Jason rivive nel futuro!
Decimo e, sperabilmente, ultimo capitolo della famosa saga di Jason Voorhees che, nel film di James Isaac (La casa 7), si ritrova nell'anno 2455 quando un gruppo di scienziati esploratori durante una spedizione sul "vecchio" pianeta Terra, ormai contaminato dalle radiazioni e disabitato da secoli, trovano in uno scavo il corpo di una donna e di Jason criogenicamente conservati. Ignari dell'identità di Jason ed affascinati dalla scoperta, il gruppo di scienziati decidono di scongelarne il corpo. Il killer mascherato riprende così, come un tempo, la sua attività preferità: uccidere.
Diciamo subito che, considerando i numerosi precedenti sequel di Venerdì 13, ci si aspettava un film molto peggiore. L'idea che, probabilmente, gli conferisce un certo grado di interesse è l'ambientazione nel futuro e l'utilizzo di tecnologie fantascientifiche quali la criogenia e la nanotecnologia. La sceneggiatura, quindi, è diventata per forza di cose quella di un film di fantascienza con influssi thriller più che horror per quanto ci sia ancora una forte e, fortunatamente, non eccessiva vena sanguinolenta. Il rischio di cadere in uno splatter assolutamente ridicolo era forte. La trama è ovviamente scontata ma la visione del film non è noiosa e viene resa comunque godibile (si intende sempre per gli appassionati del genere) dagli effetti speciali e da alcune scene umoristiche ben inserite nel contesto della storia.
Sicuramente il film non va considerato un capolavoro ma nemmeno un disastro. Come è stato sottolineato la sceneggiatura è riuscita a dare un po' di colore al film con alcune intuizioni piuttosto interessanti (compresa un'incursione di Jason nella realtà virtuale) e la regia è perlomeno riuscita a non far cadere nello scontato alcune situazioni.
Nota di interesse finale: la partecipazione anche di David Cronenberg.