Affascinante, biondo come un moderno e aitante principe austriaco, ironico, deciso e arrabbiato: l'attore Kaspar Capparoni si racconta nel corso della presentazione della terza edizione italiana della serie Rex (la tredicesima se si considera anche l'originale Il commissario Rex), in prima serata a partire da martedì 14 giugno con sei doppi appuntamenti. Dopo aver vinto insieme alla bella Yulia Musikhina la settima edizione del talent targato Rai Ballando con le stelle, battendo i giovanissimi Sara Santostasi e Umberto Gaudin, l'attore romano ha deciso di dire addio al ruolo del commissario Fabbri, nel quale lo vedremo fino al primo episodio della prossima stagione, per coerenza. La fiction, che ha reso il pastore tedesco il beniamino a quattro zampe più famoso del piccolo schermo dopo Lassie, sembrava, secondo Capparoni, voltare pagina e fare un passo indietro rispetto alle edizioni precedenti. Ma lui non intende continuare su una strada che guarda al passato e abbandonare quel registro ironico che aveva portato lui e il compagno canino Henry a quell'enorme successo registrato anche all'estero (120 i Paesi in cui Rex è stato venduto). Va dunque dritto per la sua strada, l'ex allievo di Giuseppe Patroni Griffi e non senza poche polemiche. Ma, mentre aspetta che lo spettacolo generi nuove idee - la colpa più grande del sistema dell'intrattenimento nazionale - sta già lavorando a due progetti nuovi di zecca: una serie per Mediaset in cui sarà un Arsenio Lupin tedesco alle prese con il collega Sergio Assisi e una fiction biografica per la Rai dove vestirà i panni di un eroico campione di polo.
Tra un complimento alla conduttrice Milly Carlucci e qualche riflessione sullo stato attuale del cinema italiano, ci confessa inoltre che ha già nel cassetto una sceneggiatura pronta e sogna di passare presto dietro la macchina da presa.
Non sono uno a cui piace fare le cose a metà strada: o stai con me o senza di me. Quindi vado via quando lo dico io!
Quali sono i motivi che ti hanno spinto a questa scelta?
Non ero d'accordo con l'idea di un personaggio diverso nella quarta stagione. La serie è stata venduta in 120 Paesi, ha raccolto un successo strepitoso in Canada, in Australia, in Sudamerica... e non aveva senso continuare come volevano: era stato deciso che il commissario avrebbe avuto un taglio internazionale e a me questo non piaceva perché era lontano dallo sviluppo del mio personaggio e non sarei stato coerente.
Cosa volevano che cambiasse in particolare?
Non volevano più la mia ironia, mi volevano più serio, come uno 007 e per me sarebbe stato come fare un passo indietro. La produzione ha scelto di tornare al vecchio buon Rex.
Il Rex italiano com'è stato accolto dal pubblico?
Il Rex di queste ultime tre edizioni ha avuto dei picchi di share superiori a quelli delle scorse edizioni.
Quindi la tua è anche una scelta sofferta?
Sì, lascio Rex a malincuore. Mi ero affezionato molto alle persone del cast, anche a Rex, anzi a Henry... In un certo senso andiamo entrambi in pensione!
Cosa puoi dirci invece della programmazione? Perché Rex verrà trasmesso proprio in questo momento dalla Rai?
Non chiedetelo a me! Sono scelte. Anche economiche. E' successo anche a Capri, un'altra produzione di grande successo sconvolta da scelte erronee. Capri non era solo un'isola, Capri eravamo noi quattro. In un'azienda ci deve essere una strategia comune, qui invece ognuno lavora a compartimenti stagni e non c'è abbastanza attenzione. Se dopo Ballando con le stelle a ridosso del successo mi avessero offerto un ruolo, io avrei accettato e adesso potrebbero proporre qualcosa di diverso...
