Dopo la proiezione dell'ostico ma affascinante Iri, presentato in concorso nell'ultima edizione del Festival di Roma, il regista cinese trapiantato in Corea Zhang Lu e la protagonista Yun Jin-seo hanno parlato del film e della sua genesi ai non molti giornalisti presenti all'incontro con la stampa. Molte delle domande si sono incentrate sull'evento da cui prende le mosse il film, la tragica esplosione della stazione ferroviaria della cittadina di Iri, che nel 1977 provocò decine di morti e centinaia di feriti.
Zhang, perché ha scelto una storia di 31 anni fa come base di partenza per una vicenda contemporanea?
Zhang Lu: Il motivo principale è che la casa di produzione mi contattò per chiedermi se volessi girare un film sulla storia di Iri. L'argomento mi interessava, quindi mi sono subito recato sul posto e ho iniziato a intervistare la gente che fu coinvolta nell'evento, prima di iniziare a scrivere la sceneggiatura. C'era comunque, da parte mia, un interesse personale per la vicenda: volevo conoscere meglio i fatti, e poi ho pensato che eventi del genere possono capitare, e capitano, anche oggi. Quando i media li raccontano, alla sorpresa iniziale segue rapidamente l'oblio: questo non vale però per le vittime, per coloro che queste tragedie le hanno subite, che al contrario non dimenticano mai.
Nel film viene toccato anche l'argomento della politica: qual è il vostro rapporto con essa? Può essere questa la causa di quelle parole mancate, di quella sorta di bomba che "implode" nei personaggi?
Zhang Lu: In senso stretto non c'è nessun rapporto tra il mio film e la politica. Tuttavia, questo non vuol dire che la società coreana, così come qualsiasi altra, possa prescindere da essa: è la politica stessa, infatti, che ci viene a cercare. Con il mio film ho cercato di raccontare il modo in cui ciò succede. Per quanto riguarda l'implosione, questa c'è, sì, e si contrappone all'unica esplosione presente nel film: quest'ultima porta rovine, ma d'altronde è il nostro stesso mondo che è fatto di rovine.
Yun, qual è il suo rapporto con la memoria, e in particolare con l'evento al centro del film?
Yun Jin-seo: L'esplosione di Iri accadde nel '77, io sono nata nell'83 e quindi non posso averne memoria: è un evento che sinceramente non conoscevo. Ho iniziato a recitare senza neanche leggere la sceneggiatura, ma poi ho voluto documentarmi, sia attraverso internet che con i racconti di mia madre, che ricorda bene i fatti. Ho provato un po' di vergogna per il fatto di non essere a conoscenza dell'accaduto, così come molti dei miei coetanei. Penso comunque di essere riuscita, attraverso questo film, a fare miei i pensieri delle persone che nel '77 c'erano e furono coinvolte in quella tragedia: in qualche modo, questo film mi ha fatto prendere ancora più coscienza del fatto di vivere nel mio paese.
Come si è preparata per interpretare questo personaggio?
Yun Jin-seo: Non ho adottato tecniche particolari, ho semplicemente cercato di abbandonarmi al personaggio e di essere più aperta possibile nei suoi confronti. Tra l'altro la protagonista ha anche il mio stesso nome, Jin-seo.
Zhang, perché questa scelta di dare al personaggio lo stesso nome dell'attrice protagonista?
Zhang Lu: Ogni volta che noi registi giriamo un film, la scelta dei nomi è sempre un'incognita, un problema che non fa dormire la notte. Lasciando il nome dell'attrice, ho scelto la via più semplice e così ho potuto dormire! Dando alla protagonista il nome di una persona reale volevo anche dare ai giovani spettatori un'idea ancora più tangibile che questo è un film che parla di eventi reali, che possono capitare a chiunque.
A parte il fratello, l'unico personaggio di sesso maschile che tratta bene la protagonista è un immigrato. Questo particolare sottintende un giudizio negativo sugli uomini coreani?
Zhang Lu: No, non era questa la mia intenzione. E' vero, l'unico uomo che è gentile con Jin-seo è un immigrato iracheno, perdipiù clandestino: ma questo non voleva sottintendere affatto un giudizio negativo su tutti i coreani. Però è vero che tra gli esseri umani di sesso maschile, di qualsiasi nazionalità siano, ci sono molte più persone cattive.
Cosa può dirci della sua esperienza con la realtà produttiva coreana?
Zhang Lu: Tutti i miei film sono stati finanziati dalla Korean Film Commission, che è un ente pubblico: devo dire che questo sistema di finanziamento pubblico è molto efficace, specie se confrontato con quanto accade in Cina. In un periodo come questo, di difficoltà per il cinema coreano, senza questi finanziamenti probabilmente non avrei potuto girare nessuno dei miei film.
Yun, lei ha attualmente in produzione anche un altro film, Beastie Boys, ed il suo è ormai un nome quotatissimo nell'attuale panorama del cinema coreano. Come vive questa sua attuale celebrità?
Yun Jin-seo: Io in sei anni ho girato nove film, ma il grande successo, improvviso, è arrivato solo con Old Boy: forse è proprio grazie a questo successo che ho potuto continuare a recitare. Tuttavia, attualmente non mi sembra di aver avuto un successo così repentino: ho avuto più che altro l'impressione di crescere, gradualmente, con ogni film. E' un lavoro difficile, certo, ma che appunto mi ha fatto crescere molto.