Nella locandina di Sette Anime è vestito come un Men in Black senza occhiali da sole, ma stavolta gli extraterrestri stavolta non c'entrano. Will Smith continua la sua escursione nel dramma e lo fa ancora una volta al fianco di Gabriele Muccino, il regista che nel 2006 gli aveva permesso di guadagnarsi la sua seconda candidatura all'Oscar con La ricerca della felicità. In Sette Anime, Smith è Ben Thomas, un uomo torturato dal senso di colpa che nasconde un orribile segreto. Una lista di sette nomi, sette persone da salvare perché bisognose di aiuto, sette anime a cui dare una seconda possibilità ed un piano di redenzione che è fermamente convinto a portare a termine. Costi quel che costi.
Un ruolo cupo ed estremamente dark, quello toccato al simpatico e aitante Will, un personaggio assai lontano dal suo solito ma proprio per questo per lui estremamente importante a livello emotivo e professionale. Una sfida dura che con grande dedizione e impegno alla fine è riuscito anche lui a vincere.
Signor Smith, come ha affrontato l'esperienza per lei del tutto inedita di interpretare un personaggio così tragico, allo sbando e spesso in preda alla disperazione?
Will Smith: Per l'ennesima volta devo riconoscere che se sono riuscito nell'impresa è solo merito di Gabriele. Vede in me qualcosa che neanche io vedo, mi fa apparire diverso anche agli occhi del pubblico, è riuscito a tirarmi fuori delle doti attoriali che neanche io sapevo di avere. Tutto questo grazie alla grande sintonia che si è instaurata tra noi e al magnifico rapporto di amicizia che abbiamo. E' lui la mia arma segreta.
E' la sua prima volta anche per quel che riguarda le scene d'amore, perché le teme così tanto?
Will Smith: Sono scene molto difficili per me, non riesco a recitare davanti a tante persone senza vestiti addosso, è più forte di me. Ero molto nervoso prima di girare la scena insieme a Rosario Dawson, volevo evitare di mancare di rispetto a lei ed evitare di metterla in imbarazzo. Non pensate male però, mi succede solo sul set di avere ansia in certe situazioni, vi assicuro che nella vita privata a letto sono fantastico!
Cosa le ha fatto scattare dentro la voglia di interpretare un personaggio così lontano dai suoi standard e così psicologicamente complesso?
Will Smith: Quando ho letto la sceneggiatura di Sette Anime mi è accaduta una cosa che non mi era mai successa prima con nessun altro film: ho pianto. Tutta la storia mi ha toccato profondamente ed in particolare il personaggio di Ben mi ha colpito per la sua caparbietà, per il profondo dolore che si porta dentro, per il modo così estremo con cui sceglie di riparare all'orribile errore che ha commesso. Un'affannosa ricerca di redenzione che attraverso un percorso a ostacoli arriva a renderlo pazzo. Non è un film per tutti, di quelli che alla fine ti alzi e te ne vai a cuor leggero. Non si digeriscono facilmente certe storie e certe immagini, si parla d'amore, di vita, di felicità, ma anche di morte, di perdono e di pentimento.
E' mai arrivato ad odiare il suo personaggio?
Will Smith: Questo è stato il primo personaggio della mia carriera che non sono riuscito ad amare. E' stato molto complicato calarmi nella mente oscura e depressa di un uomo come Ben che non ha più speranza, che si spegne giorno dopo giorno, che è spesso troppo duro con se stesso. Non sono abituato ad affrontare certi temi, non riesco ad accendere e spegnere nella mia mente un personaggio così pesante e quindi spesso mi toccava conviverci anche nel privato. Ho accettato di farlo solo perché volevo che attraverso il mio corpo arrivassero alla gente i tanti messaggi racchiusi in questo lancinante dramma psicologico. Resterà per me un'esperienza indimenticabile, la più toccante della mia carriera.
Perché a suo avviso sia lei che il film hanno ricevuto critiche pesantemente negative da parte della stampa specializzata?
Will Smith: E' difficile capire di solito cosa spinge un gruppo ristretto di persone ad odiare pesantemente un'opera, è più semplice per me analizzare il comportamento della massa, della maggioranza, che in questo caso ha dimostrato di apprezzare il film e la mia interpretazione. Per me questo è un grande segno da parte del pubblico: un incasso di 60 milioni di dollari (a fronte di 50 di budget, ndr) in sole due settimane e per di più in un periodo di grande concorrenza al botteghino. Non mi sembra una cosa da poco.
Pensa che sia possibile che il pubblico americano, non di certo abituato a queste storie, si sia sentito stimolato in modo particolare durante la visione?
Will Smith: Senza dubbio Sette Anime è un film che richiede un certo sforzo da parte dello spettatore, non è di quei film che ti siedi e guardi passivamente senza battere ciglio. Devi osservare i particolari, prestare attenzione costante, è obiettivamente un'esperienza emotivamente lontana dagli standard narrativi hollywoodiani. E' qualcosa che va fuori dagli schemi, che tocca corde delicate e scuote la sensibilità in maniera assai profonda. Chissà, forse è per questo che è piaciuto e che continua ad attirare.