Last Straw, recensione: la violenza dietro il bancone in un home invasion sui generis

Al centro di Last Straw la giovane Nancy, cameriera e manager del diner di famiglia, che si ritrova assediata da alcuni individui mascherati in una notte che non dimenticherà. Su Rai4 e RaiPlay.

Un'immagine promozionale di Last Straw

Nancy Osborn, giovane manager del Fat Bottom Bistro - il diner di proprietà del padre, sperduto in un remoto angolo d'America - all'inizio del film scopre di essere rimasta incinta, lei stessa non sa da chi. Ma non è la sola sorpresa con cui si troverà ad avere a che fare la malcapitata protagonista di Last Straw, lasciata dal genitore, in trasferta fuori città, a prendersi cura personalmente del locale durante la sua assenza.

Terrore In Agguato In Last Straw
Last Straw: Jessica Belkin in un primo piano

In preda a un forte stress, dovuto ovviamente anche alla recente scoperta gravidanza, in uno scatto d'ira licenzia Bobby, uno dei dipendenti con il quale aveva già avuto qualche screzio in passato. Inoltre ha un'accesa discussione con alcuni ragazzi sbandati che indossano delle maschere, e riesce a cacciarli in qualche modo. La notte che la attende però non sarà così fortunata, con il diner che viene preso d'assalto da individui sconosciuti che non intendono darle tregua fino al mattino.

Last Straw: sola contro tutti

Last Straw è l'esordio nel lungometraggio di Alan Scott Neal, che decide di giocare deliberatamente con le aspettative del pubblico, mettendo al centro della vicenda una figura scostante, fortemente imperfetta sin da quel prologo nel quale manifesta un odio profondo per la sua vita, nonché per la creatura che porta in grembo. Ma col passare dei minuti arriviamo a comprendere le motivazioni di Nancy, soffocata dalla noia di quelle piccole e sperdute comunità degli Stati Uniti, che non offrono grandi prospettive per il futuro.

Un Immagine Di Last Straw
La protagonista di Last Straw

I primi secondi ci mostrano in realtà la fine, con questo ristorante nel cuore del nulla palcoscenico di un macabro massacro. La narrazione ci riporta poi a ritroso nelle ventiquattro ore precedenti, per scoprire come si è arrivati a quegli eventi di tale violenza, proponendo anche a metà visione una sorta di salto temporale per mostrarci quanto avvenente altrove tramite il punto di vista di uno degli altri personaggi.

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Avanti e indietro e avanti

Allo scoccare della mezzora modi e toni sembrano già consolidati, con le crescenti atmosfere alla The Strangers che paiono voler indirizzare il racconto su una linea guida, quella dell'home invasion che qui gioco-forza diventa diner invasion. Poi Last Straw, pur rimanendo nell'ampia categorizzazione degli slasher, prova ad assumere toni più cupi e inquieti, con il colpo di scena che spezza in due il racconto e mette definitivamente le cose in chiaro, in attesa della sanguinolenta resa dei conti finale.

Una Scena Di Last Straw
Alta tensione in Last Straw

Un scelta che divide va detto, che rischia sì di spezzare la tensione fino ad allora accumulata ma a conti fatti giustificata per dare risvolti verosimili a una trama che avrebbe rischiato di rincorrere eccessive forzature, qui schivate in favore di una coerenza di genere che, anche facendo i conti con l'improbabile, ma soddisfacente, epilogo, può riuscire a intercettare senza troppi problemi il principale target di riferimento.

Questione di spazio e di tempo

L'idea di spostare il classico horror-thriller da casa suburbana in un diner è genuinamente interessante, con l'ambientazione in grado di offrire dinamiche spaziali ben diverse: è più grande delle canoniche quattro mura, ha più spazi aperti e vie di fuga ma anche angoli nascosti, cucine piene di armi potenziali (coltelli, padelle, olio bollente e così via), e quella particolare atmosfera evocante i film noir classici. E considerando anche la brevità dell'operazione, che supera a stento - titoli di coda inclusi - gli ottanta minuti, Last Straw funziona, pur nelle sue accennate problematiche.

La Protagonista Di Last Straw
Il volto dell'orrore

Merito anche della grintosa performance di Jessica Belkin, final girl biondissima e mai succube degli eventi, sempre pronta a reagire per garantirsi qualche speranza di sopravvivenza in un mondo che lei pur apertamente disprezza. E del resto del cast, sì puramente accessorio ma a suo modo efficace nell'adattarsi a ruoli parimente scomodi, perfette incarnazioni metaforiche per quella disperata schermaglia senza esclusioni di colpi che, nata forse con altre premesse, si trasformerà ben presto in un inferno sceso in terra.

Conclusioni

Last Straw cerca di (r)innovare il filone home invasion, mettendo come palcoscenico degli eventi un diner isolato nelle campagne americane, nel quale la rognosa protagonista si ritroverà a lottare contro una banda di individui mascherati in una notte che non dimenticherà. Il salto temporale a ritroso a metà racconto rischia di disorientare, ma risulta mossa narrativa utile ad approfondire meglio la visione d'insieme nel suo complesso, fino a quell'epilogo dove sangue chiama sangue e la vendetta diventa l'unica via. Ci si diverte in un'operazione che scorre via rapida e incisiva, sostenuta dalla tosta interpretazione di Jessica Belkin.

Movieplayer.it
3.0/5

Perché ci piace

  • Jessica Belkin è perfetta in un ruolo difficile e scomodo.
  • L'home invasion trova nuova linfa nel diner teatro degli eventi.
  • Una sana, mai gratuita, violenza di genere.

Cosa non va

  • Il salto indietro di metà visione può disorientare.