Lost - stagione 6, episodio 4: The Substitute

L'appuntamento settimanale con Lost ci offre un interessante episodio che comincia a tratteggiare in modo più chiaro non solo il progetto che fa da sfondo al crash dell'Oceanic 815, ma anche la natura dei rapporti tra Jacob e il suo antagonista.

Diciamolo senza problemi: Lost può piacere o non piacere, può tenere ancora i suoi fan incollati allo schermo oppure allontanarli delusi per la gran mole di questioni irrisolte ed accumulatesi nel corso delle cinque stagioni passate, ma ha l'indubbio pregio di provare a tenere insieme i pezzi di trama lasciati sparsi in giro per poi rammendarli con mano sapiente.
Ed è proprio il caso del quarto episodio di questa conclusiva sesta stagione, The Substitute, basato su Locke, sulla sua vita nella realtà alternativa e sulla sua morte nella storia dell'isola.
Un Locke rappresentato una volta di più come agnello sacrificale nel grande progetto di Jacob perchè forse più di tutti è quello che paga il prezzo più alto all'interno della vicenda e non solo per il tradimento che pone fine alla sua vita (settimo episodio della quinta stagione, Vita e morte di Jeremy Bentham) per mano di Ben, ma proprio per l'esistenza che viene rubata e negata con il crash del volo Oceanic.Ed è il caso di dire che tra tutti coloro che vengono "toccati" da Jacob, cosa evidente durante la visione della puntata, e che sono costretti a portare un fardello maggiore di dolore, John Locke è colui che ha ricevuto il beneficio più grande con la vita che gli viene restituita dopo l'altro immenso tradimento, quello del proprio padre (episodio 13 della terza stagione, L'uomo di Tallahassee) che l'aveva costretto sulla sedia a rotelle.
Abbiamo quindi un Jacob che restituisce per poi riprendere in seguito con un motivo preciso, un piano ed una serie di compiti da svolgere affinchè l'equilibrio sull'isola non venga sconvolto.

Appuriamo allora che la realtà alternativa è per adesso solo mezzo di contrasto per evidenziare i punti fondamentali di ciò che accade nella realtà dell'isola, quindi con un Locke felice con la sua Helen, in procinto di sposarsi e deciso finalmente ad accettare l'ineluttabilità della propria condizione. Un Locke a cui si può indicare senza alcun problema cosa debba fare, come fa appunto Rose incontrata all'agenzia interinale dove è dirigente alle dipendenze di Hugo, incontrato anche lui fortuitamente nel parcheggio aziendale. Un Locke anche possibile amico di Benjamin Linus che ritroviamo professore di storia europea nella scuola dove John sarà destinato ad insegnare. Una vita tranquilla, quindi, senza avventure e walkabout, ma piena tutte quelle piccole cose che permettono un'esistenza normale anche a chi è costretto a stare su una sedia a rotelle.
Quindi a questo Locke appagato corrisponde sull'isola un Locke senza vita, seppellito e commemorato dal suo stesso assassino e usurpato nell'aspetto esteriore da qualcuno o qualcosa che ancora non si riesce a definire.
E non basta a stupirci la soggettiva del fumo nero con cui si apre l'episodio e che ci mostra come lo strano mostro si aggiri per l'isola osservando e studiando ogni cosa per poi tornare a prendere le sembianze del defunto John così da tenere colloquio con Richard imprigionato all'interno di una trappola tra gli alberi perchè se ci si aspettava qualcosa da quel colloquio è legittimo anche aspettarsi, come consuetudine di Lost, che la discussione venga solo annunciata e poi non realmente effettuata. Ed infatti non è attraverso le poche parole rivolte a Richard che otteniamo informazioni. Scopriamo solo dell'esistenza di candidati ad un qualche compito e vediamo quanto forte sia la fede di Ricardus nel piano di Jacob perchè l'uomo senza tempo continua a non fidarsi dell'uomo in nero.
L'anello debole della catena è, invece, il dolore di Sawyer ed è a lui che Locke si rivolge conducendolo in quello che è uno dei luoghi più interessanti dell'isola: una caverna a strapiombo sull'oceano e sulle cui pareti sono scritti come graffiti i nomi di molte persone, alcuni con un numero accanto.
Ed ecco i numbers che ritornano e sono abbinati ai nomi proprio di coloro toccati da Jacob nel corso delle loro vite: Hugo, lo stesso Sawyer, Jack, Sun e Jin insieme, Locke e Sayid. Questi sono i candidati, l'uomo nero che adesso è John Locke spiega che sono coloro in grado di prendere il posto di Jacob nel suo piano di difesa dell'isola.
Difesa da cosa ancora non si sa, Locke nega che ci sia anche necessità di difenderla, e che il suo unico progetto è abbandonare finalmente quel luogo e poter tornare a casa, ovviamente insieme a Sawyer che accetta senza esitare. Il problema è che continua a non essere chiaro cosa sia "casa" per lui e soprattutto quale sia la sua vera natura.
E' chiaro invece il senso dell'equilibrio tra bianco e nero, evidenziato anche da una bilancia con due pietre poggiate sui piatti, una bianca e una nera, con la bianca scagliata in mare da Locke. Ma c'è anche da riflettere su una curiosa apparizione, l'ennesima, nella boscaglia dell'isola e che fa supporre che Jacob e Uomo Nero siano comunque sottoposti a qualcosa di più alto. In breve, un ragazzino vestito alla moda degli Others, avvisa Locke che le regole del gioco impediscono di sconvolgere l'equilibrio e da queste parole si suppone quindi che la partita con Jacob non sia ancora conclusa e che colui che rappresenta il Bianco abbia ancora carte da giocare.
Resta solo da capire il ruolo dei sopravvissuti al crash perchè in questo momento tutto appare come una grande scommessa su chi tra bianco e nero riuscirà a vincere più pedine sulla scacchiera, probabilmente del backgammon, tante volte citato durante la prima stagione.