Il peso della giustizia
Tutto inizia con un incidente. Tre amici che, dopo una serata allegra e in cui certamente hanno tutti alzato un po' troppo il gomito, guidano distrattamente e investono un povero immigrato moldavo che stava attraversando la strada. Juliette in quel momento era alla finestra e assiste a tutta la scena, vede il conduttore del veicolo che si ferma, cerca di soccorrere la vittima ma poi preso dal terrore rientra in macchina e scappa di gran carriera. La donna chiama l'ambulanza e racconta alla polizia tutto quello che ha visto; il mattino dopo però non fa altro che ripensare all'incidente, e così si reca all'ospedale per controllare le condizioni dell'uomo e decide di rintracciarne la famiglia per raccontare loro quanto accaduto. E' così che conosce e stringe amicizia con Vera, moglie dell'uomo che si trova ormai in condizioni gravissime, e scopre che in realtà entrambi sono dei clandestini.

Trois mondes di Catherine Corsini è un dramma molto intenso che non ha bisogno di colpi di scena per aumentare la tensione ma sceglie semplicemente di affidarsi ad una solida sceneggiatura che molto ben tratteggia tre punti di vista diversi, i tre mondi del titolo, le tre vite che si intersecano e che possono implodere da un momento all'altro. La regista è bravissima nel conferire il giusto spazio alle motivazioni e le azioni di ciascuno dei protagonisti: la moglie della vittima, l'autista dell'auto e la testimone oculare. Se fin dall'inizio è evidente per tutti, anche per i diretti interessati, quale sia la cosa giusta e responsabile da fare, il film pone agli spettatori la seguente domanda: quanto è semplice assumersi una tale responsabilità sapendo che ancora altre vite verranno irrimediabilmente rovinate?

Non c'è un momento in tutto il film in cui lo spettatore non sia chiamato ad empatizzare con ciascuno dei personaggi, ma mai a giudicarli; proprio la validità di ciascuno di questi punti di vista, l'impossibilità della situazione in cui si trovano tutti e tre i personaggi, aumenta il coinvolgimento dello spettatore costringendolo a vivere questo dramma molto da vicino. Nonostante qualche piccolo difetto (soprattutto l'evitabilissimo subplot romantico), va certamente apprezzato questo nuovo lavoro di Catherine Corsini che è riuscita a confezionare un bel film sospeso tra il thriller hitchcockiano e il dilemma morale alla Dostoevskij.
Movieplayer.it
3.0/5