Dopo aver conquistato grandi e piccini con i suoi lavori fantasmagorici e le sue fiabe dark, anche il pubblico italiano ha adesso l'opportunità di apprezzare l'estro artistico di Tim Burton in tutte le sue sfaccettature. L'appuntamento è al Museo Nazionale del Cinema di Torino con Il mondo di Tim Burton, mostra itinerante che da oltre un decennio passa di nazione in nazione celebrando il genio del cineasta californiano.
Bozzetti, dipinti, modellini, riproduzioni di alcuni dei personaggi più noti dell'universo burtoniano fanno bella mostra di sé nella struttura elicoidale che corre lungo le pareti della Mole Antonelliana. Una location unica per la mostra progettata dalla Tim Burton Productions che si adatta, di volta in volta, agli ambienti che la ospitano, ma che in Italia ha trovato una situazione davvero unica. C'è tempo fino al 7 aprile 2024 per visitare l'esposizione unica che abbiamo potuto esplorare in anteprima. Ecco allora tutto quello che c'è da sapere sulla mostra Il mondo di Tim Burton prima della visita.
Diamo i numeri
Come ha dichiarato il direttore del Museo del Cinema Domenico De Gaetano alla presentazione per la stampa, la mostra su Tim Burton ha letteralmente invaso la Mole Antonelliana adattandosi alla perfezione a spazi di per sé unici. Il mondo di Tim Burton coniuga cinema d'autore con la pop art rendendo disponibili per la visione (e revisione, si consiglia di rivedere la mostra almeno un paio di volte per poterla apprezzare appieno) oltre 520 opere tra disegni e schizzi, storyboard e fotografie, sculture, video e installazioni. "Non conosco un autore più amato, e imitato, il cui stile non abbia influenzato le altre arti" ammette De Gaetano. "Tim Burton ha sempre dato spazio agli outsider permettendogli di vivere un'avventura o di trovare il loro posto nel mondo".
E il posto de Il mondo di Tim Burton sembra essere proprio la Mole. La mostra è stata resa possibile da un notevole sforzo economico da parte del museo torinese. Il direttore svela che è costata 900 mila euro coperti in parte dagli sponsor e in parte dal biglietto del Museo del Cinema, che aumenterà di tre euro durante la permanenza della mostra burtoniana. Naturalmente lo stesso artista si è rivelato entusiasta al cospetto dell'architettura della Mole, "un posto meraviglioso che non avevo mai visto prima. Proprio questo edificio non convenzionale mi ha convinto a venire qui con le mie opere".
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Come è organizzata la mostra
Il mondo di Tim Burton è divisa in nove sezioni tematiche: In giro per il mondo, Polaroid, Influenze, Opere figurative, Progetti non realizzati, Personaggi dei film, Il Carnevalesco, Festività e I reietti incompresi. "L'ultima è la mia sezione preferita, che trovate subito prima dell'uscita" confessa De Gaetano. "La creatività di Tim Burton salta fuori nei tovagliolini dei bar e degli hotel. Non abbiamo voluto soffermarci solo sul cinema, ma su quello che c'è prima e che c'è dietro. I progetti realizzati mostrano la sua grande fantasia, ma anche le difficoltà che trovano tutti gli autori, anche i più grandi".
Una chicca incredibile è lo studio di Tim Burton, ricostruito ai piedi della scala elicoidale. A volersi soffermare su tutti gli oggetti che invadono questo spazio non basterebbe un'ora. Inoltre la mostra di Torino ha un contenuto in più rispetto alle precedenti esibizioni, 15 bozzetti di Mercoledì, serie Netflix che ha fatto impazzire il pubblico e che vede Tim Burton attualmente impegnato nella preparazione della seconda stagione. "Non potevamo non aggiornare i contenuti della mostra e così abbiamo esplicitamente a Tim Burton di fornirci i bozzetti di Mercoledì, che potete vedere nella sezione Personaggi dei film" spiega De Gaetano. Lo stesso Tim Burton ha sottolineato il suo legame con la figlia degli Addams definendolo "un personaggio che mi parla, parte di me ha molto a che fare con un'adolescente disturbata. Spero che la seconda stagione sia all'altezza delle aspettative".
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Un viaggio emozionante
Dopo aver visitato la mostra, Tim Burton l'ha paragonata all'ingresso nell'attrazione di un luna park. Paragone che ci diventa chiaro non appena ci troviamo di fronte alla bocca spalancata di uno dei suoi buffi personaggi che ci accoglie all'interno della Mole. I semi burtoniani si scorgono, però fin dal giardino che ospita alcune sculture topiarie di animali, tracce del passaggio di Edward Mani Forbice. Dopo aver provato un brivido di fronte all'ombra di Vincent che si allunga nell'Aula del Tempio ci inerpichiamo su per la spirale che sale lungo le pareti della Mole non senza aver sbirciato prima nello studio di Tim Burton, ricostruito per l'occasione con tutti i suoi appunti e bozzetti.
A partire dal primo set di disegni, 'In giro per il mondo', saliamo su lentamente godendoci dipinti e bozzetti, analizzando tocco e uso del colore, scoprendo disegni che esulano dal tradizionale stile burtoniano e testimoniano la sperimentazione di un artista sempre in movimento. La produzione burtoniana, da Mars Attacks a La sposa cadavere, da Beetlejuice al recente Mercoledì, si snoda davanti a noi e il visitatore non potrà non provare un pizzico di emozione di fronte ai bozzetti originali dell'emaciato Edward Mani di Forbice o della sensuale Catowman di Michelle Pfeiffer. Man mano che si sale arrivano i pezzi forti, le riproduzioni degli Umpa Lumpa, degli alieni di Mars Attacks, interi modellini di set tratti da La sposa cadavere e Il mistero di Sleepy Hollow fino ai props di Beetlejuice.
Quando riscendiamo c'è ancora tempo per curiosare tra gli oggetti del primo film di Burton, il corto Vincent, per poi concentrarsi sulla sezione dei reietti incompresi, dove ci fanno compagnia Stainboy, The Girl with Many Eyes, Penguin Boy e Toxc Boy. Sono loro, con il loro carico di solitudine e malinconia, a condurci verso l'uscita sormontata dalla scultura gonfiabile di Balloon Boy. Grigio e azzurro, rosso e nero, il mondo di contrasti di Tim Burton è a Torino che ci attende. E a chi gli chiede quale sia il suo angolo preferito della mostra, il regista risponde: "Tutta. L'intera esperienza è incredibile, ma ciò che amo di più è che entri in una stanza e subito scopri qualcos'altro in un unicum incessante. Proprio come il mio lavoro".