L'acido delle meraviglie
LSD: la sua (cattiva) fama la precede. Siamo tutti coscienti della sua potenzialità di far trascendere all'utilizzatore la propria dimensione strettamente corporea e umana, e di elevarlo a un livello di coscienza superiore; ma, allo stesso tempo, quella del bad trip non è una prospettiva in grado di allettare nemmeno lo sperimentatore più avventuroso. Resta il fatto che l'LSD sia una sostanza (anzi, la sostanza, come ribadisce diligentemente il titolo del documentario di Martin Witz, The Substance - Albert Hofmann's LSD) dal fascino perverso, e mai del tutto sopito, assurta anche a simbolo di quel movimento non-violento che ha fatto la storia dell'America e poi, a cascata, del mondo intero.
Molti sanno già che il suo inventore, Albert Hoffmann, la sintetizzò quasi per caso, con tutt'altro intento rispetto a quello di creare un paradiso (o un inferno) mentale tutto nuovo, a beneficio del vasto pubblico. Come Witz ricorda, con le vive parole del papà dell'LSD, ripreso centenario nella sua Svizzera, scopo di Hoffman era quello di mettere a punto un nuovo farmaco per la circolazione. Ma nel 1943, quando inavvertitamente assunse quella misteriosa sostanza, estratta da un parassita della segale, le sensazioni di cui fece esperienza lo segnarono tanto in profondità da convincerlo a perfezionare la sua involontaria scoperta. In quegli anni la psichiatria era ancora una scienza giovane, e vogliosa di sperimentare: niente di meglio, quindi, di un farmaco in grado di liberare la coscienza del paziente, di dargli accesso agli strati più profondi e nascosti della propria mente, di far emergere quel sottobosco di cui ansie, fobie e nevrosi si nutrono. Proseguendo nella storia antica, e inframmezzando le varie sequenze con immagini psichedeliche di grande suggestione, tese ad emulare l'esperienza visiva offerta dall'LSD, Witz ci racconta anche gli altri usi, decisamente meno prevedibili, dell'acido in questione: come quello tentato dalla CIA, che voleva impiegarlo come arma chimica, in modo da rendere i soldati nemici impossibilitati ad eseguire una qualsivoglia forma di ordine o strategia.

E' da lì che inizia la damnatio memoriae dell'LSD, che ne comporterà l'accantonamento anche in ambito farmacologico. Ed è qui che il lavoro di Witz incontra un altro snodo fondamentale: da pochi anni, infatti, l'acido lisergico è stato reintrodotto in alcune terapie sperimentali, tese a rendere più accettabile ai malati terminali la prospettiva della morte, tanto dal punto di vista psicologico quanto da quello spirituale. Come a dire che, pur senza dimenticare gli effetti nefasti di un uso incontrollato, e anzi tenendo sempre ben presente le derive a cui un'eccessiva leggerezza e semplificazione del fenomeno possono condurre, non per forza è tutto da demonizzare: l'LSD può infine ricongiungersi con il suo scopo originario, per cui era stata fortuitamente scoperta, ovvero quello di migliorare la qualità della vita di un malato.
Movieplayer.it
3.0/5