Dopo Coco Chanel arriva un'altra grande storia di donne e di moda, quella delle tre sorelle Fontana, tre sartine giunte a Roma alla fine degli anni '30 dalla provincia di Parma, con nel cuore una passione sfrenata per la moda e per gli abiti eleganti. E' la storia di un successo straordinario, quello ottenuto dalla più estrosa delle tre, Micol Fontana (oggi novantasettenne), e dalle sue due sorelle, ma anche un racconto di come fosse difficile a quei tempi essere madri, mogli e donne che inseguono un sogno d'amore e di gloria contro ogni tipo di ostacolo. Dal faticoso avvio di un'attività in proprio ai tempi della guerra e dell'occupazione tedesca, fino alla conquista del jet set internazionale passando dal soddisfare i desideri frivoli delle donne dell'alta società romana alle dive di Hollywood come Liz Taylor, Ava Gardner e Linda Christian per poi passare all'avventura industriale come regine del Made in Italy negli anni '60.
Una favola a lieto fine quella del trio Fontana capitanato da Micol, l'unica ancora in vita, portata sul piccolo schermo da Riccardo Milani e prodotta da Matilde e Luca Bernabei di Lux Vide in collaborazione con RaiFiction, Atelier Fontana - Le sorelle della moda andrà in onda su Raiuno domenica 27 e lunedì 28 febbraio. Nel cast anche Anna Bonaiuto (mamma Amabile), Marco Bocci, Massimo Wertmuller e la partecipazione di Piera Degli Esposti, nel ruolo della principessa Caetani, e quella straordinaria di Gianni Cavina nel ruolo di papà Giovanni Fontana. Le tre stiliste che hanno vestitito le donne più importanti ed eleganti del '900.
Presenti alla conferenza stampa di stamane presso la Casa del Cinema di Roma, la signora Micol Fontana, con tanto di nipoti al seguito, le attrici protagoniste Alessandra Mastronardi, Federica De Cola e Anna Valle, il direttore di RaiFiction Fabrizio Del Noce, Piera Degli Esposti, il regista Riccardo Milani e gli attori Massimo Wertmuller, Anna Bonaiuto e Marco Bocci insieme ai produttori Matilde e Luca Bernabei di Lux Vide.
Fabrizio Del Noce: Dopo i successi con i seriali torniamo finalmente alle miniserie, il fiore all'occhiello della nostra programmazione, una fiction solo apparentemente frivola, anche perchè dal titolo si potrebbe pensare ad una produzione leggera e poco impegnata incentrata sul glamour, invece parliamo di tutt'altro. Non si tratta di un racconto limitato al mondo della moda ma di uno spaccato sociale a cavallo tra le due guerre, dagli anni '30 agli anni '60. E' la storia di tre ragazze che partivano dal benessere ovattato della campagna, non ricche da potersi permettere di affrontare una sfida con la moda francese, soprattutto in una grande città. Più di ogni altra cosa questa è poi una storia vera, è la storia della famiglia Fontana che ha partecipato attivamente alla realizzazione del sogno delle tre sorelle. Non è una storia romanzata perchè le piccole grandi verità familiari, anche le più tragiche, dei Fontana raccontate in questa miniserie vanno ad arricchire umanamente la trama del racconto.
In un periodo difficile per il lavoro come quello che sta vivendo ora l'Italia, quanto è importante una storia come questa che si fa portatrice di grandi valori umani e sociali?
Fabrizio Del Noce: Le vicende delle sorelle Fontana raccontate nella nostra fiction lanciano importanti messaggi, sono state le prime a capire che l'alta moda aveva un suo limite strutturale nel cambiamento sociale che aveva luogo in quegli anni, furono le prime a pensare al Prêt-à-Porter, ma come spesso accade chi parte o troppo presto o troppo tardi non riesce a raccogliere tutti i frutti offerti del mercato. Hanno reso accessibile l'alta moda a tutte le donne, un grande merito che dobbiamo riconoscere loro.
Cosa ha spinto la Lux Vide a produrre una fiction sulle sorelle più famose della moda italiana?
Matilde Bernabei: Quando ero ragazza avevo un sogno, quello di far realizzare il mio abito da sposa dalle sorelle Fontana. Mi sono sposata trentasette anni fa e loro tre hanno contribuito a rendere indimenticabile il mio matrimonio, ricordo che me lo fecero su misura, era perfetto e mi si adattava perfettamente. Rimasi soddisfatta, come ogni sposa, perchè quando le sorelle Fontata ti fanno un abito lo fanno su di te, sul tuo carattere, sul tuo corpo, sulla tua anima. Quando ho iniziato a fare questo lavoro vent'anni fa, ricordo che Micol mi disse "mi piacerebbe tanto se tu realizzassi un film su di noi un giorno". Oggi quel loro sogno è divenuto realtà ed io ne sono tanto felice, ce l'ho messa davvero tutta per rendere omaggio alla loro grande storia.
