Secondo film di una trilogia tratta dai romanzi omonimi di Dolores Redondo, Inciso nelle ossa ha come protagonista la stessa Amaia Salazar de Il guardiano invisibile (sempre disponibile su Netflix, per chi volesse recuperarlo), che ritroveremo anche in Offerta alla tormenta, la cui uscita, vista la situazione attuale, è stata rimandata a data da destinarsi. Come vedremo in questa recensione di Inciso nelle ossa, il film diretto da Fernando González Molina non può che attirare gli amanti di thriller oscuri i cui misteri affondano le radici nel passato (in questo caso della regione basca di Baztán e della sua protagonista) e in cui la storia procede in un susseguirsi incessante di colpi di scena. Colpi di scena e sorprese che a un certo punto potrebbero sembrare pure troppi, lasciando lo spettatore a tratti più confuso che intrigato.
Questo secondo adattamento della trilogia di Baztán può essere apprezzato anche senza aver visto il primo film, detto questo però la visione de Il guardiano invisibile è altamente consigliata, conoscere il background dei personaggi è infatti estremamente d'aiuto per seguire i complessi passaggi della storia.
25 film horror su Netflix da non perdere
Una trama ricchissima di colpi di scena
Avevamo lasciato la detective Amaia Salazar (Marta Etura), in attesa del primo figlio dopo aver risolto una serie di omicidi seriali nel suo pesino di nascita, Elizondo. In Inciso nelle ossa ritroviamo Amaia il giorno del travaglio (anche se la scena di apertura è un misterioso spaccato sulla vita di alcune donne, forse streghe, nella Baztán del diciassettesimo secolo), subito dopo aver assistito al suicidio di un uomo che aveva incriminato, che le aveva lasciato un biglietto con incisa la parola Tartalo. Quattro mesi più tardi, la detective, di ritorno a lavoro dopo la maternità, si ritrova con nuovi problemi da affrontare: una chiesa vandalizzata in cui viene ritrovato il braccio scheletrico di un neonato, cadaveri di donna (a cui viene rimosso un braccio) i cui assassini si tolgono la vita (lasciando dietro di sé solo la parola Tartalo) e le crisi violente della madre Rosario (Miren Gaztanaga), che sappiamo soffrire di una grave malattia mentale e che, in passato, aveva tentato in più occasioni di fare del male alla figlia. Amalia, suo marito James (Benn Northover) e il neonato Ibai, fanno così ritorno a Elizondo, dove vengono accolti a braccia aperte dalla zia di lei, Engrasi (Itziar Aizpuru), così che la detective possa tuffarsi nelle indagini e cercare di risolvere i misteri della sua cittadina natia.
Altro non possiamo svelarvi della trama di Inciso nelle ossa, perché, come vi anticipavamo, lo sviluppo narrativo del film è pensato per non dare quasi mai un attimo di riposo ai personaggi, passando da un colpo di scena all'altro senza sosta. Rivelandovi troppo potremmo senza dubbio rovinarvi la visione e le numerose sorprese che vi attendono.
La problematica principale del film dipende, a nostro parere, proprio dal fatto che la trama sia così ricca: Inciso nelle ossa riesce sì ad intrigare ma al tempo stesso confonde lo spettatore, che spesso è costretto a fermarsi per cercare di riprendere le fila di quanto sta accadendo sullo schermo. Se poi ci mettiamo che la storia non è pensata per avere una conclusione definitiva, ma anzi si cerca apertamente di gettare le basi per il prossimo film, chi guarda potrebbe rimanere deluso che non tutto trovi la soluzione sperata. Questa è senza dubbio una caratteristica comune alle serie thriller di questo tipo, ma in questo caso i quesiti lasciati irrisolti sono decisamente troppi, e il finale non è coì soddisfacente come avremmo voluto (la scena di apertura che vi accennavamo in precedenza, ad esempio, rimane completamente lasciata a se stessa, e dobbiamo ammettere che la cosa ci ha un po' deluso).
Un guilty pleasure per gli amanti del genere
Tra tutti i personaggi a spiccare è ovviamente Marta Etura, che interpreta la protagonista. Etura è molto brava a passare dal ruolo di detective integerrimo a quello di madre premurosa e, soprattutto nel finale, è riuscita ad emozionarci e a convincerci appieno.
Inciso nelle ossa ci ha quindi convinto a metà: si tratta di un thriller dalle premesse interessanti, ricco d'atmosfera e con dei buoni interpreti, al tempo stesso la trama non sempre viene sviluppata come dovrebbe e a tratti scivola in cliché ed escamotage narrativi senza dubbio già visti. Detto questo vi consigliamo lo stesso la visione (recuperando però il primo film della serie, se non lo avete già visto), gli amanti del genere non potranno che considerarlo un piacevole guilty pleasure, una pellicola avvincente con cui scacciare la noia di queste giornate di forzato isolamento.
Conclusioni
Terminiamo questa recensione di Inciso nelle ossa ripetendo ancora una volta come questo thriller spagnolo distribuito da Netflix, seppur non povero di difetti, sia abbastanza avvincente ed intrigante per catturare gli spettatori amanti del genere. La trama non viene sempre sviluppata al meglio ma le premesse interessanti e i bravi interpreti fanno di questo film una buona aggiunta nel catalogo del colosso dello streaming.
Perché ci piace
- Marta Etura che interpreta la detective protagonista, molto brava nel passare dal ruolo di poliziotto integerrimo a quello di madre premurosa.
- L’atmosfera angosciante, che la scelta delle location aiuta a creare.
- I colpi di scena avvincenti…
Cosa non va
- …che ad un certo punto però sembrano davvero troppi, confondendo lo spettatore.
- Il fatto che il film, dovendo gettare le basi per il prossimo capitolo della storia, non abbia una conclusione veramente soddisfacente.