È uno dei film più attesi di un nuovo anno che inizia con tantissimi film in uscita, ma siamo sicuri che ad occupare un buon numero di sale sarà anche questo Il Signore degli anelli: La guerra dei Rohirrim, lungometraggio animato che, utilizzando lo stile anime, narra una vicenda inedita ambientata nella Terra di Mezzo ma ben 183 anni prima degli eventi della trilogia originale. Diretta da Kenji Kamiyama è la storia di Héra, figlia del sovrano di Rohan Helm Mandimartello, una giovane donna forte e desiderosa di conoscere il mondo. Un giorno, quando viene annunciato il suo possibile matrimonio a farsi avanti è Wulf, il figlio di un nobile che del luogo che mira al trono.
Dopo una lite con Helm, Wulf perde suo padre e giura così vendetta. Qualche tempo dopo un esercito è pronto a marciare verso il castello della famiglia reale e dopo una sanguinosa battaglia la popolazione sopravvissuta si raduna nella roccaforte di Hornburg, una fortezza sulle montagne, stretta nella morsa del gelo e delle milizie di Wulf. Sarà Héra a dover prendere le redini della situazione, sperando nel supporto di suo cugino Fréalaf per affrontare l'oppressore.
Il Signore degli anelli: La guerra dei Rohirrim, intervista a Gaia Wise e Laurence Ubong Williams
Héra e Fréalaf sono, infatti, due personaggi piuttosto complementari: entrambi agiscono spinti da un forte senso di giustizia e da una lealtà senza pari verso il re e Rohan tutta. A dare la voce a due figure così complesse sono Gaia Wise e Laurence Ubong Williams ai quali abbiamo chiesto se, in qualche modo, si sentano simili a chi prestano la voce. Ubong Williams ha ammesso di essere stato intrigato da un personaggio come Frélaf, così diverso dai precedenti da lui interpretati: "Lui sa qual è la cosa giusta da fare e vuole farla e deve essere paziente prima di poter esercitare il suo senso di giustizia. Tutto questo è stato fantastico perché di solito non interpreto personaggi del genere. Io spesso, dentro di me, prendo le decisioni sbagliate, quindi è stata un'opportunità rinfrescante quella di dare la voce a quel ragazzo ed essere ispirato da lui. Cosa farebbe Fréalaf? é così che vivo ora!"
Gaia Wise, invece si sente abbastanza vicina alla protagonista, mettendone in luce anche l'aspetto più umano: "Penso che Héra comprenda pian piano quale sia la cosa giusta da fare. È frenata dal suo status e da un padre che non vuole che lei scopra i momenti più difficili della vita. Quindi quando viene a contatto con la realtà deve maturare molto in fretta, pur rimanendo fedele ai suoi modelli e ai suoi valori. Quindi scopre sul suo cammino qual è la cosa giusta e rimane su quella strada. Mi piace pensare di essere come lei, certo, faccio molti più errori ma si impara sempre. O si vince o si impara."
Il signore degli Anelli - La guerra dei Rohirrim, recensione: un anime rischioso, ma ben scritto
Usare il fantasy per raccontare il presente
Molto spesso il genere fantasy, attraverso mondi immaginari, racconta molto dei problemi della società. Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim non fa eccezione, mettendo in scena una vicenda che riguarda gli umani e che di conseguenza ci mostra quelle dinamiche di potere e quei retaggi che faticano ad abbandonarci persino nell'epoca moderna. Laurence Ubong riconosce e sottolinea, infatti, questa potenzialità propria del genere: "Sia il fantasy che il Sci-fi fanno questo: incarnano l'evasione ma ci ricordano anche cosa sta accadendo davvero. Spesso raccontano con più precisione cosa stiamo vivendo anche rispetto ai pezzi contemporanei o ai giornali d'informazione."
L'attore aggiunge poi: "Penso da sempre al tribalismo, al sesso di chi va in guerra, il non ascoltarsi a vicenda, l'onore e tutte queste cose: codici che sono ereditati e tramandati e che nessuno tende a mettere in discussione finché non arriva qualcuno, come una palla da demolizione, a dirci che le cose potrebbero essere in un altro modo. Abbiamo bisogno di persone così, abbiamo bisogno di gente come Héra."
Anche Gaia Wise parla della forza innovativa che incarna il suo personaggio, riassumendo quei concetti e quelle tematiche proposte dal film: _"Ci dice di ascoltare di più le donne. Ci ricorda di affrontare le cose con più compassione e più comprensione. Penso che ricordi a noi stessi di non lasciarsi sopraffare dalle emozioni e di prendersi cura del proprio prossimo"