"Energia allo stato puro che solo Jovanotti può regalare": così il direttore di Sky Uno Michela Barbieri ha presentato alla stampa il film Gli Immortali, che racconta il grande concerto del 26 giugno 2015 a San Siro (debutto del tour Lorenzo negli Stadi), che sarà trasmesso in prima tv su Sky Uno HD e Sky Arte HD il 4 dicembre alle ore 22.00 (e nei giorni successivi in onda su entrambi i canali e disponibile su Sky On Demand).
Un film dedicato al mio pubblìco rock'n'roll
Non aspettatevi però il classico racconto di un grande live show, da "rivivere" comodamente seduti in poltrona, perché Jovanotti: Gli immortali un film lo è davvero e nei suoi 90 minuti riesce a tenere sempre agganciato lo spettatore, regalando momenti di grande emozione, divertimento e adrenalina, mostrando un livello di scrittura notevole e mai banale. Un risultato che non soltanto piacerà ai suoi tantissimi fan, ma anche a un pubblico più neutrale, curioso di scoprire come prende forma un concerto di quelle dimensioni e di conoscere più da vicino un artista che da quasi trent'anni è sulla cresta dell'onda.
Ma c'è di più, perché alla base de Gli Immortali la vera intuizione è quella di raccontare tutto questo anche da un'altra prospettiva: quella dei fan. Parlando del suo pubblico così trasversale e "Rock 'n Roll", che mette insieme padri e figli e persone "che non sarebbero mai nello stesso posto, anzi, che non vanno nemmeno nello stesso supermercato, ma che poi però si ritrovano dentro una mia canzone" Jovanotti spiega: "Cercavo di mettere insieme le facce, i nomi, le vite. Ho iniziato a pensare che erano proprio loro Gli immortali, o meglio, quegli immortali della canzone che avrei cantato alla fine del concerto."
Uno spunto vincente e perfetto per raccontare un tour che di cinematografico aveva già molto, a cominciare dalla sua apertura: un film di 6 minuti ambientato in un lontano futuro in cui Jovanotti è cameriere in un fast food e viene richiamato al 2015 dall'ologramma di Ornella Muti che lo trasporta direttamente sul palco dello stadio in cui poi si esibirà. Un inizio "col botto" seguito da tantissimi cambi d'abito, costumi, mantelli da supereroe e uno spettacolo visual di grande impatto capaci di rendere lo show qualcosa di davvero memorabile.
Gli immortali siamo noi
Ma Gli immortali, come detto, non racconta soltanto questo, concentrandosi invece sui fan, sulle persone. "La spinta iniziale di tutto il progetto è stata proprio l'umanità", ha spiegato Lorenzo, precisando il concetto che ha qui per lui l'immortalità: "Siamo tutti perdenti in certi momenti della giornata e abbiamo tutti momenti di grande trionfo. Mi piaceva molto sottolineare questo. Quando ho scritto la canzone Gli Immortali ero un po' in imbarazzo, come quando ho scritto Ragazzo fortunato e Penso positivo. Sono tutte canzoni dove si spara molto in alto e che, in un certo senso, mi costringono a giustificarmi, con me stesso innanzitutto. Con questo film volevo semplicemente dare una chiosa a quella canzone, per dire che gli immortali sono i mortali, siamo noi che in alcuni momenti della nostra vita possiamo sperimentare la gioia infinita, l'estasi dello stare al mondo".
E così "questo senso di gratitudine nei confronti di quel pubblico che è diventato un popolo numerosissimo, un popolo di persone, ognuna con la sua vita e la sua storia" a innescare in Jovanotti il desiderio di realizzare questo film che intreccia il racconto della preparazione del tour a quelli di sei personaggi reali, legati in modo del tutto speciale a lui e che si preparano proprio a partecipare a quel concerto.
I protagonisti: "Un casting fatto col cuore"
Una delle più intense è sicuramente la storia di Giovanni, 37enne di Palermo che dall'età di 13 anni è affetto da tetraplegia e che dal 1987 è grande fan di Jovanotti: "Lo vidi per la prima volta a DJ Television. La prima cosa che mi colpì fu la sua energia e il suo essere anticonformista". A colpire di Giovanni invece è l'estrema naturalezza e il coraggio con cui affronta la sua difficilissima situazione e che lo portano addirittura ad ammettere: "C'è una canzone di Lorenzo che è un po' l'antitesi della mia vita, ma che io sento di poter cantare lo stesso: è Ragazzo fortunato. Lo faccio un po' apposta, perché io comunque non mi sento un ragazzo sfortunato.". Il suo viaggio in nave verso Milano (il primo fuori dalla Sicilia da quando si è ammalato) è il primo ad accompagnarci verso la meta finale. In un countdown disordinato, ma sempre coerente e fluido, ci spostiamo a New York per seguire Jovanotti e i suoi collaboratori durante la preparazione di alcuni arrangiamenti e la stesura della scaletta al Red Bull Studio, poi a Cortona, Firenze e lungo tutte le tappe che segneranno il percorso verso San Siro.
