Ci piace seguire la fase iniziale delle carriere dei giovani registi. Ci piace vedere come va a formarsi il loro percorso artistico, che direzione stanno prendendo e immaginare cosa potrà riservare il futuro. Ci piacciono, insomma, gli esordi. Forse, ancor più quando ci troviamo ad analizzare un secondo lungometraggio come La coda del diavolo di Domenico de Feudis, che dopo aver realizzato diversi corti aveva già girato nel 2020 Il legame con Riccardo Scamarcio (per Netflix). In precedenza, è stato stato assistente alla regia di importanti nomi del come Paolo Sorrentino, sul set di La grande bellezza e Loro.
Per questo, abbiamo guardato con attenzione al suo nuovo lavoro, in arrivo su Sky e in streaming su NOW dal 25 novembre, curiosi di vedere che direzione abbia preso il cammino del regista di origini pugliesi, nonché intrigati dalla direzione che il suo cammino sta prendendo in vista dei risultati a cui può arrivare. Il film Sky Original è un adattamento del romanzo di Maurizio Maggi edito da Longanesi, con una star nostrana come Luca Argentero come protagonista accanto a Cristiana Dell'Anna e Francesco Acquaroli, per raccontare una fuga sullo sfondo di un territorio affascinante, ma rappresentato in modo inusuale, come la Sardegna.
La coda del diavolo: un uomo in fuga
L'omicidio di una ragazza e una verità celata e da scoprire. Punti di partenza e di arrivo de La coda del diavolo, il cui motore è la fuga a cui è costretto Sante Moras, ex poliziotto ora guardia carceraria, ingiustamente accusato dell'omicidio di un detenuto accaduto e scoperto durante il suo turno di guardia. L'unica speranza per Moras, da una parte inseguito dal commissario Tommaso Lago, dall'altra supportato da Fabiana Lai, una giornalista che segue il caso, è di arrivare fino in fondo alla vicenda e scoprire la sconvolgente verità celata dietro l'intricata vicenda in cui si è trovato coinvolto suo malgrado.
La Sardegna cupa e livida del thriller
Uno degli aspetti che più colpisce de La coda del diavolo è quello ambientale, la Sardegna fuori dal comune attraversata De Feudis: non la località luminosa e calda a cui siamo abituati, ma un contesto freddo, desolante, livido in cui la fuga di Moras si fa opprimente, persa tra natura incontaminata, selvaggia, e il mare della Costa Smeralda che non ci appare come l'ambita meta estiva che in tanti sognano di raggiungere. Location che contribuiscono a tratteggiare il contesto ambientale in cui la storia si muove, un background efficace nella sua cupezza, senza tempo e senza speranza, che sopperisce ad alcuni passaggi meno incisivi dello script del film.
Luca Argentero alla ricerca della verità
È ugualmente efficace il cast, che avrebbe meritato qualche guizzo in più a cui poggiarsi per amplificare il lavoro fatto: non è una sorpresa che sia bravo Luca Argentero nei panni di Moras, nel portare su schermo un uomo ferito che ha scelto l'isolamento del lavoro carcerario per tenersi lontano dal mondo e curare il proprio spirito; è altrettanto brava Cristiana Dell'Anna nell'accompagnarlo nel suo viaggio di scoperta, per un ruolo a cui avremmo dedicato anche più spazio e approfondimento.
Funziona, il cast, soprattutto nel suo insieme, anche nelle figure secondarie che vanno a completare il quadro narrativo de La coda del diavolo, così come è funzionale la colonna sonora composta da Massimiliano Mechelli per sottolinearne le prove: tasselli importanti di un film che vive della sua atmosfera più che della tensione, che sceglie di avvolgerci nel limbo in cui è intrappolato il protagonista per farci provare le sue stesse identiche sensazioni.
Conclusioni
Manca forse qualche guizzo, soprattutto in fase di scrittura, a La coda del diavolo, ma il nuovo film di Domenico De Feudis sfrutta il cast e l'ambientazione per condurci in un viaggio cupo e una fuga opprimente. Bravi Luca Argentero e Cristiana Dell'Anna, ma funziona in generale il cast nel mettere le pedine giuste al posto giusto per una storia che punta più sull'atmosfera sospesa e livida che spingere sulla tensione.
Perché ci piace
- Il cast in generale, guidato da Luca Argentero e Cristiana Dell'Anna.
- Le scelte visive di De Feudis nel tratteggiare una Sardegna differente da quella che siamo abituati a vedere su schermo.
- L'atmosfera generale, sospesa e cupa, che accompagna la fuga del protagonista.
Cosa non va
- Manca qualche guizzo in fase di scrittura.
- Alcuni personaggi, come la Lai di Cristiana Dell'Anna, avrebbe meritato un po' di spazio in più.