L'amore, nonostante tutto
Tutti noi abbiamo il diritto di ricercare la felicità. Lo sancisce persino la Costituzione americana. E, siccome l'uomo è un animale sociale, la sua felicità passa anche attraverso la relazione con i propri simili, specialmente attraverso la relazione di coppia. Che si sia belli o brutti, ricchi o poveri, dei gran bastardi o dei pezzi di pane, è difficile non desiderare l'amore. Quindi, perché non dovrebbe desiderare una vita affettiva piena e soddisfacente anche chi nasce con dei gravi handicap fisici? Il fatto di non poter camminare, o di avere mille difficoltà a compiere anche i più semplici gesti quotidiani, non implica certo l'assenza di sentimenti. Generalmente la questione della vita di coppia tra le persone affette da disabilità non è tra le prime a porsi: prioritari sono, comprensibilmente, gli sforzi tesi a rendere meno difficoltoso l'approccio con il mondo, e ad assicurare un'esperienza di vita il più possibile vicina a quella di tutti.
Ma anche un handicappato può innamorarsi, e può volersi sposare: è questo il caso di Woo-Yeong, un giovane coreano legato da ben sette anni alla sua Jae-Nyeon. Entrambi affetti da gravi disabilità motorie, a parte nella difficoltà fisica nel comunicare funzionano come tantissime altre coppie: litigano, si rimbeccano, minacciano di lasciarsi (ma "dove lo trovi un altro come me, uno che ti ama di più?"), e poi si cercano, si rifugiano l'uno nell'altra, si danno forza a vicenda. Woo-Yeong vuole sposarsi, e così vorrebbe anche Jae-Nyeon: ma, se sulle prime la ragazza sembra entusiasta dell'idea, viene presto assalita da mille dubbi. Intanto, la convivenza con la suocera non è una prospettiva considerata troppo allettante; ma soprattutto è impossibile ignorare i problemi derivanti dalla particolare condizione sua e del fidanzato. La stessa madre di Woo-Yeong, senza ipocrisie, ammette che avrebbe preferito per il figlio una ragazza sana, in grado di occuparsi di lui fisicamente: ma la forza del legame che unisce i due giovani è tale da farle superare ogni reticenza, e da farle decidere di accogliere Jae-Nyeon in casa propria, sempre che lei lo voglia.

Non sappiamo come andrà la convivenza dei due protagonisti, se il loro amore sopravvivrà alle difficoltà o dovrà cedere sotto il peso di una quotidianità troppo dura da sopportare. Ma, grazie a Park Bae-Il e alla sua rispettosa testimonianza, sempre lontana dal pietismo e dal compatimento, sappiamo che Woo-Yeong e Jae-Nyeon ci hanno provato, che non hanno rinunciato a stare insieme per paura di fallire. E chissà che la loro storia non insegni qualcosa, sul valore della responsabilità e dell'impegno, anche a noi, privilegiati e pigri, sempre in attesa della perfezione, del tutto e subito, della vittoria facile.
Movieplayer.it
3.0/5