A questo racconto si alternano le altre storie: quella della famiglia Gravina di Taranto e in particolare di Daniele (9 anni e una grande passione per l'hip hop) che seguono Jovanotti da sempre tanto da chiamarlo "Zio Lorenzo"; quella di Carolina, studentessa milanese che in quei giorni sostiene gli esami di maturità e si prepara a partire per l'America inseguendo un sogno; quella di Ed Menichella, giovane cantautore pugliese che proprio grazie a Jovanotti ha avuto la più grande occasione della vita e che quel 26 giugno si troverà a cantare sul palco di San Siro; quella di Angelo, DJ romano che è una sorta di alter ego di Lorenzo e membro di una tribute band dedicata proprio a Jovanotti, e infine c'è Tony Cairoli, grande campione di motocross, che in comune con Lorenzo racconta di avere tanto: "Mi somiglia molto: anche lui è umile, disponibile, è appassionato di motori, pieno di energia e anche lui come me è sempre col gas aperto".
Sulla scelta dei personaggi Lorenzo ha spiegato: "Il casting è stato fatto in maniera del tutto istintiva e col cuore. Giovanni è un ragazzo che ho incontrato tante volte ai miei concerti e che è molto attivo sui social e molto attivo sul tema della disabilità. La famiglia di Taranto mi segue da tanto tempo sui forum. Tony è un pilota della Red Bull e questo lo ha reso ancor più avvicinabile perché il film è coprodotto da Red Bull."
L'idea del film
A firmare la regia de Gli Immortali è Michele Truglio, amico di lunghissima data di Jovanotti:"Ci conosciamo dal 1989, quando facemmo insieme Fantastico con Pippo Baudo. Lui era l'autore dei giovani e io ero il più giovane. Da allora abbiamo fatto tante cose insieme: DVD, speciali, lui è anche regista di tutta la parte live-visual del mio tour e il regista del DVD del concerto che esce in questi giorni". Ecco perché Lorenzo ha deciso di affidare a lui questo progetto: "Michele è l'anima di questo film, perché se l'è proprio messo sulle spalle fin dall'inizio: da quel pranzo di Santo Stefano che abbiamo fatto insieme l'anno scorso a Cortona, durante il quale io gli dissi che mi sarebbe piaciuto fare un film del concerto, raccontato però dal punto di vista di chi ci va. All'inizio abbiamo fatto tante ipotesi, addirittura pensato a un reality o a una cosa in più puntate".
Accanto a lui anche in conferenza stampa il regista ha raccontato: "La difficoltà in questo progetto è stata innestare queste storie in quella di Lorenzo che racconta il suo arrivo a San Siro attraverso le tappe che costruiscono lo spettacolo. I sei protagonisti hanno la sua stessa intenzione di godersi appieno la festa, ma ovviamente da un altro punto di vista". La scommessa, insomma, era riuscire a fare un film in cui tutte queste storie fossero raccontate in modo uniforme, confluendo verso la meta finale: il 26 giugno 2015 allo stadio Meazza di Milano.
A credere fortemente in questo progetto poi sono stati la casa di produzione SoleLuna di Max Brun in collaborazione con Red Bull, come ha spiegato lo stesso Jovanotti in conferenza stampa, ringraziando loro e in particolar modo anche Sky che: "Unendosi a noi ha dato un senso e una prospettiva a questo progetto. Sono contento perché Sky ha un certo occhio per la qualità e tutte le loro proposte hanno sempre un certo livello di cura."
"Fare l'attore? Me l'hanno proposto tante volte, ma..."
Vista la sua passione per la messa in scena cinematografica viene spontaneo chiedersi se mai lo vedremo in veste di attore: "Non l'ho mai fatto, perché non so se mi interessa, forse non sarei capace, farei sempre Jovanotti credo. In passato mi hanno proposto un sacco di cose interessanti che poi ho visto al cinema ed erano bellissime. Vedere un altro fare quello che avrei potuto fare io però mi ha rincuorato, perché ho avuto conferma che lo ha fatto sicuramente meglio di come lo avrei fatto io". Se la recitazione non è quindi nei suoi progetti, il cinema in sé resta un argomento di grande appeal: "Mi piacerebbe molto mettere in piedi qualcosa legato a questo mondo, partecipando attivamente alla costruzione del progetto". Intanto però Jovanotti si dedica ai suoi fan, con il tour Lorenzo nei Palazzi dello Sport, che proseguirà fino a metà gennaio. Poi si prenderà una pausa "per rimettermi a scrivere e cercare nuovo materiale, che per me è il vero lavoro." Chi avrà nostalgia dei live potrà rivedere il suo film...