È sempre il rione Luttazzi a fare da sfondo alla quarta stagione de L'amica geniale. Lo abbiamo visto cambiare nel corso dei precedenti capitoli e lo ritroviamo transennato dopo il terremoto violentissimo mostrato nel quarto episodio. Una memoria che rimane in Lenù così come le macerie sedimentate dentro di lei che le impediscono di scrivere e hanno creato una frizione nel rapporto con Nino, fuggito con la famiglia "ufficiale" fuori Napoli, in cerca di riparo dopo il sisma.
Di crepe, vita e gelosia
Il terremoto è una metafora che racchiude lo stato d'animo del personaggio di Alba Rohrwacher. Una donna che ha perso la sua stabilità emotiva e sociale. Un debutto da scrittrice promettente e un presente nelle sabbie mobili. Una famiglia rispettabile a Firenze e, ora, una relazione extraconiugale con tanto di figlio in arrivo con un uomo inaccessibile, bugiardo, egoriferito. Lenù ne è consapevole e la sua crepa interiore - come quella che ha squarciato il soffitto dell'appartamento di via Petrarca - è ormai troppo profonda per essere ignorata. Come se non bastasse la salute di sua madre Immacolata continua a peggiorare e l'unico desiderio che la donna ha, oltre che Lenù ritrovi il suo posto nel mondo, è che i figli Peppe e Gianni smettano di vendere droga nel rione per i Solara. Una responsabilità di cui deve farsi carico la sorella maggiore.
Il Capitolo 29, La frattura è un grande esempio di scrittura e regia. Un episodio densissimo, ricco di avvenimenti. La vita e la morte che coesistono e cambiano le esistenze dei personaggi. La gravidanza che unisce Lila e Lunù e rende ancor più palese tutta l'inadeguatezza di Nino. "Sei una donna intelligente, ma certe volte non sembri tu. Dai troppa retta a Lila e diventi stupida", le dice l'uomo, assente nel momento della rottura delle acque e del parto della compagna senza la quale dice di non poter vivere.
Una sequenza che esemplifica alla perfezione la vita di Lenù con una relazione con un uomo che non può essere davvero al suo fianco come dovrebbe. Sulle note di Dicitencello vuje di Roberto Murolo, Lenù mette al mondo una figlia che chiamerà Immacolata. Quel momento di gioia è interrotto quasi subito da un malore che colpisce sua madre e la costringe a una corsa disperata in ospedale. Ma Nino convince Lenù a restare a casa con le neonata e si fa accompagnare al pronto soccorso da Lila. Da quel momento per la donna inizia un calvario interiore, tra la paura per sua madre e la gelosia che l'attanaglia. La macchina da presa di Laura Bispuri indugia su primi piani e dettagli e mostra le fantasie funeste che si accavallano nella mente di Lenù. Ma l'episodio si chiude con una nota di profonda tenerezza. Lila si intrufola nel reparto in cui è ricoverata Immacolata per farle compagnia, addormentandosi al suo fianco.
La cattiveria della superficialità
Il Capitolo 30, Il tradimento, sembra un racconto speculare al precedente grazie ad un altro parto, quello di Lila. Un copione che sembra ripetersi. La donna, da sola in casa dell'amica con la piccola Immacolata per permettere ad Enela di andare in ospedale dalla madre, si ritrova in travaglio. Pronta a salire in macchina di sconosciuti per farsi accompagnare al pronto soccorso, viene raggiunta da Enzo. Ma se il preambolo è simile, l'esperienza del parto è molto diversa da quella di Lenù. Lila trattiene invece di spingere e la ginecologa definisce il parto "una lotta contro natura". Fin dalla scoperta delle rispettive gravidanze, le due amiche hanno avuto un approccio diverso alla gestazione.
