"Non sono quell'ispettore, sono l'altro" è in questa frase chiave che si racchiude la definizione de L'altro ispettore, la nuova fiction Rai che si appresta a riempire i palinsesti della prossima stagione televisiva. Non ha al momento una data d'uscita, perché ancora in post-produzione, ma è stata presentata insieme ad un primo trailer in anteprima assoluta all'Italian Global Series Festival. Protagonisti due volti molti amati dal pubblico Rai che provengono dall'universo del Commissario Montalbano: Alessio Vassallo e Cesare Bocci. I due interpreti ci hanno raccontato il progetto e cosa lo differenzia dalle altre serie Rai.
L'altro ispettore: c'è un nuovo detective in tv

Co-produzione Rai Fiction e Anele, la serie viene introdotta così da Leonardo Ferrara, responsabile della serialità per l'offerta digitale di Rai Fiction e dalla produttrice Gloria Giorgianni: "Si tratta di una sfida. **Per la prima volta una serie ha al centro un personaggio che parla effettivamente di lavoro, di fatica. Abbiamo avuto il patrocinio dell'ispettorato del lavoro che ha fatto da consulente, in modo da ottenere il maggior realismo possibile per una figura professionale come questa. Si tratta di un tema tragicamente attuale ed era importante portarlo in prima serata su Rai1. Veniamo ogni giorno a conoscenza di negligenza sul posto di lavoro quando si parla di sicurezza".
Tutto è partito dai romanzi di Pasquale Sgrò, trasformati in serie dalla scrittura di Salvatore De Mola (head writer), Emanuela Rizzuto e Andrea Valagussa. A quel punto è arrivata la regia di Paola Randi, subentrata in un secondo momento e che ha partecipato anche ai copioni. La fotografia è di Daniele Ciprì.
La location e le storie vere della fiction Rai
Si tratta di un dramma sociale che andava affrontato, con rispetto e attenzione all'attualità, tanto nei casi di puntata quanto nella storia orizzontale del protagonista. Basti pensare alla tragica morte della ventiduenne di Prato all'orditoio nel 2021". Saranno sei storie vere ad ispirare la fiction, diventando tre prime serate sulla rete ammiraglia. La serie è ambientata a Lucca - nuova location da esplorare per il nostro servizio pubblico; Domenico 'Mimmo' Dodaro (Vassallo) torna dal Sud ritrovando il passato misterioso che si era lasciato alle spalle, oltre al miglior amico del padre, Alessandro (Bocci), lui stesso vittima di un brutto incidente sul lavoro.

Vassallo si sente orgoglioso del ruolo: "È la prima volta che questo ispettore viene rappresentato nell'audiovisivo. Sono felice abbiano scelto me per farlo, bisogna sensibilizzare su un tema del genere. La cura per sua figlia e verso i lavoratori senza tutela e senza clamore, saranno centrali nella storia di Mimmo. La parola 'cura' è un atto quasi rivoluzionario per il periodo storico in cui viviamo. Per prepararmi al ruolo ho letto anche il libro di Giusi Fasano Ogni giorno 3". Continua poi: "Ad oggi credo sia il mio personaggio più complesso. Interpreto un padre inadeguato e nella realtà non sono genitore, credo questo abbia aiutato".
Il messaggio del serial appare chiaro: ogni lavoratore ha il diritto di tornare a casa la sera sano e salvo. Le comparse utilizzate sono veri operai e quindi cast e troupe hanno avuto l'opportunità di confrontarsi con chi per davvero ogni giorno si trova in quelle condizioni. Non manca comunque l'ironia nel racconto data soprattutto dal rapporto tra Mimmo e Alessandro, oltre allo spazio per legami e sentimenti.
Dice Bocci: "Il rapporto con la piccola (la figlia di Mimmo, ndr) mi ha ricordato un po' quello con mia figlia. Una sorta di furetto (ride), mi sono agganciato alla malinconia di quando era piccola, ora ha 25 anni e fa tutt'altro nella vita. Amo interpretare ruoli che hanno un impatto nella realtà e nel quotidiano. In questo caso ho potuto toccare con mano qualcosa che ci appartiene perché tutti lavoriamo, anche nelle tourneé teatrali".
Intervista ad Alessio Vassallo e Cesare Bocci
"Tutti credono che possa essere un ispettore di polizia, ma non lo è". È un detective diverso anche caratterialmente, viene travolto dagli eventi: "Non ha la sicumera di alcuni commissari che abbiamo visto in passato" ci dicono Alessio Vassallo e Cesare Bocci su L'altro ispettore.
"Bisogna continuare ad investire, anche se qualcosa è già stato fatto in termini di sicurezza. Mimmo affronta i casi senza la polvere della burocrazia, ma accogliendo e ascoltando gli altri. Si barcamena in una vita privata complicata che può far sorgere un sorriso, perché come nella quotidianità di ognuno di noi, anche Dodaro avrà mille inciampi e difficoltà. Ci sarà un personaggio fondamentale, centralissimo, che è quello di Alessandro Lanciani, che porterà avanti il tema della disabilità. Un'interpretazione di grande delicatezza e profondità".
Bocci ci racconta invece che il suo personaggio è una vittima di un incidente sul lavoro insieme al padre del protagonista, Pietro, rimasto purtroppo ucciso e il cui mistero fa dal fil rouge alla serie. Avere a che fare con veri casi di cronaca porta ad un doppio livello di coinvolgimento emotivo: "C'è grande responsabilità nell'interpretarli perché è un argomento molto delicato, ma la bellezza della scrittura è proprio questa: dare una vita privata ai personaggi. Il messaggio è molto di più, non è solo intrattenimento, ma fa anche servizio pubblico perché creiamo sensibilizzazione proprio su questo argomento così delicato".
Nel trailer visto al festival la bambina prova ad iscrivere il padre su un app di incontri descrivendolo con tre aggettivi. Se i due interpreti volessero invece descrivere i loro personaggi? "Impacciato, determinato, responsabile - il personaggio, non io" scherza Vassallo. Gli fa eco Bocci: "Allegro, nonno, responsabile"_.