Ciro Di Marzio è tornato e, come è suo solito, ha preso di petto il cinema italiano: L'Immortale - che segna il passaggio di Gomorra - La serie sul grande schermo ed è l'esordio come regista cinematografico di Marco D'Amore - ha avuto una partenza ottima al botteghino, tanto da diventare il miglior debutto italiano degli ultimi cinque anni.
Mente e cuore di L'Immortale è Marco D'Amore, che non solo riprende il ruolo di Ciro dopo il tragico finale della terza stagione di Gomorra - La Serie, ma dirige e fa sempre più suo il personaggio. La pellicola, distribuita da Vision Distribution, che ha portato D'Amore anche a Sorrento, alle giornate di Cinema 2019, è l'ennesimo tassello di un universo espanso che ha pochi, se non nessuno, precedenti in Italia.
Quanto era importante per l'attore e regista creare tutto questo? "Questa è un'operazione a cuore aperto, non lo cito a caso, il cuore, delicatissima: mi hanno sempre interessato le storie, i personaggi, la possibilità di sperimentare il linguaggio. Qualche anno fa è scoppiata questa polemica, a Cannes, in una diatriba dialettica tra Pedro Almodóvar e Will Smith che, da una parte, difendevano la salvaguardia della sala, dall'altra il fatto che la televisione stava diventando prepotente."
L'immortale, recensione: il film su Ciro Di Marzio riporta Gomorra sul grande schermo
"All'epoca mi sono chiesto: ma è possibile che non si riesca, in qualche modo, a mischiare i linguaggi? L'idea è stata quella di costruire un progetto dal linguaggio cinematografico, che avesse l'ambizione di essere completamente indipendente dalla serie da cui nasceva, ma che allo stesso tempo diventasse un ponte tra due stagioni."
La video intervista a Marco D'Amore
La polemica Marvel - Martin Scorsese secondo Marco D'Amore
Visti gli intenti de L'Immortale, come si pone quindi Marco D'Amore a riguardo della polemica sollevata da Martin Scorsese contro i film Marvel? Secondo l'attore e regista: "Secondo me è sbagliato estrapolare frasi dal discorso di un maestro del cinema, che ha fatto di questo mestiere la sua ossessione e la sua ricerca continua e ha stabilito un rapporto molto preciso con il pubblico, dando una cadenza di due-tre-quattro anni tra una storia e l'altra. Martin Scorsese è arrivato a un'età per cui per lui il cinema è quello: è giusto, e sacrosanto, che lui difenda quel tipo di natura. Allo stesso tempo credo che i linguaggi si siano evoluti, così come la fruizione: oggi la gente guarda il cinema e le serie tv in uno schermo di pochi pollici, mentre è in treno, su un tablet. Questo ti mette per forza in contatto con quello che il pubblico vuole e chiede: visto che noi facciamo questo mestiere perché vogliamo parlare alla gente, vogliamo raccontare alla gente, e non da soli, è necessario fare una speculazione sul linguaggio."
Marco D'Amore e il crossover impossibile tra Gomorra e Dirty Dancing
Visto che ormai Gomorra fa parte di un universo espanso, quale sarebbe il crossover impossibile che Marco D'Amore vorrebbe fare? La risposta è imprevedibile: "Forse con Dirty Dancing, perché mi sono sempre detto che io e Salvatore Esposito, nel famoso finale del ballo proibito, quando lui alza lei in aria, saremmo perfetti. L'unica cosa è che ci dobbiamo combattere il ruolo, perché sono sicuro che Salvatore vuole fare lei. Nessuno può mettere Baby Salvatore in un angolo."