Un'istantanea della deflagrazione della politica nel nostro Paese, del difficile momento di smarrimento che sta attraversando il popolo italiano e del percorso che ha portato il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo ad attraversare in lungo e in largo lo Stivale durante la campagna elettorale che ha abbracciato ben settantasette piazze, riempite da un'impressionante massa popolare. Questo in poche parole si racchiude in Tsunami Tour, il documentario prodotto dall'indipendente Todos Contentos y yo tambien (all'attivo diverse fiction tv, documentari per home video e cinema) e diretto da Francesco G. Raganato sarà proiettato in alcune sale italiane in un evento unico il 10 aprile ma a fine aprile arriverà anche in vendita nella speciale versione libro + DVD (edizioni Sperling & Kupfer) e successivamente passerà anche in televisione e al Mercato del Festival di Cannes. Distribuito all'estero nei principali paesi europei e negli Stati Uniti, il film è stato concepito da Gianluca Santoro e Chiara Burtulo, rispettivamente autore e inviata della trasmissione di RaiTre Agorà, che spinti dalla loro indole giornalistica, insieme ad un loro amico operatore, si sono messi sulle tracce del camper del Movimento 5 Stelle seguendo ogni spostamento di Grillo & Co. nella difficile impresa di non essere cacciati via dal comico genovese e dal suo entourage. Questo quello che ci hanno raccontato della loro esperienza a contatto con il vero trionfatore delle elezioni politiche più incerte della storia repubblicana.
Com'è nata l'idea di fare questo documentario e come siete riusciti ad entrare nelle grazie di un personaggio difficile come Beppe Grillo?Gianluca Santoro: Il film è nato quasi per caso dall'intuizione di quattro amici. In pochi giorni abbiamo preso la decisione di fare un documentario sulla campagna elettorale del Movimento 5 Stelle e siamo partiti per quest'avventura. Grillo non ci ha mai ammesso formalmente alla sua corte ma la verità è che abbiamo avuto il colpo di fortuna di seguirlo dall'inizio e visto che ci ha visto sempre lì con lui, tutti i giorni e ovunque, alla fine è stato abbastanza semplice avvicinarlo da parte del nostro amico operatore. Come vedete anche dalle immagini è uno che non si è mai sottratto al contatto fisico e al confronto con le persone.
Era consapevole che stavate girando un documentario sul Movimento 5 Stelle?
Chiara Burtulo: Certo, sapeva che si trattava di una produzione indipendente. All'inizio non sapevamo neanche noi bene cosa fare e come affrontare questo progetto e così abbiamo deciso di girare, di riprendere ogni tappa dello Tsunami Tour e poi decidere alla fine cosa fare del materiale. Il rischio era quello di avere nel girato solo comizi tutti uguali, solo immagini di palco e poco altro, non immaginavamo che ne sarebbe venuta fuori un'Italia così intensa e interessante.
Chiara Burtulo: Non lo sappiamo se l'ha visto, noi glielo abbiamo mandato ma non ci ha mai fatto avere un riscontro. Nel film noi mostriamo quello che è realmente accaduto nelle piazze, mostriamo gli eccessi, le contraddizioni che vengono fuori dai suoi discorsi, il modo di relazionarsi con la gente che ha riempito le piazze e con le contestazioni che ci sono state. C'è stato un scambio di idee molto intenso e qualche volta anche brusco, ma Grillo non si è mai sottratto al confronto diretto con i suoi sostenitori così come con i suoi contestatori. Da alcune scelte estetiche e contenutistiche Tsunami Tour può apparire un po' come un documentario agiografico che segue dall'interno un percorso on-the-road sprovvisto di contraddittorio, che tipo di scelte avete fatto sotto questo punto di vista?
Gianluca Santoro: Sia ben chiaro che il nostro non è un film d'inchiesta, non volevamo capire chi fosse Beppe Grillo o cosa fosse il Movimento 5 Stelle bensì restituire un'istantanea di quel che stata l'avventura della campagna elettorale di questo movimento di rivoluzione civile. Non abbiamo voluto suggerire nulla allo spettatore ma solo mostrare per immagini una situazione che è sotto gli occhi di tutti, una possibilità in più per comprendere quello che sta accadendo. E' innegabile che sia stato lui il protagonista assoluto della campagna elettorale del Movimento, ma proprio per non limitarci a raccontare la sua figura abbiamo cercato di trovare un linguaggio diverso dal solito per descrivere quello che abbiamo visto seguendo il camper dello Tsunami Tour. Tutta opera vostra? Nessun materiale 'suggerito' dal Movimento 5 Stelle?
Francesco G. Raganato: Non c'è assolutamente nulla che provenga dal Movimento 5 Stelle all'interno del documentario. Da regista questo è per me il primo documentario non interamente girato da me, ho avuto il materiale solo successivamente al momento in cui Chiara e Gianluca mi hanno contattato e parlato del progetto. Considero questo film come il viaggio di quattro persone che hanno fatto qualcosa di particolare al fine di documentare qualcosa di importante che è accaduto nel nostro Paese, non lo abbiamo di certo fatto per motivi ideologici o politici.
Da quel che vediamo alla fine si è creato un rapporto di grande complicità tra il vostro operatore e Grillo...
Francesco G. Raganato: Lo ha seguito per mezza Italia da Nord a Sud e non lo ha mai mollato un momento appostandosi ovunque lui andasse, alla fine Grillo si è arreso e l'ha preso in simpatia concedendogli la tanto agognata intervista nel camper
Gianluca Santoro: Ammetto che ad un certo punto ho pensato che sarebbe diventata una cosa grossa. Personalmente penso che il successo di Grillo somiglia molto a quello di Berlusconi in termini di comunicazione, per quello che ho visto ha instaurato un rapporto pazzesco con la gente e penso che la sua sia un'umanità sincera, la sua emozione sul palco di Genova era autentica e ad un certo punto forse lì è uscito fuori l'aspetto umano che ha preso il sopravvento sulla sua grinta da politico. Da giornalisti, cosa pensate del Grillo che si rifiuta di parlare con i giornalisti italiani e di andare in tv?
Chiara Burtulo: Il nostro è un film che lascia alla storia l'avventura di Grillo, un uomo di spettacolo che ha preso il 25% dei consensi alle ultime elezioni raccontando alla gente in piazza quello che avete visto durante la proiezione.
Gianluca Santoro: Da giornalista dico che non è mai bello vedersi rifiutare un confronto ma in Italia noi giornalisti siamo un po' strani e tendiamo a non riflettere abbastanza sulle cose. Nulla ci spetta di diritto e la prima cosa che faccio quando qualcuno si rifiuta di parlare con me è chiedermi il motivo per cui lo fa...