Lo scrittore belga Georges Simenon non è solo la penna dietro uno dei personaggi più celebri della letteratura del Novecento, il commissario Maigret. Nella sua lunga e prolifica carriera da oltre 500 milioni di copie vendute nel mondo ha dato alle stampe molte opere che hanno saputo attirare l'attenzione di altrettanti registi. Da I fantasmi del cappellaio di Claude Chabrol a Lo sciacallo di Jean-Pierre Melville con Jean-Paul Belmondo. Tra il 2022 e il 2023 anche Benoît Jacquot ha scritto e diretto un film, Il caso Belle Steiner, tratto da un romanzo pubblicato nel 1952. Ma, nonostante un cast importante che comprende Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg, la pellicola non è mai stata distribuita nei cinema francesi.
L'incontro di realtà e finzione

La motivazione la si può evincere dal disclaimer che comprare per una manciata di secondi alla fine del film, prima dei titoli di coda. "Il team cinematografico condanna qualsiasi forma di molestia o condotta aggressiva. Ed esprime la sua solidarietà nei confronti delle vittime e alla libertà della loro parola". Il regista nel 2024 è stato accusato da quattro attrici - Judith Godrèche, Isild Le Besco e Julia Roy - di molestie, violenza sessuale su minori e violenza sessuale. A loro si sono poi unite anche altre attrici che hanno presentato denunce simili. Nel luglio dello stesso anno Jacquot è stato indagato per violenza sessuale.
Una decisione che in Francia ha decretato la morte del film, con tanto di scelta di Canet di dissociarsi dall'opera e dal suo regista. E che segna una sinistra connessione con i temi affrontati ne Il caso Belle Steiner. Canet e Gainsbourg sono Pierre e Cléa, una coppia sposata che vive in una piccola città di provincia. Insegnante lui, ottica lei. Non hanno figli, ma decidono di ospitare in casa loro la figlia di un'amica di famiglia, Belle, per permetterle di frequentare lo stesso liceo in cui insegna l'uomo.

Le loro vite vengono stravolte quando la ragazza viene trovata morta nella sua stanza, uccisa per strangolamento quando in casa era presente solo Pierre che giura di non aver sentito o visto nulla. L'uomo diventa l'unico indiziato, subisce una serie di interrogatori con l'intento di farlo crollare e far emergere verità taciute mentre l'opinione pubblica della comunità in cui vive gli alza un muro intorno.

Tematiche attuali

Sebbene il romanzo di Simeon sia ambientato negli Stati Uniti degli anni Sessanta e abbia un finale differente, Benoît Jacquot sfrutta le tematiche al suo interno per toccare argomenti di attualissima centralità nella nostra società. La scelta poi di far muovere i personaggi in una realtà di provincia permette al regista di amplificarli. Ne Il caso Bella Steiner si parla di processo mediatico e giudizio popolare, di presunzione di innocenza così come di colpa e pressione sociale.
Affidandosi alle atmosfere del noir, il regista lascia che sia l'ambiguità a guidare il racconto. La maschera senza emozioni del protagonista può essere sintomo di un'assoluta tranquillità legata alla sua innocenza così come quello di una freddezza omicida. Anche la relazione tra i due protagonisti, fatta di tradimenti reciprochi e una facciata borghese da non intaccare, aumenta la doppia lente attraverso cui poter leggere tra le righe.

Il caso Belle Steiner non è un film pensato per dare risposte. Ma si pone l'obiettivo di mostrare quanto un'esistenza possa essere scossa dal giudizio altrui lasciando sempre in sottofondo il seme del dubbio. L'imperturbabilità del protagonista, però, rischia anche di dare vita a un racconto monocorde che, alla lunga, potrebbe respingere lo spettatore. Il cinema si basa sul coinvolgimento emotivo e se manca quello, l'intero castello narrativo crolla sotto il peso del disinteresse.
Conclusioni
Un film dimenticato e mai uscito in Francia a causa delle accuse di molestie e violenza sessuale rivolte al regista Benoît Jacquot, Il caso Belle Steiner prende spunto da un romanzo del 1952 di Georges Simenon. Nell'adattarlo ai giorni nostri, il regista sceglie di ambientarlo in una piccola città della provincia francese. Questo permettere di amplificare le tematiche toccate, dalla pressione sociale al giudizio altrui passando per i processi mediatici e il giudizio popolare. Il protagonista è Pierre, insegnante con il volto di Guillaume Canet, unico indiziato per la morte della giovane figlia di un'amica di famiglia che viveva con lui e la moglie Cléa (Charlotte Gainsbourg). Il film, dalle atmosfere noir, segue le indagini mentre Pierre rimane impassibile. Sintomo della sua innocenza o freddezza da assassino? Affascinante l'ambiguità che caratterizza la sceneggiatura, ma la mancanza di dettagli sulla vittima e il distacco perenne del protagonista rischiano di non permettere una partecipazione emotiva.
Perché ci piace
- L'ambiguità che attraversa l'intero film
- La relazione tra i due protagonisti, tra bugie e facciata borghese
- La scelta di ambientare la storia in provincia
Cosa non va
- L'imperturbabilità del protagonista rischia di essere respingente
- Non c'è il minimo approfondimento psicologico sulla vittima