L’isola degli idealisti, Elisabetta Sgarbi: "Sfido gli attori, solo così danno il meglio"

La regista dirige un film liberamente ispirato al romanzo perduto di Scerbanenco, poi ritrovato dai figli. Una sfida partita con la pubblicazione del romanzo nel 2018.

Elisabetta Sgarbi presenta il film alla Festa del Cinema di Roma

Elisabetta Sgarbi si misura con il romanzo perduto di Scerbanenco, scritto tra il 1942 e il 1943, e poi ritrovato dai figli, e ne trae l'istantanea di "un gruppo di famiglia in interni". L'isola degli idealisti (presentato alla Festa del Cinema di Roma) nasce da lontano, "nel 2018 con Eugenio Lio abbiamo iniziato a pubblicare Scerbanco su proposta della figlia Cecilia. Poi ci siamo innamorati di questa storia, abbiamo pensato che ci offrisse la possibilità di portare un certo movimento in una sola unità di luogo", ovvero Villa Reffi, il cuore di un isolotto detto "il Ginestrin". Qui due ladri inseguiti dalla polizia, Beatrice (Elena Radonicich) e Guido (Renato De Simone), finiranno per rimanere in qualche modo "incastrati", prigionieri della famiglia che la abita, borghesi perseguitati dalle proprie ossessioni. Sono il capofamiglia Antonio (Renato Carpentieri), un ex direttore d'orchestra e i suoi due figli, Carla(Michela Cescon), una scrittrice di successo, e Celestino (Tommaso Ragno), ex medico.

Il non detto de L'isola degli idealisti e gli anni '70

L Isola Degli Idealisti
Tommaso Ragno e Elena Radonicich in una scena del film

Nel passaggio dal libro al film l'azione si sposta dagli anni '40 ai '70: "Era un modo per avvicinarsi a un altro personaggio di Scerbanenco, Duca Lamberti, che compare nei romanzi successivi e che qui viene in qualche modo annunciato dalla figura di Celestino", spiega Sgarbi. L'idea è stata quella di prendere in prestito elementi di tutta la produzione letteraria dello scrittore, "ci piaceva sfalsare e mischiare le carte, autorizzati anche da sua figlia.

Il romanzo si svolge sul lago d'Iseo, in una Delizia Estense, in luoghi che nel film non sono mai nominati, così il Delta del Po o il Ferrarese diventano 'il mare, il paese, la terra, l'isola'. Ci sono quindi dei riferimenti anche agli altri romanzi, abbiamo per esempio inserito il Commissario Carrua che è presente nei romanzi del '65 e per questo abbiamo dovuto spostarci un po' in avanti. E poi mi piaceva molto quell'epoca". Una sfida che le ha permesso di disseminare qua e là diverse citazioni: una scena in discoteca con Antonio Rezza diventa così l'occasione per citare Milano calibro 9 grazie alle musiche dei Calibro 35 che rifanno quelle del film con Barbara Bouchet.

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Varcare i confini della naturalezza

L Isola Degli Idealisti Michela Cescon
Michela Cescon in una scena del film

Ma è soprattutto il dialogo tra i luoghi e gli attori a fare de L'isola degli idealisti un esperimento unico. Agli interpreti la regista ha chiesto di varcare i confini della naturalezza e andare verso l'artificio: "Ho sperimentato che proponendo agli attori qualcosa di molto difficile, riesco ad ottenere sempre il meglio. Oltre alla allo sforzo di interpretare il personaggio, - racconta - _c'è una tensione che li porta ad essere anche un po' loro stessi. E siccome ho sempre pensato che Celestino fosse un pochino il carattere di Tommaso Ragno e Beatrice fosse il carattere di Elena, sono riuscita con una lingua un po' più artificiale e letteraria che è quella del romanzo a scavare e tirar fuori parte della personalità degli attori stessi".