King of Killers, la recensione: su Prime Video uccide bene chi uccide ultimo

La recensione di King of Killers, film dove il protagonista è un assassino consumato dal rimorso che partecipa a una caccia all'uomo per uccidere il killer più famoso al mondo.

King of Killers, la recensione: su Prime Video uccide bene chi uccide ultimo

Garan è un infallibile killer su commissione, professione della quale la moglie e la figlioletta sono all'oscuro. Una sera, proprio nel giorno del suo anniversario di matrimonio, l'uomo viene chiamato per un incarico e mentre è impegnato a eliminare i suoi obiettivi ne sopraggiunge la compagna, che rimane mortalmente ferita da uno sparo accidentale e spira poco dopo tra le sue braccia. Trascorso quasi un anno, Garan non è riuscito ancora a superare la perdita, ritrovandosi a crescere da solo una bambina che per altro è gravemente malata.

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King of Killers: una scena

Come vi raccontiamo nella recensione di King of Killers, la piccola necessita di interventi costosi per un raro problema cardiologico e l'occasione per il protagonista sembra propizia quando viene contattato per prendere parte a un evento in Giappone, insieme ad altri suoi "colleghi": lì si terrà infatti una sorta di contest atto a uccidere Jorg Drakos, ovvero l'assassino più famoso al mondo, e il vincitore potrà mettere le mani su dieci milioni di dollari. I concorrenti si ritrovano in un lussuoso hotel di Tokyo, scoprendo ben presto come ad averli assoldati sia stato lo stesso Drakos, desideroso di mettersi alla prova a dimostrare di essere il solo e unico "re degli assassini" sulla piazza.

La morte ti fa ricco

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King of Killers: una scena del film

Se la sinossi poco esposta vi appare quanto meno inverosimile, a visione completa i motivi di stupore saranno ulteriori, giacché King of Killers si dipana su svolte via via più improbabili, con un doppio colpo di scena finale a spalancare le porte a un ipotetico sequel. Ci troviamo davanti ad un action b-movie in piena regola, popolato da volti - conosciuti e meno - del cinema muscolare contemporaneo, pur ben lontani dai grandi nomi. Tolta infatti la presenza di Frank Grillo nei panni di gustoso, per quanto improbabile, villain, la parte del protagonista viene affidata ad Alain Moussi, ex stuntman salito alla ribalta delle produzioni di genere dopo aver preso parte nel ruolo principale al reboot/sequel della saga di Kickboxer: un volto anonimo e un fisico slanciato che cerca di emulare prototipi ben più riusciti, Jean-Claude Van Damme in primis.

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King of Killers: un'immagine del film

Il risultato è un'accozzaglia alla rinfusa di mood e situazioni, con la premessa che può parzialmente ricordare quella di un altro recente scult a tema quale Assassin Club (2023): anche qui abbiamo alcuni dei più rinomati sicari del mondo prima l'uno contro l'altro e poi insieme in un'improvvisata unione dell'ultimo minuto nel tentativo di affondare quella comune nemesi, apparentemente intoccabile e invincibile. Sin dal prologo, con il protagonista a indossare dei bizzarri baffoni come travestimento, si ha l'impressione di trovarsi a un'operazione fuori tempo massimo, che cerca di buttarla (in)volontariamente sull'autoironia nel tentativo di rendere maggiormente perdonabili le pecche narrative e di relativa messa in scena, che d'altronde si sprecano nel corso dell'ora e mezzo di visione.

Luoghi comuni a gogò

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King of Killers: una scena del film

Da frasi fatte prese da un bignami tematico - "la morte fa parte della vita" ripetuta come mantra - a maschere alla Mortal Kombat, da guerrieri samurai con katana e discorsi sull'onore a geishe assassine che spuntano dal nulla, fino a quella rivelazione conclusiva che sa tanto di presa in giro, King of Killers non ha sprezzo del ridicolo e forse proprio tramite la sua anima trash potrebbe trovare qualche estimatore. Il resto del cast può contare sulla presenza, tra gli altri, di Marie Avgeropoulos - che il pubblico televisivo ricorderà con piacere nella serie The 100 - nonché su Stephen Dorff nelle vesti di risicata guest-star, con altri interpreti presi soltanto per aderire al relativo topos ma a conti fatti semplice carne da macello per la mattanza tra assassini che domina la maggior parte del minutaggio, in una lunga sequela di botte da orbi senza arte né parte.

Conclusioni

Un assassino su commissione, arso dal rimorso per aver involontariamente provocato la morte della moglie, viene contattato per dare la caccia al killer più famoso del mondo. Insieme ad altri colleghi, dovrà braccarlo in un hotel di Tokyo, salvo scoprire che proprio chi lo ha assoldato è lo stesso obiettivo da eliminare. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di King of Killers, ci troviamo davanti ad un action improbabile e ricco di forzature, soprattutto nella convulsa gestione dei colpi di scena in chiusura. Un'ora e mezza di visione dove coreografie poco ispirate si susseguono l'un l'altra in un'ambientazione spoglia e ridotta, con un cast per gran parte "carne da macello" ad accompagnare la resa de conti tra l'anonimo protagonista Alan Moussi e un Frank Grillo ancora una volta sprecato nelle vesti di villain sui generis.

Movieplayer.it
1.5/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • Risvolti trash che possono risultare involontariamente comici.

Cosa non va

  • Gestione delle dinamiche action poco ispirata.
  • Caratterizzazioni archetipiche dei personaggi principali e secondari.
  • Gestione dei colpi di scena ai limiti dell'assurdo.