu, il rumeno trionfatore a Cannes con 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni. In tutto ciò l'episodio serbo, "Fabulous Vera", si era messo in evidenza come uno dei più riusciti, creativi, in virtù del tram dirottato e lanciato a gran velocità nelle strade della periferia di Belgrado, per non dire della varia umanità coinvolta nella folle corsa o all'inseguimento del mezzo, con un paio di stralunati poliziotti a chiudere inesorabilmente il cerchio. Il felice impasto di situazioni farsesche e microdrammi appena accennati assicurava il giusto tono al corto, impreziosito dalla presenza di un'attrice carismatica come Milena Dravic.
In Amore & altri crimini, presentato nel 2008 alla Berlinale, l'esperienza maturata dall'autore attraverso questo e altri lavori brevi non ha saputo tradursi in un lungometraggio altrettanto efficace e carico di inventiva. Al contrario, si ha l'impressione che le situazioni paradossali introdotte nel plot non vengano approfondite, rimanendo sospese a metà, anche sul piano di dialoghi che tendono talvolta al ripetitivo. Eppure gli spunti buoni non mancano. L'esistenza inquieta di una donna di mezza età, Anica, nella sonnacchiosa e stagnante Belgrado dalla quale tutti vorrebbero andarsene, è al centro di un vortice che consuma rapidamente amori perduti e relazioni che si trascinano stancamente, come quella col boss che controlla la zona; gli imprevisti del destino faranno in modo che il piano di Anica per allontanarsi da quella realtà, in cui non le riesce di trovare altri stimoli, sia molto più sofferto del previsto...