Recensione Arizona Junior (1987)

Un film che pecca forse di eccessiva esuberanza macchiettistica, ma considerati i risultati esilaranti, si fa fatica a considerarlo in difetto.

Il pirotecnico Sud dei Coen

Che cosa può accadere se un ex rapinatore recidivo convola a nozze con una poliziotta pluridecorata dagli istinti materni frustrati? Chissà, forse una favola coi colori carichi del Sud degli Stati Uniti, il cui protagonista non ha ancora l'età per camminare, ma non si riesce a non volergli bene.

Le premesse di Arizona Junior ci sono raccontate da Joel Coen e Ethan Coen in una serie di quadri irresistibilmente comici che costituiscono il prologo al film, e sono sufficienti non solo a familiarizzare con la nostra malassortita coppia di protagonisti - uno stralunato Nicolas Cage e una rosea e volitiva Holly Hunter - ma anche a comprendere la disperazione dietro il gesto criminoso che mette in marcia il motore del plot: il rapimento del piccolo Nathan Arizona Jr.. Junior è frutto dell'unione tra Nathan Arizona, facoltoso commerciante della zona, e della moglie Florence, nonché della cura per la fertilità che ha fatto sì che venisse al mondo in compagnia quattro gemelli. I coniugi Arizona hanno più di quanto siano in grado di gestire, mentre Edwina e H.I. non hanno nemmeno la speranza di un erede, perché Ed è irreversibilmente sterile.

Una volta portato a casa Nathan Junior, Ed chiede al marito di aiutarla a tirar su il pargolo regalandole un'esistenza tranquilla, senza colpi di testa e senza sbornie con gli amici; la poveretta non sa che la loro vita sta per prendere una piega ben lontana dalle sue aspirazioni. Ecco infatti presentarsi a casa McDonnough due compagni di galera di Hi, appena evasi dal penitenziario della contea "perché la prigione non aveva più nulla da offrirgli". Ma la minaccia più terrificante giunge ad Hi in sogno: è il motociclista dell'Apocalisse, un assassino prezzolato che cavalca una rombante Harley Davidson e si trasforma nella personificazione del senso di colpa del rapitore d'infanti innamorato.

Arizona Junior è il secondo film dei fratelli Coen, ed è il primo in cui la loro vena onirica, comica e grottesca affiora - ed esplode. La mano autoriale che aveva siglato il misurato noir Sangue facile si ritrova qui soltanto nella maestria registica. L'umorismo vulcanico e visionario che nella filmografia dei fratelli di Minneapolis raggiungerà lo zenith con il capolavoro del 1998, Il grande Lebowski, è una piacevole novità, sebbene già Sangue facile avesse evidenziato una buona dose d'ironia, oltre che di talento.

In più i Coen si riconfermano straordinari registi d'attori: certo che il cast era già un punto di partenza niente male. Oltre ai già citati Cage e Hunter - ambedue in gran forma - è d'uopo ricordare il loro attore-feticcio John Goodman, che, pur destinato a dare il meglio di sé in Lebowski, è qui protagonista di alcuni memorabili siparietti slapstick.
Nel complesso, il film pecca forse di eccessiva esuberanza macchiettistica, ma considerati i risultati esilaranti, si fa fatica a considerarlo in difetto.

Movieplayer.it

3.0/5