Milly Carlucci è stata carina e caparbia con me: erano tre anni che mi stava dietro e mi chiedeva di partecipare. Ogni volta dovevo declinare l'invito per lavoro. Le ho promesso che appena avrei potuto avrei fatto parte del suo team, ma la verità è che non pensavo che avrei mai avuto il tempo per farlo. La prima settimana me ne sarei già andato a casa perché sono uno piuttosto riservato e lì non ero un personaggio. Poi però ho trovato il programma di un'eleganza estrema nel panorama televisivo attuale. Milly è una professionista a tutto tondo, si confronta continuamente con le persone... è la Carrà dei nostri giorni. E questo era una marcia in più. Ma non voglio più ballare!
E' vero che hai già dei nuovi progetti?
Ho in cantiere un progetto per la Mediaset: ho scritto il soggetto e si tratta di una serie in dodici puntate. La produzione sarà italiana ma con coproduzioni estere (Germania, Francia e Spagna). Con me nel cast ci saranno miei vecchi colleghi come Sergio Assisi, Luca Ward, Fabio Ferri... e due interpreti internazionali molto importanti, uno dei quali sarà una donna famosa. E' una storia semplice: un conte tedesco (io) collezionista d'arte e un ladro (Sergio) si ritrovano entrambi assoldati da un agente che si occupa di recupero di opere d'arte. Il conte possedeva nella sua collezione opere acquistate in maniera illecita, il ladro è stato colto in flagrante e potrebbe finire in galera. I due quindi sono costretti a collaborare per portare a termine quest'operazione e a convivere nel castello del conte. Inaspettatamente scopriranno che il loro capo è una donna stupenda, l'unica capace di rimetterli in riga. Il titolo provvisorio è Una coppia quasi perfetta.
Per la Rai sto lavorando alla sceneggiatura di una fiction tratta da un libro la cui storia mi tocca in maniera diretta. Si chiama Il cavaliere di cristallo ed è stato dedicato da mia zia Lucilla a mio zio Piero. E' la storia di un uomo che ha avuto tutto dalla vita: la notorietà, la bella vita, i soldi... Era capitano della nazionale italiana di polo, ma un giorno ha avuto un brutto incidente: il suo cavallo è caduto finendogli sulla schiena, spezzata appunto come un cristallo. Dopo giorni di coma, si è ripreso, ma è rimasto paralizzato. E la cosa pazzesca è che pur vedendo la sua vita completamente cambiata a trent'anni non si è mai perso d'animo. La sua storia è un inno alla vita! E' una produzione Endemol, io interpreterò mio zio e vorrei nel ruolo di mia zia un'attrice che ha vissuto recentemente un'esperienza simile alla sua. Vorrei che questa fiction incarnasse lui e mia zia realisticamente. Non c'è solo Osbourne nella vita, c'è pure Wilde: un dramma si può raccontare anche da altri punti di vista, come quello ironico, e non a tutti i costi come il dramma della porta accanto.
Non ami particolarmente il genere drammatico?
No, è che la gente vuol tornare a sognare! Ha bisogno di uscire fuori dalla propria routine, ha bisogno di farsi due risate. La gente vuole un'offerta più varia.
Hai mai pensato di proporti come regista?
Al cinema sì, in teatro invece ci vuole più esperienza e le cose devono sempre fare il loro giusto corso. Inoltre ci vorrebbe qualcuno che mi proponesse qualcosa di nuovo, non un altro Amleto. Però ho scritto la sceneggiatura di un film ma è top-secret!
Attore, sceneggiatore e forse in futuro regista. Stai solo aspettando uno spazio nel cinema?
Quello che manca da noi sono solo le idee! Una volta i produttori sapevano sposare le idee, oggi invece c'è una catena di montaggio. E la mancanza di idee crea uno stallo: la tv si salva un po', perché di tanto intanto qualche buon prodotto arriva sullo schermo, ma per il cinema non è così. Create il mercato e torneranno i bravi autori e attori.
Stai dicendo che per te il bilancio sul cinema italiano oggi è negativo?
E' questione di praticità: quando all'estero parlano del nostro cinema, non fanno che parlare solo del passato. Il mercato poi non è più solo quello statunitense, ci sono il Sudamerica, l'Asia...