La ricerca della felicità
Tre film, tre diversi percorsi per trovare il proprio Paradiso ed il proprio tipo di amore. Questa l'idea di Ulrich Seidl, al lavoro su una trilogia di film con protagoniste tre donne appartenenti alla stessa famiglia: Paradise: Love, incentrato sul turismo sessuale in Kenya di una cinquantenne austriaca; Paradise: Faith, che seguirà la ricerca dell'amore, un tipo diverso e più spirituale di amore, di sua sorella cattolica; Paradise: Hope, che ha come protagonista la figlia adolescente della donna e la sua prima relazione, con tutta la sua intensità, in un campo estivo per dimagrire.
Tre donne e tre percorsi, il primo dei quali è stato presentato alla 65ma edizione del Festival di Cannes, caratterizzati dalla ricerca di qualcosa che desideriamo, quel Paradiso del titolo tanto adatto per indicare il luogo ideale materialmente o metaforicamente. Non è un caso che sia un termine abusato nell'industria del turismo, quella che deve promuovere una vacanza o una destinazione come il sogno di una vita.
Margarete Tiesel è perfetta nell'incarnare la desolazione di Teresa, sempre efficace nel trasmettere i desideri e le delusioni della donna, affrontando con sicurezza anche le scene più esplicite che la ritraggono insieme ai Beach Boys con cui si accompagna.
Ritroviamo la stessa efficacia nella regia di Seidl, fatta di inquadrature ad effetto e capacità di osservazione, sapendosi adattare anche a momenti diversi della storia: ci vengono in mente le immagini dei ragazzi immobili in attesa delle donne ed allo stesso tempo sequenze ben diverse, di euforia sopra le righe, che sfiorano il grottesco, come la festa di compleanno in camera di Teresa, con lei e tre amiche impegnate a giocare con un Beach Boy portatole come regalo.
La visione di Paradise: Love lascia tanta desolante tristezza ed è ovviamente un risultato cercato dall'autore austriaco, che sa instaurare un perfetto rapporto di fiducia reciproca con la sua protagonista, rendendo il film riuscito nel suo intento.
Movieplayer.it
3.0/5