A volte per vivere un'avventura incredibile non è necessario recarsi in terre lontane, lo si può fare anche dalla propria camera, oppure senza muoverci dal divano di casa. L'incredibile valore dei mondi che abitano la nostra mente ce lo racconta infatti L'immaginario (The Imaginary) il nuovo film dello Studio Ponoc, nato da una costola dello Studio Ghibli e che dopo aver debuttato con l'interessante Mary e il fiore della strega presenta, da noi grazie alla piattaforma streaming Netflix, un secondo lungometraggio di grande qualità visiva e narrativa che riadatta l'omonimo libro per ragazzi di A. F. Harrold.
Il film è poi diretto da Yoshiyuki Momose, anche lui ex animatore dello studio di Miyazaki, che nella sua carriera ha messo mano a capolavori del calibro de La tomba delle lucciole , La città incantata, Principessa Mononoke e numerosi altri titoli estremamente noti anche al grande pubblico. Sarà riuscita, quindi, questa nuovo pellicola a rendere giustizia a nomi tanto importanti e amati? Facendovi forse l'unico (finto) spoiler di questo articolo, rispondiamo con un secco sì.
Le avventure di Rudger e Amanda
Rudger (non Roger) è l'amico immaginario di Amanda. Lei gli ha dato forma 3 mesi, 3 settimane e 3 giorni prima dell'inizio di questo racconto e con lui condivide tutto, compiendo viaggi fantastici fatti di pura immaginazione: mondi sconfinati e inesauribili che mostrano l'enorme talento della piccola nel dare vita a storie incredibili. Nel loro rapporto vigono tre semplici regole che i due amano ripetersi: "Qualunque cosa succeda: mai scomparire, proteggere l'altro e mai piangere."
Un giorno, però, vengono avvicinati da uno strano individuo che si presenta come Mr. Bunting, che ben presto si rivelerà un uomo malvagio in grado di nutrirsi degli amici immaginari per prolungare la sua vita. È mentre fuggono da lui che Amanda ha un incidente lasciando Rudger solo e spaventato in procinto di dissolversi. Gli immaginari, infatti, quando perdono chi li ha generati o vengono dimenticati sono destinati a scomparire. Proprio nel momento del bisogno, però, da un vicolo appare il gatto Zinzan, anche lui un immaginario, che lo conduce in un luogo sicuro: una biblioteca dove altri come lui riescono a sopravvivere senza lasciare questo mondo.
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Una storia intensa con un'ottima scelta musicale
Il racconto dell'amico immaginario ha spesso fatto parte di numerose storie per l'infanzia: dal celebre Bing Bong di Inside Out, all'ultimo film di John Krasinski, IF, questa figura, a cui tutti abbiamo dato vita nell'infanzia, ancora affascina, simbolo di fedeltà e delle infinite possibilità che la mente di un bambino, non ancora contaminata dal cinismo del mondo, nasconde. È attraverso l'immaginazione che i bambini, e non solo, elaborano ciò che gli fa paura, il dolore, le sconfitte e le gioie e Amanda fa proprio questo: la vicenda sua e di Rudger è costruita con tanta maestria proprio per ribadire e, in qualche modo spiegare, questo meccanismo.
L'immaginario è infatti un'avventura intensa e commovente, a tratti malinconica che utilizza tutti i mezzi a sua disposizione per asservire al suo scopo, inclusa la scelta delle musiche. Sono presenti nel film brani anche molto celebri, come il tema principale di 2001 Odissea nello spazio fino alla nota aria Lascia ch'io pianga di Georg Friedrich Händel, perfetta per raccontare un momento di sconforto di Rudger che nella città degli immaginari si sente perduto e quasi in esilio.
La realizzazione impeccabile de L'immaginario
Ma sono anche e sopratutto le immagini a stupire: la CGI fluida e impeccabile dà vita a disegni che sembrano usciti da un libro di fiabe con ambientazioni superlative e dalla resa tecnica impressionante, in grado di rendere la potenza e i virtuosismi dell'immaginazione infantile. La caratterizzazione dei personaggi è fantasiosa anche se ancora molto legata a quel design estremamente caratteristico e riconoscibile appartenete all Studio Ghibli. The Imaginary è quindi una produzione che reputiamo di grande valore, un viaggio che se non avete ancora fatto vi consigliamo di intraprendere. Dategli una possibilità, ma prima preparate accanto a voi una buona scorta di fazzoletti.
Conclusioni
Non possiamo che condensare la nostra recensione entusiasta consigliandovi di guardare L'immaginario. Il film dello Studio Ponoc è infatti un piccolo capolavoro tecnico e narrativo che racconta una storia commovente e intensa con immagini potenti e di ottima qualità che, unite a una sapiente scelta musicale, vi trasporteranno nella mente e nel cuore di una bambina intelligente e vivace che vi mostrerà quanto necessaria la fantasia sia per la nostra stessa esistenza.
Perché ci piace
- La storia commovente e profonda, narrata in modo impeccabile.
- Le immagini e la CGI, perfette, potenti e di qualità.
- La scelta delle musiche, ispirata e coerente.
Cosa non va
- Anche se non è un vero e proprio difetto, il film potrebbe presentare momenti un po' paurosi per i più piccoli.