Joe Manganiello è uno dei protagonisti di questo Lucca Comics & Games 2023: l'attore di Justice League, True Blood e Magic Mike ha da sempre una passione per i giochi di ruolo ed in particolare per Dungeons & Dragons e qui alla manifestazione ha avuto modo di presentare il documentario ufficiale dedicato al celebre gioco di ruolo, di cui è regista, oltre a partecipare a vari incontri con la stampa e con il pubblico sul tema. Tra qualche mese, infatti, D&D compirà ben cinquant'anni, mezzo secolo durante il quale ha cambiato e segnato le vite di un numero sempre crescente di appassionati che hanno così imparato ad amare il vastissimo universo narrativo proposto dal gioco, uno vero e proprio spazio aperto alla fantasia dove poter creare personaggi, situazioni e storie i cui esiti sono affidati alla bravura del Doungeon Master, dei giocatori e ovviamente, ai dadi. Manganiello ha parlato di tutto questo raccontando la nascita della sua passione e tutto ciò che da essa è derivato, dimostrando come senza Dungeons & Dragons non sarebbe l'attore, l'autore e il regista che è oggi.
Gli insegnamenti di Doungeons & Dragons
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Durante l'incontro con la stampa la prima domanda ha riguardato proprio l'influenza che il gioco di ruolo ha avuto sulla sua vita e sul lavoro: "Ho iniziato come Dungeon Master a nove anni. All'epoca le storie che creavo erano legate ai libri che leggevo: a otto anni ho letto Lo Hobbit, leggevo Stephen King e così ho iniziato presto a capire l'arco caratteriale dei personaggi. Oggi sono uno scrittore, un produttore, ho appena creato una serie tv e le abilità che ho sviluppato da bambino come master sono le stesse che uso quando sviluppo una serie televisiva. Ho imparato a scrivere dando voci diverse ai personaggi, perché è quello che fai quando fai il Master. Grazie a questo ho anche capito come aver a che fare con gli attori: quando ero piccolo gli amici con cui giocavano non erano attori, ma ho imparato come trascinarli nella storia, come farli affezionare alla narrazione."
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L'attore e autore ha poi continuato dicendo: "Impari ad emozionarti anche quando le cose vanno male, in un certo senso vuoi che le cose vadano male perché a volte dai vita ad un fantastico errore creativo. Come Dungeon Master, infatti, il momento più bello per me è quando mi poggio allo schienale della sedia e vedo cosa i giocatori creano, situazioni che a volte sono meglio della mia idea originale e questo succede anche su un set. Ho imparato a non essere così rigido nelle mie posizioni e ad aspettarmi il cambiamento, ad esempio nella serie True Blood: se ricordate nei libri il personaggio di Lafayette muore alla fine del primo libro ma Nelsan Ellis nella serie era talmente bravo che è il suo personaggio è stato fatto sopravvivere. Quando si tratta di D&D tu puoi cambiare la storia, cogliere gli spunti che ti arrivano perché l'idea migliore deve vincere."
Il gioco di ruolo come forma d'arte
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Manganiello, classe 1976, ha anche sottolineato come in passato giocare ai giochi di ruolo fosse qualcosa di strano, qualcosa che non veniva percepita spesso con un'accezione positiva: "Ero ossessionato dal D&D da ragazzino. Cercavo di essere più bravo possibile a scuola per avere più tempo possibile il pomeriggio da dedicargli. Poi il mio lavoro è quello di raccontare storie: Dungeons & Dragons non è soltanto un gioco, è una forma d'arte creativa, è qualcosa che ti trova e se hai l'attitudine ti riempie, ti forma. Nel documentario ho parlato con tantissimi registi e attori che giocano, David Benioff, creatore de Il gioco di Spade è un giocatore di ruolo, Craig Mazin autore di The Last of Us, i Duffer Brothers autori e registi di Stranger Things sono master di D&D. Quando sei ragazzino non lo sai, non sai che ci potrai guadagnare qualcosa, non c'era tik tok all'epoca, tutti pensavamo di fare qualcosa di sbagliato ma non potevamo fermarci."
D&D e i videogiochi
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Dopo questi incontri non c'è più alcun dubbio sul fatto che Joe Manganiello sia votato alla cultura nerd e a tutto ciò che ad essa ruta intorno. Nel corso delle varie domande ha dimostrato di interessarsi alla letteratura fantasy, horror e storica, tutte fonti che utilizza poi per dare vita ai suoi lavori, raccontando anche come secondo lui Dungeons & Dragons abbia influito sulla creazione di titoli cardine della storia dei videogiochi: "L'intera industria dei videogiochi esiste grazie D&D: da King's Quest a the Legend of Zelda, praticamente un Dungeons & Dragons riletto dai giapponesi, ma anche Wolfenstein, Doom, Red Dead Redemption. Io sono un giocatore dal vivo, amo la carta e la penna, però ben venga che un videogioco su D&D abbia successo."