L’isola di Andrea, la recensione: una storia imperfetta, ma piena di energia

Come il bambino protagonista, Antonio Capuano dirige con semplicità - ma tanta energia e libertà narrativa - la storia di una separazione. Al centro Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni.

I protagonisti de L'isola di Andrea

Affrontiamo sempre con grande curiosità e rispetto le opere dei grandi autori italiani, soprattutto quando si tratta di nomi che hanno fatto la storia del nostro cinema e che ancora continuano a mettersi in gioco e proporre le proprie storie, i propri film, al pubblico. È il caso di Antonio Capuano, che alla Mostra del Cinema di Venezia ha portato il suo ultimo lavoro, l'undicesimo del regista partenopeo che a 85 anni di età dimostra di avere ancora "qualcosa da dire", parafrasando il suo stesso alter ego presente in È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino: L'isola di Andrea è un film piccolo, ma onesto, sincero e anarchico per come affronta il racconto e la messa in scena, per come segue i due protagonisti interpretati da Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni, genitori in via di separazione del bambino citato nel titolo.

Storia di una separazione, tra scontri e nuovi equilibri

L Isola Di Andrea Sequenza
Una scena del film di Antonio Capuano

Al centro del racconto de L'Isola di Andrea ci sono Marta e Guido, coppia che ha ormai smesso di amarsi e di stare insieme, in corso di separazione. Un processo reso meno semplice per la necessità di gestire il loro unico figlio di otto anni, Andrea appunto. I due genitori si rivolgono al tribunale dei minorenni per poter definire e disciplinare l'accesso al bambino, per poter stabilire in modo definitivo, quanto tempo il figlio dovrà passare con il padre e la madre. A tal scopo, il magistrato organizza colloqui e udienze per ascoltare le parti, sia i genitori che il figlio, e le loro diverse motivazioni ed esigenze. Un processo che ha inevitabilmente un impatto su Andrea, che finisce per soffrire lo scontro in corso tra i genitori, che impegnano il loro tempo e le loro energie per vincere la contesa e accaparrarsi un maggior accesso al figlio, togliendo queste risorse proprio a lui. Il tutto in un tira e molla che dovrà risolversi in un nuovo equilibrio nelle loro esistenze.

Due buoni interpreti, più uno, per L'isola di Andrea

L Isola Di Andrea Foto
Teresa Saponangelo in una scena

È ovviamente il cast uno dei punti focali de L'isola di Andrea, considerando la centralità dei personaggi nell'accompagnare i presupposti narrativi del film: il confronto/scontro tra Marta e Guido, e le conseguenti ripercussioni sul piccolo Andrea, sono poggiate saldamente sulle spalle dei relativi interpreti, Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni, entrambi a fuoco nel trasmettere la sensazione di una ex coppia in cerca di nuove dinamiche da stabilire e rapporto da ricostruire, tra loro e con il figlio. Accanto a loro è però proprio il piccolo Andrea Migliucci, in cui il regista catalizza il senso stesso del film, nonché la sua anima libera e in qualche modo anarchica. Se L'isola di Andrea riesce a toccare le corde dello spettatore e solleticarne l'emozione è perché questo trio di personaggi riesce a comunicare il disagio e le incertezze della situazione che sta vivendo, delle infinite sedute che sanno di Legal Drama, ma anche di quegli scontri così umani e veri tra personaggi in crisi.

L'energia, e la libertà creativa, di un bambino

Centrale, come detto, il piccolo Andrea, il concetto di isola in cui è chiuso che in definitiva non c'è, come sottolineato dall'uso della canzone di Edoardo Bennato. È centrale perché la sua irrequietezza si canalizza in una libertà e un'anarchia in cui riecheggia quella propria del cinema di Capuano e di questo suo nuovo lavoro, una purezza espressiva che il regista sembra invidiare al suo giovane protagonista.

L Isola Di Andrea Scena
Il giovanissimo co-protagonista de L'isola di Andrea

Lo si vede nella libertà creativa, a tratti anche sgangherata ma invidiabile, de L'isola di Andrea: non si tira infatti indietro Capuano nel provare strade azzardate, di lasciare i suoi personaggi liberi di guardare in camera a spezzare i lunghi, logoranti dialoghi, così come di abbandonarsi a tocchi di animazione per arricchire alcune sequenze. Per un film che non ha paura di provare a essere qualsiasi cosa senza nessun limite e senza nessun vincolo. Puro, semplice, libero, come un bambino.

Conclusioni

Pur imperfetto e in qualche modo sgangherato, il nuovo film di Antonio Capuano, il primo dopo Il buco in testa, conferma la capacità del regista di raccontare con purezza e libertà. L'isola di Andrea attinge all'irrequieta anarchia del suo giovane co-protagonista per costruire un racconto che non si tira indietro quando si tratta di lasciarsi andare su strade azzardate che rischiano costantemente di scivolare e cadere.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • I due protagonisti adulti, Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni, che incarnano la crisi dei rispettivi personaggi.
  • Il piccolo Andrea, che catalizza il senso stesso del film di Capuano.
  • La libertà espressiva del regista...

Cosa non va

  • ... che va accettata e accolta dallo spettatore.
  • Non sempre il film riesce a mantenersi in equilibrio tra i suoi diversi spunti di messa in scena.