Luca Bernabei: In un momento storico come quella che stiamo vivendo, in cui c'è molta poca voglia di sognare, ci piaceva raccontare la storia di queste ragazze che hanno realizzato i loro sogni con tanta fatica, consumandosi le mani notte e giorno. E poi questa è fondamentalmente la storia di una bella famiglia, perchè se loro sono arrivate dove sono arrivate è stato anche grazie a due genitori che le hanno sostenute moralmente ed economicamente. Tre sorelle che sono sempre state molto unite, nonostante i litigi, e che si sono molto amate pur nelle difficoltà. Questa fiction porta sul grande schermo la storia di noi italiani, un pezzo de nostro Paese, ed è un invito a non smettere mai di sognare né di credere nella famiglia.
Alessandra Mastronardi: Mi ha colpito soprattutto la tenacia, la modestia e la grinta di queste tre donne, la loro splendida unione che ha fatto sempre la loro forza. Spero che insieme alle mie due colleghe si sia riuscite a far passare questo messaggio, a raccontare questa storia come meritava, si può arrivare dove si è sempre sognato di arrivare, basta crederci veramente. Sono tre donne che si sono rialzate dalle mille batoste della vita, hanno superato la guerra e tante difficoltà lavorative. Una storia che spero possa essere d'aiuto alle nuove generazioni.
Anna Valle: Erano tre donne completamente diverse fra loro, le nipoti ci hanno raccontato le loro storie, litigavano spessissimo, ognuna di loro aveva le proprie idee e il proprio stile, ma il frutto delle discussioni si è trasformato nel segreto del loro successo. Dobbiamo essere orgogliose del fatto che tre donne italiane hanno gettato le fondamenta della moda di oggi.
Federica De Cola: Durante la lavorazione la signora Micol ci ha raccontato aneddoti, piccoli particolari, piccole storie che abbiamo usato nel nostro lavoro per arricchire i nostri personaggi, sono felice di aver contribuito a ricordarle e omaggiarle.
Quanto è pesata sulle attrici la responsabilità di raccontare una storia come questa in un momento in cui le donne sono scese in campo a manifestare per la loro dignità?
Anna Valle: Io l'ho considerato soprattutto un dovere, è bene ricordare che c'è anche questo nel mondo delle donne oggi. La mia carriera si è sempre fondata su scelte importanti, sulla fatica, anche se ho avuto una storia completamente diversa da quella delle sorelle Fontana posso dire di essermi molto riconosciuta nella loro vita: anche io ho una famiglia alle spalle che mi è stata sempre vicina e mi ha sempre sostenuta. Questi valori li riconosco io ma anche Alessandra e Federica lo fanno a modo loro. La gente ha bisogno di storie come queste in questo momento, e noi nel nostro piccolo abbiamo cercato di darglielo.
Il ruolo della mamma solo un'attrice di grande esperienza e di grande grinta come Anna Bonaiuto poteva affrontarlo...
Anna Bonaiuto: L'aspetto che ho amato di più del mio personaggio era che si trattava di una madre di cui forse si è perso lo stampo oggi. Erano gli anni '30 in Emilia Romagna e le donne avevano questa particolarità di essere delle grandi lavoratrici con grande consapevolezza di loro stesse. Amabile è una campagnola, reazionaria, moralista e anche un po' dura, poi si rivela una donna lungimirante e piena d'amore, perchè non impedisce alle figlie di andare in una grande città come Roma anche se dubita fortemente che ce la possano fare. Le sue figlie erano delle creative della moda ma sapevano attaccare bottoni e fare orli, perchè la loro madre aveva tramandato sulle loro mani la sua conoscenza. Il lavoro in quegli anni non era visto come un privilegio, come accade oggi, non servivano raccomandazioni. Era solo il frutto dello studio, della fatica e dell'impegno. E' qualcosa che si è perduto, e che mi è piaciuto molto ricordare.
Da regista, quando le hanno proposto di dirigere questa fiction come ha reagito?
Riccardo Milani: Ero molto felice, avevo la possibilità di raccontare con rispetto una bella storia italiana, una storia sana, in cui si parla di etica del lavoro, in tempi in cui il mestiere lo si apprendeva e il successo nel lavoro era rappresentato dall'esperienza e dal saper fare bene quello che si faceva. Il rispetto per il lavoro delle sorelle Fontana è stato per me la motivazione principale che mi ha spinto a dare il meglio di me.
Piera Degli Esposti: Mi piacciono le storie di donne carismatiche e coraggiose. Anche la signora aristocratica che intrepreto è una donna di grande carattere, non è chiusa in una torre d'avorio come la maggior parte delle sue amiche aristocratiche, non è chiusa nella sua casta ma è una donna che saprà fare da tramite tra le tre stiliste e il successo nel mondo dell'aristocrazia e del cinema, quel successo che le porterà a diventare tre vere e proprie star.
Signora Fontana, ci vuole dire due parole su questo film in due puntate che racconta la storia della sua vita e quella della sua famiglia?
Micol Fontana: Non ho parole per dire a Matilde quanto è stata brava a raccontare la mia storia, mi dispiace solo che non ci siano più le mie sorelle a godere con me di questo spettacolo. Scusatemi se non riesco a dire altro, non ce la faccio a parlare più di così, sono felice ma sono anche tanto anziana, e sono molto stanca. Grazie davvero a tutti.