Hayao Miyazaki sbarca al Lido per ricevere il Leone d'Oro alla Carriera, riconoscimento fortemente voluto da Marco Muller. E' cosa nota che il grande maestro giapponese non sia amante delle formalità e dopo un primo rifiuto, dovuto al fatto che questo premio è "roba per vecchi in pensione", ha finalmente deciso di venire in Italia e sottoporsi al canonico rituale del premiato, senza però abbandonare il suo solito stile. Abbottonato come non mai, risponde alle domande in modo telegrafico, aggiungendo subito dopo un sorriso furbo, che lo fa assomigliare a uno dei suoi personaggi animati, e conclude con una sorta di ritornello: "Va bene così?".
Lei ha dichiarato che le piace disegnare i personaggi femminili, infatti spesso donne o bambine sono protagoniste delle sue opere. Secondo lei le donne hanno uno spettro di emozioni più ampio di quello degli uomini? Hayao Miyazaki: Per me le donne rappresentano un segreto, per questo nutro un grande interesse verso di loro.
Akira Kurosawa ha detto che lei poteva essere il suo unico erede cinematografico. E per lei chi è il regista che in futuro potrà ereditare la sua capacità? Hayao Miyazaki: Kurosawa ha detto così? Non lo sapevo. Io non ho mai pensato ad un mio eventuale erede, ma ci sono molti giovani registi in gamba che presto emergeranno nell'animazione.
I suoi film sono ricchi di significati, in particolare si concentrano sulla rappresentazione del mondo dell'infanzia. Quale è il messaggio che vuole trasmettere col suo lavoro? Hayao Miyazaki: Se potessi esprimere i messaggi a parole non farei film. Per capire il messaggio che voglio trasmettere dovete vedere i film.
I suoi film hanno scarsa distribuzione in Europa. Ora grazie al DVD possono essere visti anche in lingua originale. Cosa pensa di questo supporto? Hayao Miyazaki: Non ho un lettore DVD e non penso di comprarlo perciò non saprei cosa dire. In realtà non so se sia un bene per il mondo consumare troppe immagini virtuali.
Quali autori dell'animazione l'hanno influenzata maggiormente? E cosa pensa di Tim Burton, che proprio qui a Venezia ha parlato molto bene di lei, e del suo ultimo lavoro La sposa cadavere? Hayao Miyazaki: L'influenza più forte che ho ricevuto è sicuramente quella dei cartoni animati giapponesi degli anni '50, anche se sicuramente la mia generazione è stata influenzata molto dalla letteratura stessa. Ora però io non guardo più film e non conosco neanche The Corpse Bride.
Le musiche dei suoi film sono molto belle, ma anche tutti gli altri materiali sonori sono estremamente curati. Che tipo di lavoro c'è dietro ad un risultato di questo tipo? Hayao Miyazaki: In realtà ormai il sonoro ha raggiunto una perfezione tale che il lavoro che faccio è piuttosto ordinario. In questo momento invece sto realizzando un lavoro sperimentale per il mio museo, in questo senso sto creando un prodotto originale anche dal punto di vista sonoro.
La poesia delle sue fiabe è in grado di raggiungere il cuore di tutti anche in un momento particolare come quello che stiamo vivendo, oppure è destinato ad essere recepito solo da quelli che già la stimano come autore di culto? Hayao Miyazaki: Io sono diviso tra due sentimenti: la delusione verso il mondo, e nello stesso tempo la responsabilità verso i bambini che rappresentano il futuro. Non so che tipo di film farò, ma per ora sto sempre lottando per migliorare le cose.
Lei non ama interviste e pubblicità. Come mai ha deciso di venire a Venezia e di accettare questo riconoscimento? Hayao Miyazaki: Grazie alla passione di Marco Muller.
Tra tutti i suoi film quale preferisce? Hayao Miyazaki: Un film è come un figlio. Non ho preferenze per uno in particolare.
