Kleo, la recensione: la spy-story seriale di Netflix convince

La recensione di Kleo, la serie tedesca in otto episodi che vede protagonista un'agente della Stasi in cerca di vendetta.

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Kleo: un momento della serie

Berlino, 1987. Kleo è una spietata e implacabile agente al servizio della Stasi, organizzazione di sicurezza e spionaggio della Repubblica Democratica Tedesca. Dopo aver compiuto il suo ultimo incarico, relativo all'omicidio di un obiettivo all'interno di una discoteca, la ragazza viene arrestata e denunciata per alto tradimento. Tutte le prove sono contro di lei e neanche il nonno, a capo dei servizi segreti, prende le sue difese. Lo stesso fa il suo compagno Andi, padre del bambino che lei porta in grembo. Rinchiusa in carcere, Kleo è infatti incinta ma in seguito ad una violenta rissa con le altre detenute finisce per perdere il piccolo. Quando due anni dopo ha luogo la caduta del Muro di Berlino e i prigionieri politici vengono liberati in seguito ad un'amnistia nazionale, Kleo è ora determinata a scoprire chi abbia voluto incastrarla e non avendo più nulla da perdere intende vendicarsi ad ogni costo. Come vi raccontiamo nella recensione di Kleo, le indagini la condurranno sulle tracce di una valigetta rossa dal misterioso contenuto, ma nel frattempo non è la sola a investigare sul caso. Anche il poliziotto Sven infatti, che anni prima le stava dando la caccia per il precedente delitto, intende vederci chiaro e ottenere una promozione. Le loro storie si intrecceranno con quelle di molti altri personaggi aventi a che fare con intrighi e complotti ancora relativi alle guerre interne fra le due Germanie.

Realtà e finzione

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Kleo: un'immagine della serie

Lo scopo originario era quello di dar vita ad una spy-story che riprendesse la "mitologia" della DDR in un'ottica fumettistica e non è un caso che l'intera serie viva su un mix di anime e toni generalmente insolito in produzioni del genere. Questa produzione tedesca in otto episodi è infatti una creatura ibrida, tanto improbabile quanto affascinante, capace di trascinarci in un racconto sopra le righe e introdurre una nuova (anti)eroina destinata a lasciare il segno nel mercato seriale. La Kleo di Jella Haase, vista solitamente in ruoli più leggeri come nel dittico di Fuck you, prof!, è infatti la protagonista perfetta, abile sia nelle parti più drammatiche che in quell'humour nero che caratterizza la storia e il suo personaggio, tragicomico angelo della vendetta alla ricerca di risposte.

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Sorprese e colpi di scena

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Kleo: una scena della serie

Otto episodi, della durata media di cinquanta minuti, che riescono ad appassionare e divertire, esplorando non solo la tosta protagonista ma anche le numerose figure secondarie, buone o cattive che siano, all'insegna di un partitura ambigua che lascia campo libero ai numerosi colpi di scena, con tradimenti e segreti inconfessabili che vengono via via alla luce col procedere del racconto. Tra mcguffin di sorta - la valigia rossa e il suo contenuto caratterizzano buona parte del succo narrativo - e flashback rivelatori lo spettatore viene sempre tenuto sul vivo, fino a quell'epilogo che spalanca le porte ad una probabile seconda stagione. In particolare la sesta puntata, che esplora a fondo la tormentata infanzia e adolescenza di Kleo, ci permette di immedesimarci ancor di più in questa giovane donna tradita dal sistema per il quale ha dato tutto e per il quale tutto ha perso. Se la sceneggiatura si dimostra solida al punto giusto nel plot principale, palesa invece alcune ingenuità nella gestione di certe rese dei conti, con spie "troppo stupide per essere vere" e un paio di forzature nell'eccesso di rivelazioni last minute: se questo toglie parziale verosimiglianza all'insieme, va anche detto che l'intento della serie non era certo quello di risultare totalmente realistica e quindi queste concessioni sono più che giustificate e comprensibili.

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Un contorno suggestivo

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Kleo: una foto di scena

Tra improbabili compagni di stanza che credono di provenire da altri pianeti, spie incinte che si impegnano in furiose scene d'azione con tanto di pancione prossimo al parto, poliziotti pasticcioni e cocciuti, nostalgici del comunismo e quant'altro, l'immaginario di contorno è ricco al punto giusto e garantisce una discreta varietà di situazioni anche nelle dinamiche action, conferendo al tutto un appeal pulp che riporta in più occasione alla mente evidenti prototipi. Inseguimenti automobilistici su strade piene di curve, combattimenti a mani nude che richiamano incontri di sumo o una verve memore del cinema action hollywoodiano post John Wick, sparatorie ed avvelenamenti spesso originali, Kleo offre anche un sano intrattenimento di genere, sempre e comunque ibridato a quell'humour di fondo che accompagna l'intera operazione. Maiorca, il Cile, Berlino: anche a livello di ambientazioni la serie si sposta in giro per il mondo, regalando alla sua scatenata, tormentata, protagonista il palcoscenico per una revenge-story di tutto rispetto.

Conclusioni

Come vi raccontiamo nella nostra recensione di Kleo, ci troviamo davanti ad una spy-story dalle atmosfere tragicomiche, ambientata nella Berlino post caduta del muro. La tormentata protagonista, spia della Stasi tradita da compagni e superiori e in cerca di vendetta, è interpretata magistralmente da Jella Haase, brava sia nelle fasi drammatiche che in quelle più leggere, e la buona varietà di toni e situazioni riesce a intrattenere e sorprendere in tutti gli otto episodi che compongono la serie.

Movieplayer.it
3.5/5

Perché ci piace

  • Avvincente nella sua commistione di toni e generi.
  • Una protagonista in parte e un eterogeneo cast di supporto.

Cosa non va

  • Qualche piccola sbavatura narrativa.