Il DVD di Big Bang Love, Juvenile A

Grazie alla Dolmen approda in DVD il film di Takashi Miike passato al penultimo festival di Berlino.

Comincia a muoversi qualcosa, sia pur timidamente e a singhiozzi, per quanto riguarda la distribuzione in DVD nel nostro paese dei film del prolificissimo Takashi Miike: dopo le edizioni nostrane di Audition e Visitor Q, è ancora una volta l'attenta Dolmen a cercare di colmare almeno in parte la lacuna, facendo uscire questo splendido e poco visto Big Bang Love, Juvenile A, già passato al penultimo Festival di Berlino.

La prima scelta che salta all'occhio, invero molto discutibile, è quella di includere questa uscita nella collana "Queer" dedicata al cinema a tematica omosessuale: non ci sembra si possa ridurre questo film, molto complesso e dal forte substrato filosofico, a un'opera meramente interna al filone, a meno che la semplice presenza di un rapporto omosessuale non basti a connotare una pellicola in tal senso. L'edizione proposta è comunque molto scarna, con un semplice disco a singolo strato (più che sufficiente vista l'ora e mezza scarsa di durata e l'assenza di extra) che consta del film, di schede filmografiche su regista e attori e di una breve galleria fotografica.

Di buon livello il video, presentato nell'originale formato 1.85:1 anamorfico: ben constrastato e quasi mai affetto da problemi di compressione (neanche sui frequenti sfondi neri), è capace di rendere bene la particolare fotografia del film, ricca di tonalità accese e sature. L'audio consta unicamente della traccia originale giapponese, resa in un semplice e poco brillante 2.0; ma è da dire che il sonoro del film non presenta poi effetti tali da rendere particolarmente pesante questa scelta. La sostanziale assenza di extra, a cui si è già accennato, conferma il carattere essenzialmente "economico" di questa uscita, che purtroppo non è tale, fino in fondo, nel prezzo.

Resta comunque un DVD da consigliare ai cultori del regista giapponese, e a chiunque sia interessato a un cinema fuori dagli schemi e sfuggente a qualsiasi definizione: almeno è stato distribuito, viene da dire, e di fronte alla perdurante "invisibilità" della maggior parte delle opere di Miike, sicuramente ci si può accontentare.