Per il suo decimo lungometraggio Fausto Brizzi dice di aver puntato "più sulla comicità che sul sentimentalismo". In effetti Poveri ma ricchi, l'ennesimo cine-panettone che gli italiani si ritroveranno nelle sale in questo periodo di super affollamento, ha qualcosa di diverso rispetto ai suoi film precedenti, ma non nell'accezione positiva del termine. La comicità su cui punta Brizzi, raccontando la storia di una famiglia di periferia che grazie ad una botta di fortuna si ritrova a vivere in un lussuoso attico milanese, piuttosto semplicistica e poco originale. I bravissimi Christian De Sica ed Enrico Brignano si ritrovano intrappolati in macchiette travestite da personaggi che ricorrono a battute banali e raramente divertenti.
Da parte sua, il cast sottolinea l'importanza di iniettare l'ironia nelle vene di un paese in cui quasi 14 milioni di persone sono a rischio povertà. Doveroso anche un saluto ad Al Bano, il cantante protagonista di un simpatico cameo che nei giorni scorsi ha avuto dei problemi di salute.
La ricchezza? Che paura!
Il vostro film si inserisce nella grande tradizione di un cinema in cui la povertà si confronta con la ricchezza. Qual è il vostro rapporto con i soldi?
Fausto Brizzi: Mi hanno sempre fatto notare che i protagonisti dei miei film fossero medio borghesi. Questa volta ho eliminato le mezze misure. Donald Trump è stato senza dubbio una fonte di ispirazione. Per quanto mi riguarda i soldi sono sempre stati un mezzo, mai un obiettivo. L'unica cosa che ho sempre inseguito nella vita è il privilegio di realizzare film.
Enrico Brignano: Ovviamente il nostro non è un film di denuncia, non è un documentario. Noi vogliamo portare allegria anche se in un certo senso il film parla della paura. La famiglia Tucci del film si preoccupa di non far sapere ai concittadini della vittoria del montepremi, teme l'invidia. È un fenomeno, un paradosso che osserviamo tutti i giorni nel nostro Paese.
Enrico Brignano: Siamo esportatori del buon gusto, del lusso, della moda ma i ricchi vengono additati come Satana. Non sia mai far vedere sui social la foto di una vacanza a bordo di un aereo privato. Io giro con un'auto rubata, tanto ho paura della ricchezza! (ride, n.d.r.).
Se diventaste milionari come spendereste i vostri soldi?
Lucia Ocone: Non so cosa comprerei. Non ho la mania dello shopping, sono una donna atipica. Andare in giro per negozi è quasi una violenza. Li spenderei per spa e trattorie. Ma farei anche tanta beneficenza nonostante ogni volta che lo dica non mi creda nessuno.
Christian De Sica: Quando mi sono sposato mia moglie mi chiese di andare a comprare i letti e io tornai con una collezione di uova di porcellana. Da allora non gestisco più i soldi, ho una paghetta. Dico sul serio! Gestire il successo e il denaro non è facile, risolve problemi ma porta confusione, specie nelle vite di chi è meno abituato.
Il segreto del successo
Qual ritiene il segreto del suo successo dopo così tanti anni sulla cresta dell'onda?
Christian De Sica: Credo che sia la diversificazione tra i progetti. Scelgo solitamente di recitare in un solo film all'anno per evitare di ripetermi. Per farle un esempio, in questo periodo sono impegnato nella conduzione di Zelig, dopodiché tornerò a teatro. Ho anche preso parte a cinque puntate della serie tv Mozart in the Jungle con Gael García Bernal che sta andando in onda in questi giorni in America.
Al termine del film emerge come la vostra speranza sia riposta nei giovani.
Fausto Brizzi: Adottando il punto di vista di un bambino sono rimasto fedele al film originale da cui tra ispirazione il nostro. Affidare il giudizio ad un bambino di otto anni mi ha consentito un maggiore livello di spietatezza e un involucro da favola. Ho immaginato la famiglia Tucci come una super Cenerentola.
Certo il film non brilla per originalità, almeno questo può ammetterlo?
Mi sembra che le sia sfuggita la mia analisi dei nuovi ricchi. Di certo non punto all'Oscar né volevo delineare un ritratto sociologico.
La concorrenza esagerata
Tra i tanti cine-panettoni presenti nelle sale perché il pubblico dovrebbe scegliere il vostro?
Christian De Sica: Dei 107 film di cui sono stato protagonista questo è tra i più divertenti. Non è una sòla. Mi ha fatto piacere farne parte perché, oltre a Brignano che è un attore straordinario, c'è un team di grande talento. Non è il classico cine-panettone che nonostante sia sempre sotto attacco continua ad essere prolifico. Questo è un bel film, mi consente di allontanarmi dai personaggi borghesi che ho interpretato quando ero più giovane e di interpretare un padre di famiglia che più si confa alla mia età.
Credete che un'Italia in crisi sia più difficile da divertire?
Enrico Brignano: No, anzi! Credo che i periodi più prolifici per la comicità siano quelli di difficoltà. In quel caso l'unica medicina vera è l'ironia. Il nostro film trattare il confronto tra ricchi e poveri in maniera nuova. Ha una storia ben precisa e si differenzia dal classico cine-panettone ad episodi.
Quanto sperate di incassare?
Fausto Brizzi: Mi accontenterei dei 2/3 dell'incasso di Rogue One: A Star Wars Story. Visto che ci sono pochi film italiani in sala (ride, n.d.r.) mi metto direttamente a confronto con la proposta internazionale!
Enrico Brignano: Io credo che la cosa più importante sia far ridere con eleganza. Cerchiamo di coinvolgere più gente possibile a venire al cinema. Ma sia chiaro: è solo per il loro bene!