Lila ha lottato contro se stessa e i pensieri nella sua testa per nove mesi e si ripromette che non resterà mai più incinta. La bambina, Tina, ha il nome della bambola d'infanzia di Lenù. La stessa che l'amica, tantissimi anni prima, gettò per gioco in uno scantinato del rione. La nascita delle rispettive figlie unisce ancora di più le donne e diventa l'occasione per passare più tempo insieme regalando "una nuova ricchezza e profondità al rapporto". Ma alla nuova vita si contrappone anche la morte di Immacolata che fa conoscere a Lenù l'urto del tempo.
Un'assenza che, un anno dopo, continua a farsi sentire anche nel corpo della donna. Lei e Nino sono ancora una coppia, ma mentre l'uomo è in giro per congressi, scrive e vive due vite parallele, Lenù è sopraffatta dagli eventi e dalla quotidianità. "Elena Greco è una meteora", scrivono della sua carriera letteraria. "Vuoi dimostrare a tutti che si sbagliano?", le chiede il suo editore. E così Lenù accetta di consegnare un nuovo libro in pochi mesi. Ma come si può scrivere in mezzo alle tensioni? È così che la donna sceglie di ricominciare a occuparsi di se stessa. Il suo futuro è la scrittura.
Ma nel farlo non ha idea di cosa l'espetti sul piano privato. Nino Sarratore, il ragazzino di cui si era innamorata, per il quale ha messo tutto in discussione, spezzato legami e messo da parte la sua carriera, riconferma tutta la sua bassezza umana. Una scoperta sconvolgente ma, al tempo stesso, niente affatto sorprendente. Lenù lascia l'appartamento di via Petrarca con le sue figlie e si rifugia dall'amica di sempre. Lila con fermezza le dice di essersi sbagliata su quell'uomo e di lasciarlo perché ha "un altro destino". Un destino per il quale ha "buttato il sangue". "E se adesso continui così ti perderai sempre di più". Parole dure ma che Lila contrappone al gesto ben più dolorosp di Nino. Perché "la cattiveria peggiore è quella della superficialità".
Due episodi che si parlano
Gli episodi centrali della quarta e ultima stagione de L'amica geniale continuano a mantenere altissima la qualità narrativa e registica. La macchina da presa indugia sempre sui primi piani di Lenù in una prossimità fisica che rende ancor più palpabili i suoi stati d'animo. La frattura e Il tradimento si parlano grazie alle gravidanze delle due protagoniste e alla contrapposizione tra vita e morte. Due episodi ricchi di punti, di svolte narrative e riflessioni intime. Lenù, dolorosamente, è sempre più consapevole di ciò che ha messo da parte e degli errori commessi come se si stesse risvegliando da un grande sonno che l'ha lasciata immobile. Il tentativo di ricomporre una crepa rimasta aperta troppo a lungo.
E continua a stupire la capacità della scrittura di concentrarsi su dettagli che amplificano la forza delle immagini. Elena Ferrante nei suoi romanzi e gli sceneggiatori della serie sanno raccontare l'animo umano, le sue cadute e bassezze, ma anche regalarci momenti di profonda commozione. Momenti non necessariamente collettivi. Perché la forza de L'amica geniale è che tutti possono trovare un briciolo della propria esperienza, che sia la morte di un genitore, un tradimento e il tentativo di rialzare la testa.
Conclusioni
Gli episodi centrali dell'ultima stagione de L'amica geniale sono un dittico speculare in cui la vita che nasce e la morte hanno il potere di cambiare le esistenze dei personaggi. Lila e Lenù entrano in una nuova fase della loro amicizia e le crepe interiori sedimentate a lungo iniziano un timido processo di ricomposizione. Sono episodi ricchissimi dal punto di vista narrativo che la regia di Laura Bispuri enfatizza nella prossimità della macchina da presa e il corpo di Elena.
Perché ci piace
- Le prove attoriali del cast.
- La contrapposizione vita e morte.
- La metafora del terremoto per raccontare lo stato d'animo di Lenù.
- La capacità di parlare al singolo spettatore.
Cosa non va
- Edoardo Pesce, nella sua breve apparizione, non permette di mostrare al meglio il suo Michele Solara.