Recensione Come Rain Come Shine (2011)

'Come Rain Come Shine' è la conferma del talento di Lee Yoon-Ki, un talento che gli permette di gestire con sicurezza un film non facile, elegante nella messa in scena ma mai troppo formale, capace di comunicare il senso di malinconia di una giornata di pioggia e quello di perdita della fine di un amore.

In un giorno di pioggia

La fine di una storia è sempre un momento molto delicato per i due (ex) innamorati. I sogni infranti, i ricordi del passato, i timori per il futuro: livelli che si sovrappongono e che affollano la mente delle due persone coinvolte nel dramma della separazione. E' questo che racconta Come Rain Come Shine, che apre su quella che sembrerebbe una giornata qualunque, su una ordinaria conversazione in cui una donna annuncia al proprio marito l'intenzione di lasciarlo. Da quel momento seguiamo l'ultima giornata della coppia, intrappolata in casa per la pioggia torrenziale che ha fatto crollare un ponte e resa inacessibile la strada principale.

I due si trovano a condividere per l'ultima volta la casa in cui hanno vissuto insieme ed il regista Lee Yoon-Ki si sofferma su ogni parte di essa, collocando la sua macchina da presa in punti strategici, che gli permettono di seguire la giovane coppia nei suoi movimenti nei lunghi pianosequenza che compongono la struttura portante del film: a volte, infatti, ci troviamo di fronte ad inquadrature che appaiono inutilmente ricercate, stonate rispetto al registro del film, ma mentre le due figure si muovono sulla scena ci rendiamo sempre conto del motivo della scelta del regista.

La casa, mostrataci pezzo dopo pezzo, mentre la pioggia bagna le finestre e la moglie fa i preparativi per andare via, contribuisce a creare il senso di desolazione che rende quest'ultima giornata un limbo di dubbi e riflessioni.

Poco per volta, infatti, diventa chiaro come lei non voglia andar via, ma che sente di non avere altra scelta, mentre lui, pur dichiarando che starà bene, vorrebbe trattenerla ma senza sapere come.
E' un'ultima giornata fatta di dialoghi, a cominciare dal lunghissimo che apre il film, di parole dette e non dette, di piccoli gesti strappati dalla loro quotidianità che sta per finire, nell'ambiente che li ha visti condividere i cinque anni di matrimonio alle loro spalle. Una quotidianità interrotta solo dalla breve visita di due vicini alla ricerca del loro gattino scappato e rifugiatosi in casa, unici altri attori della pellicola.
Il regista non esplora mai il passato della coppia, nè i loro nomi, e si concentra solo sull'universo interiore dei due, che cerca di portare alla luce attraverso tutti questi piccoli dettagli, componendo davanti ai nostri occhi il quadro della loro situazione sentimentale.

Come Rain, Come Shine è la conferma del talento di Lee Yoon-Ki, già visto ed apprezzato proprio a Berlino al suo esordio con This Charming Girl ed ora alle prese con un progetto ispirato al racconto The Cat that Never Came Back dello scrittore giapponese Inoue Areno. Un talento che gli permette di gestire con sicurezza un film non facile, elegante nella messa in scena ma mai troppo formale, capace di comunicare il senso di malinconia di una giornata di pioggia e quello di perdita della fine di un amore, ma che si ritaglia un piccolo spazio di speranza nei momenti finali, comunicandoci che forse non tutto è già deciso.

Movieplayer.it

4.0/5