Ormai archiviati i diversi piani temporali, la sesta stagione di Lost non rinuncia allo stile che caratterizza la serie sin dal suo principio e continua a giocare con lo spettatore mescolando i momenti narrativi al fine di accrescere la tensione o comunque per conservare l'impressione che tutto ciò che accade, sia esso dislocato in momenti diversi del tempo o appartenente ad una realtà parallela generata dallo scoppio della bomba sull'isola, debba essere necessariamente legato come anelli di una stessa catena.
Per questo motivo What Kate Does, e dal titolo già si intuisce su quale dei personaggi chiave verterà l'episodio, rappresenta un interessante parallelismo con What Kate Did (stagione due, episodio 9) come se la differenza di tempo verbale possa sottolineare anche un cambiamento nelle vicende personali dei protagonisti, cosa che si evidenzia principalmente nella realtà parallela dei flashsideways, vero luogo di nuovi intrecci tra vite comunque destinate ad incrociarsi.
Cosa ciò voglia dire lo comprendiamo in un successivo colloquio tra Jack e l'orientale; Dogen insiste affinchè il medico convinca Sayid ad ingerire una pillola misteriosa, capace di debellare l'infezione prima che questa si diffonda anche tra gli altri. In realtà la capsula contiene veleno e di conseguenza si comprende che l'unica cura possibile per la misteriosa infezione è la morte. Jack, all'oscuro del contenuto della pillola e in costante crisi di coscienza, decide volontariamente di non somministrarla a Sayid, ma a questo punto dovremo attendere per capire in che modo tale decisione inciderà sulla trama. Dogen congeda però Jack con un'informazione senza dubbio sconvolgente: anche sua sorella Claire è stata vittima dell'infezione.
Tutta la narrazione all'interno del Tempio conserva, in ogni caso, grande fascino sia per l'ambientazione, sia per il modo di vivere della comunità che trapela sin dagli stessi abiti indossati e che ha il suo fulcro nella precisa personalità del giapponese Dogen. Di scarso interesse, invece, l'eterna fuga di Kate, sull'isola alla ricerca di Sawyer e poi anche nella realtà alternativa, perchè nulla aggiunge alla narrazione tranne il sottolineare quanto il personaggio sia rimasto uguale a se stesso ed incapace di interagire con le dinamiche del gruppo. Possibile però che nel corso di questa stagione finale anche Kate possa arrivare ad una redenzione/evoluzione e abbandonare le vesti di colei in fuga da tutto e da tutti.
Gettando però l'occhio nel versante del flashsideways, assistiamo all'incontro tra Kate e Claire, anche se con le dovute perplessità data la situazione di fuga della giovane evasa.
Il voler insistere sul fatto che le connessioni tra personaggi esistono a prescindere dalle decisioni del singolo porta con se delle forzature, tipo il ritorno nell'area circostante l'aeroporto di Kate giusto in tempo per aiutare Claire in difficoltà accompagnandola poi in ospedale dove incontriamo (restando nuovamente perplessi) un volto noto: Ethan Goodspeed, ginecologo rassicurante e prfessionale.
A questo punto è legittimo chiedersi in che modo le vite degli appartenenti al progetto Dharma siano cambiate e in che misura tutto ciò si lega all'inabissamento dell'isola visto durante la season premiere.
Tante domande, dunque, ancora senza risposta e un episodio in meno per spiegare, ma restiamo fiduciosi e attendiamo gli sviluppi futuri.