Il piccolo Yeti, recensione: un grande classico dell’animazione targato DreamWorks

La recensione de Il piccolo Yeti, il film d'animazione di Jill Culton e Todd Wilderman che racconta dell'amicizia di una bambina cinese e un cucciolo di yeti.

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Il piccolo Yeti: un momento del film

Cominciamo questa recensione de Il piccolo Yeti, già amatissimo oltreoceano, sottolineando come questo film d'animazione della DreamWorks non sia stato un progetto facile da portare a termine in quanto il suo sviluppo, iniziato nel 2010, ha dovuto attraversare e superare una crisi tra la creatrice e regista della pellicola, Jill Culton, e la DreamWorks. Crisi fortunatamente conclusasi con il ritorno dell'animatrice, che vanta il primato di essere stata la prima regista donna di un film animato di grande budget (Open Season di Sony) a capo del team.

Sarebbe stato davvero un peccato se la produzione del Il piccolo Yeti si fosse fermata e lo dimostra il clamore con il quale la pellicola - diretta (insieme a Todd Wilderman) e sceneggiata da Jill Culton - è stata accolta in America, complice non solo la squisita storia e la bravura dell'artista ma anche la crew messa a sua disposizione che ha già reso Dragon Trainer uno dei film d'animazione più apprezzati di sempre. D'altronde la Culton è stata tra le menti che hanno realizzato lungometraggi d'animazione quali Toy Story, A Bug's Life, Toy Story 2, Shrek, Monsters & co., Shrek e vissero felici e contenti e non è sicuramente un caso quindi che la sua ultima e agognata fatica abbia tutte le carte in regola per diventare uno dei grandi classici della DreamWorks.

La trama: tre amici e uno yeti

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Il piccolo Yeti: una scena del film

Come tutti i "classici" dell'animazione da grande schermo, anche Il piccolo Yeti parte da una sinossi molto canonica narrando di base la storia di un gruppo di giovanissimi amici, abitanti di una Shanghai che si sta occidentalizzando sempre di più, i quali, dopo aver trovato un cucciolo di Yeti (Everest) sfuggito alle grinfie di un uomo d'affari senza scrupoli, decidono di aiutarlo a tornare a casa, in Nepal.

Inutile dire che il viaggio dello strano gruppo è una versione magica e immaginifica del più "ortodosso" dei viaggi dell'eroe in cui il percorso è più importante del raggiungimento della meta. Cammino ovviamente costellato di fantasiosi twist dovuti prettamente alle peculiarità magiche del peloso protagonista e a una narrazione che, tra serio e faceto, è perfettamente in grado di conquistare il pubblico.

Un'avventura alla ricerca di sé stessi

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Il piccolo Yeti: una sequenza del film

Caratterizzato da una grafica decisamente più stilizzata rispetto a quella che siamo ormai abituati ad ammirare nei film Disney e Pixar, ma non per questo esteticamente meno impeccabile soprattutto in alcune scene in cui le mutazioni ambientali sono degne d'incanto, Il piccolo yeti è una pellicola che inizialmente, soprattutto nel suo incipit, può dare l'impressione di essere un film come tanti ma che con l'andare avanti del tempo regala grandi sorprese. Questo soprattutto nel suo mettere a confronto ambienti diversissimi, come i paesaggi del Nepal e la supertecnologica Shanghai, e puntare molto ma in maniera originale sull'eterna dicotomia tra bene e il male, nel film rappresentata dal facoltoso imprenditore Burnish e dalla zoologa Zara, desiderosi di catturare Everest per poter fare su di lui inquietanti esperimenti.

Una tenera amicizia tra i personaggi principali

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Il piccolo Yeti: un'immagine del film

Ovviamente la linea narrativa più potente de Il piccolo yeti è quella in cui viene esplorata la nascita e l'evoluzione della forte amicizia tra Yi, la bambina che trova per prima Everest ed è reduce da un lutto - la morte del padre - che ha sconvolto la sua vita e la fa sentire persa, e il cucciolo di yeti.

Yi, in particolare, si sente ormai priva di radici, non riuscendo a trovarsi a proprio agio nel presente in cui vive. Tali "limiti" la legano emotivamente moltissimo a Everest. I due personaggi de Il piccolo yeti danno vita - senza mai risultare retorici - a una serie di importanti riflessioni che cattureranno - a seconda dei livelli di lettura di ognuno - il cuore dei più grandi quanto dei più piccini nel loro sottolineare che spesso e volentieri la "diversità" è il più bello dei pregi.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione de Il piccolo yeti sottolineando come, nonostante la genesi lunga e tormentosa, sia un racconto d'animazione impeccabile che riscrive a suo modo, tanto dal punto di vista grafico che narrativo, il più canonico dei viaggi dell'eroe. L'amicizia tra la giovane Yi e il cucciolo di Yeti Everest è il vero focus di un film che nella sua semplicità conquista, commuove e regala profondi spunti di riflessione a ogni età.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.8/5

Perché ci piace

  • La dicotomia bene/male è narrata in maniera originale.
  • La grafica del film, all'apparenza semplicissima, regala momenti di incanto visivo.
  • I due protagonisti, ma anche i personaggi comprimari, sono caratterizzati in maniera estremamente efficace .

Cosa non va

  • Il film fatica, soprattutto nell'incipit, a partire.