Preferisce realizzare lungometraggi o cortometraggi? Hayao Miyazaki: I lungometraggi sono come una cena completa in cui vi sono numerose portate, i corti invece sono come merendine, the e biscotti. Io preferisco lavorare ai corti perché c'è più libertà, però con i corti si guadagna troppo poco, allora realizzo anche lungometraggi.
Il suo film Porco Rosso è ambientato in Italia. Come l'ha ispirata il nostro paese? Hayao Miyazaki: Porco Rosso racconta la storia di un aviatore durante la Prima Guerra Mondiale. Ho scelto l'Italia perché mi aveva colpito lo sfondo storico e l'ho ambientato nel luogo reale in cui si svolge la vicenda.
Come può il cinema giapponese contribuire allo sviluppo culturale nel mondo? Hayao Miyazaki: Non so rispondere, non sono nella posizione di poter dire qualcosa in questo senso. Io faccio solo il mio lavoro, collaboro con il mio staff e la nostra unica attività è realizzare i nostri film d'animazione.
Il Castello Errante di Howl è tratto dal romanzo della scrittrice inglese Diana Wynne Jones. Come mai questa scelta? Hayao Miyazaki: Il romanzo mi è piaciuto moltissimo fin dall'inizio. Per motivi storici e culturali la cultura giapponese ha subito l'influenza dell'Europa per molti anni, influenza che permane tutt'ora, perciò anche io amo ispirarmi spesso ad opere letterarie europee.
Ha mai letto Carl Jung o altre opere di psicanalisi? Hayao Miyazaki: No, non ho mai letto Jung. Non credo che per cerare film bisogna aver visto film, o per realizzare cartoni animati occorra guardare cartoni animati.
Come mai in Europa i suoi film vengono distribuiti nelle sale con grande difficoltà? Hayao Miyazaki: Credo sia una questione di pregiudizi. Non ci interessa ciò che non si conosce.
Il Castello Errante di Howl ha uno stile figurativo molto particolare. A cosa si è ispirato per creare un simile design? Hayao Miyazaki: I personaggi del film sono presenti anche in questa sala, io mi ispiro sempre a persone che mi sono vicino per disegnare i miei personaggi, anche la strega è qui in sala.
Chi è Totoro in realtà e perché è stato scelto come simbolo della Ghibli (la casa di produzione di Miyazaki n.d.r.)?
Hayao Miyazaki: Non si sa chi è Totoro, ma posso sentire la sua presenza qui vicino a noi.
Lo spaventapasseri che compare nel suo ultimo film è stato in qualche modo influenzato da Il Mago di Oz? Hayao Miyazaki: Sicuramente il romanzo è stato influenzato da Il mago di Oz. Diana Wynne Jones, nelle sue opere, si ispira spesso a questo romanzo, facendone anche un uso parodico. Per quanto riguarda il mio film, non ho pensato alle eventuali somiglianze che vi potevano essere con altre opere.
La serie di cartoni animati ispirata a Sherlock Holmes, alla quale lei ha partecipato, è una coporduzione italo giapponese con i Pagot, creatori, tra l'altro, di Calimero. I nomi dei protagonisti di Porco Rosso sono proprio quelli dei Pagot? Hayao Miyazaki: Si. Ci siamo incontrati con Marco grazie alla Rai e, tra l'altro, abbiamo subito litigato prima di diventare amici. Quando Marco ha visto Porco Rosso, mi ha telefonato subito e mi ha sgridato perché avevo usato il suo nome.
Ha dei referenti pittorici per il suo lavoro? Hayao Miyazaki: Si, sono stato sempre influenzato molto dalla pittura, ma devo dire che lo sguardo è la principale fonte di ispirazione. Con la rivoluzione rinascimentale della prospettiva, la pittura ha iniziato ad utilizzare un unico punto di fuga, funzionando così in modo assai diverso dall'occhio umano. Oggi la lente prospettica influenza troppo i giovani animatori, che invece dovrebbero capire che la cosa più importante è disegnare ciò che si vede con gli occhi.